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Un gustoso e paradossale episodio, riportato dalla blasonata stampa medica anglosassone, ripropone l’annosa questione sull’uso improprio degli antibiotici nelle affezioni delle prime vie aeree: si tratta della vicenda di un medico con il mal di gola, partecipante ad una conferenza sull'antibiotico-resistenza, che viene curato con un antibiotico, probabilmente inutile e quindi inappropriato! http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/prescrizioni-inutili-di-antibiotici-il-ruolo-di-medici-e-pazienti Nel racconto mancano dati clinici essenziali (presenza di febbre, essudato tonsillare e linfoadenopatia dolente) che, in caso di positività, farebbero propendere per un'eziologia batterica e che costituiscono i parametri principali di vari score clinici per la valutazione del mal di gola. Molto probabilmente, nel caso del collega, si trattava della faringodinia che precede di 1-2 giorni la sintomatologia del classico raffreddore virale (gocciolamento e ostruzione nasale, starnuti, modesto rialzo febbrile etc..). La vicenda è paradossale perchè il medico prescrittore, prima di ricettare l’antibiotico, disponeva dell'esame che consente di escludere una forma batterica e, ciononostante, ha utilizzato un antibatterico gravato da non rare resistenze per quel tipo di patologia infettiva, ammesso che non fosse una banale faringite virale! La diagnosi differenziale tra mal di gola di eziologia virale e batterica è uno dei più frequenti dilemmi decisionali della medicina territoriale, non sempre facile da dirimere.Il problema in questi casi, di quotidiana osservazione in MG, si può risolvere utilizzando buoni argomenti per attendere l'evoluzione in tal senso dei sintomi, prescrivendo nel frattempo farmaci sintomatici per il dolore, sia topici che per via orale, come antipiretici o FANS. Ci vuole un po' di tempo per convincere l'assistito che insiste per avere l’antibiotico a non assumerlo subito, ma ci si può riuscire, specie se comunque gli si da la ricetta che potrà utilizzare in caso di chiara evoluzione verso una forma batterica (if therapy). Nei casi dubbi si usa prescrivere il tampone faringeo per una diagnosi eziologica più precisa, che risolve il dilemma terapeutico. Il ricorso ad esami batteriologici per l'identificazione dell'agente batterico, con conseguente  antibiogramma per la scelta dell’antibatterico adatto, è il passo razionale per prescrivere l'antibiotico efficace, nei tempi e nei modi giusti, ed evitare quindi terapie empiriche inappropriate e foriere di resistenze batteriche. Purtroppo nella routine non è sempre possibile e soprattutto non è sempre disponibile un esame batteriologico pronto ed affidabile, come nelle affezioni delle basse die respiratorie, dove invece sarebbe di grande aiuto per la terapia (bronchiti e broncopolmoniti).Malauguratamente una delle grandi assenti della formazione universitaria è la gestione delle principali e prevalenti infezioni delle prime vie aeree, dalle riniti alle faringiti, dall’influenza alle poliedriche sindromi influenzali. Carenza didattica che forse non è estranea all'uso incongruo e spesso clinicamente ininfluente degli antibiotici sul territorio.