Cureprimarie

La riforma del SSR alla stretta finale....


Il governatore Maroni ha annunciato pubblicamente per Natale il varo dell’attesa riforma del SSR Lombardo, che porta a compimento il percorso avviato alla fine di giugno con la diffusione del Libro Bianco sulla sanità regionale.La filosofia di fondo della legge 31 (la concorrenza tra erogatori pubblici e privati nel cosiddetto quasi-mercato) e il suo assetto organizzativo (separazione tra fornitori accreditati e ASL acquirente/controllore, remunerazione a prestazione e libertà di scelta) era ed è certamente funzionale alla gestione efficace ed efficiente delle condizioni e patologie acute - specie complesse, di tipo chirurgico e ad elevata complessità tecnologica - pur con non pochi problemi sul versante dell’appropriatezza, per via dell’induzione della domanda da parte dell’offerta, non di rado opportunistica, autoreferenziale od oltre i limiti della legalità. Si tratta di uno dei punti più rilevanti del cosiddetto fallimento del mercato in sanità, su cui si è esercitata l’analisi degli economisti del settore negli ultimi decenni e che spiega i limiti insiti nel quasi-mercato sanitario.Il Libro Bianco prende implicitamente atto del fatto che questo modello non è automaticamente trasferibile al territorio e alle cure primarie, per le loro peculiari caratteristiche, e soprattutto non può essere meccanicamente esteso alla gestione delle patologie croniche ad elevata prevalenza, a bassa intensità tecnologica ed assistenziale socio-sanitaria. In termini un po’ schematici è questo il nodo problematico che dovrà sciogliere la futura riforma del SSR, annunciata per la fine dell’anno e anticipata nelle sue linee generali dalla parte analitica Libro Bianco. Si tratta quindi di passaredalla concorrenza alla cooperazione, dal pagamento a prestazione/voucher alla remunerazione della presa in carico, dagli incentivi finanziari all’incentivazione della continuità e delle performances/esiti clinico-assistenziali, dalla compartimentazione all’integrazione reticolare ed inter-professionale tra ospedale e territorio.  Il limite del libro bianco sta' nel tentativo di conciliare i principi di fondo della legge 31 con il nuovo modello organizzativo proposto, operazione che paga lo scotto di una non risolta ambiguità: da un lato si vuole mantenere ferma l'opzione del "quasi mercato" in un regime di concorrenza/libera scelta, mentre dall’altro e nel contempo si propone un profondo riassetto organizzativo per migliorare l’integrazione sistemica e la continuità assistenziale della cronicità, obiettivi logicamente dissonanti rispetto alla frammentazione delle prestazioni, alla separazione tra gestione nosocomiale e territoriale e alla preminenza della remunerazione a prestazione. Vedremo se il testo della riforma annunciata riuscirà a superare questa incertezza di fondo.