Cureprimarie

L'equivoco delle AFT


 Da un anno a questa parte le regioni, in ordine sparso e con diverse modalità attuative, hanno avviato le procedure per la definizione territoriale e la costituzione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) previste dalla riforma che prende il nome dall’ex ministro Balduzzi, risalente alla fine del 2012.  Gli orientamenti delle amministrazioni sono come spesso capita poco uniformi e risentono di interpretazioni locali e talvolta forzate della normativa nazionale, che peraltro dovrà essere recepita dal futuro ACN rispetto al quale permane un’ampia incertezza.Secondo la Balduzzi le AFT, caratterizzate dal mantenimento della scelta del medico di fiducia e del rapporto individuale, sono “forme organizzative monoprofessionali…. che condividono in forma strutturata, obiettivi e percorsi assistenziali, strumenti di valutazione della qualità assistenziale, linee guida, audit e strumenti analoghi”. La Legge, in alcune regioni recepita in modo superficiale se non distorto, esclude un'attività assistenziale “esterna” al gruppo, ovvero rivolta alla popolazione di assistiti, perchè privilegia funzioni ed attività "interne" al gruppo di MMG, di tipo culturale e formativo in senso lato, ad esempio centrate sulle esperienza di governo clinico. Più in generale la legge indica alcuni precisi strumenti di valutazione della qualità dell'assistenza e delle performances, come l'audit sui risultati di processo/esito e salute, in relazione ai principali Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) o applicazione di Linee Guida, interventi di Formazione sul Campo etc... Nelle AFT saranno inseriti i medici di continuità assistenziale con i quali sarà possibile attuare una maggiore integrazione e continuità dell'assistenza tramite una rete informatica per la condivisione e lo scambio delle informazioni rilevanti.  Gli obiettivi formativi, culturali e di auto-valutazione dell'attività professionale risaltano ancor di più se si confronta il profilo dell'AFT della Balduzzi con quello dell’altra forma organizzativa prevista dalla legge ovvero le Unità Complesse delle Cure Primarie o UCCP, intese come “forme organizzative multiprofessionali…. che erogano, in coerenza con la programmazione regionale, prestazioni assistenzali tramite il coordinamento e l’intgrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Servizo sanitario nazionale, degli infermieri, delle professionalità ostetrica, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria." Questo modello presuppone "la costituzione di reti di poliambulatoriatori territoriali dotati di strumentazione di base, aperti al pubblico per tutto l’arco della giornata, nonchè nei giorni prefestivi e festivi con idonea turnazione”. Quindi le AFT, lungi dall'inserirsi in modo organico nel sistema di offerta di prestazioni alla popolazione, rappresentano l'occasione per aggregare i MMG dispersi, favorire il confronto sul campo tra loro superando il tradizionale isolamento della categoria; a partire dalle AFT è quindi possibile costruire quella comunità di pratica e di formazione continua, che è storicamente il principale gap della MG rispetto al resto del continente.Secondo il pedagogista Etienne Wenger, principale esponente del filone di studi in questo settore, la comunità di pratica (CdP) è un sistema auto-organizzato, che aggrega gruppi omogenei di lavoratori, sia a scopo di apprendimento che di sviluppo professionale, e che si compone di tre dimensioni:Un campo tematico comune: argomento che unisce i partecipanti alla CdP e che può evolversi nel tempo e nello spazio;La dimensione comunitaria: la base sociale della condivisione di idee, identità e modalità di azione ed interazione;Una pratica condivisa: conoscenze specifiche, contesto e modalità operative condivise, mantenute e coltivate dalla comunità stessa.La CdP condivide generalmente un luogo fisico di appartenenza, ad esempio una divisione ospedaliera, ma può essere anche di natura virtuale, nel qual caso sono le comunicazioni tra i suoi membri, in forma elettronica, che mantengono la coesione e l’identità del gruppo. Le AFT in quanto CdP potrebbero prevedere sia momenti periodici di interazione in presenza sia strumenti di comunicazione elettronici, come le reti professionali, mailing list, gruppo Fecbook etc. Ciò che conta, in questa prima fase, è la chiarezza dei compiti e delle funzioni indispensabili per garantire la costituzione e lo sviluppo di queste nuove forme organizzative. Ma fino ad ora purtroppo manca...