Esmeralda

Gli agricoltori, a molti questi sconosciuti....


Sollecitata da quello che sta succedendo a Roma in questi giorni, dal vertice Fao, dai trattori in piazza e la protesta degli agricoltori che blocca il traffico romano, mi sono andata a cercare da leggere su qualcosa a cui molti di noi non pensano mai: da dove vengono i prodotti che sono sui banchi dei mercati e che quotidianamente compriamo e mangiamo, prodotti così essenziali per la nostra dieta ed il nostro  benessere, che tutti reclamizzano, che tutti i nutrizionalisti ci spingono a mangiare più volte al giorno...parlo della frutta e verdura, parlo del grano, parlo di tanto altro che produce madre Terra! ...e parlo di chi aiuta madre Terra a produrre per soddisfare tanta richiesta, gli agricoltori. Io provengo da una realtà contadina ma cresciuta in città raramente il miopensiero va a chi sia d'estate che d'inverno si alza prima dell'alba per iniziare una dura giornata neii campi. Certo, il lavoro non è più così tanto manuale come una volta, zappa e aratro, ma comunque rimane un duro lavoro. Fra le tante cose che ho letto c'è questo incipit di Massimo Angelini, scritto per la CAMPAGNA POPOLARE PER L’AGRICOLTURA CONTADINA – 2009. Mi piace e ve lo regalo...Il mondo rurale faceva vivere la terra e gli uomini. Teneva in equilibriol e comunità con i loro ambienti; curava la fertilità dei terreni e delle piante, perché senza fertilità sarebbe presto scomparso e presto sarebbe scomparso il mondo abitato; dava nutrimento a tutti e, solo per questo,il lavoro dei contadini è il più importante dei lavori, anche se nella considerazione pubblica stava all’ultimo posto in quella scala sociale dove in cima stavano i sovrani, i sacerdoti, i professionisti della parola scritta e della guerra....                   Oggi non è facile parlare così di un’agricoltura che spesso non cura laterra, ma la consuma e ne fa steppa, erodendone la fertilità ed erodendoquella delle piante e la loro diversità, per dare spazio a monocolture diuna o poche varietà: sempre più sterili, sempre più redditizie per chi lecommercia e - fatti i conti, ma fatti bene – sempre più costose pertutti. L’agricoltura che non dà nutrimento più di quanto non dia malattiae porti con sé il deserto è ciò che genera il modo industriale e finanziario di considerare la terra. Dove gli uomini sono solo mani perfare girare numeri e macchine, e sono stomaci, e uteri per nuove mani estomaci. Dove le piante sono solo cloni votati alla massima resa, costiquello che costi. Dove gli animali sono solo carne, latte, uova e macchine per riprodursi di più e più in fretta. Dove il patrimoniogenetico di piante e animali è territorio di manipolazione e brevetto.Dove i prodotti servono prima di tutto ai giochi d’azzardo degliinvestitori. E si potrebbe andare avanti così, bilanciando l’abbrutimentoe il denaro, senza neanche il bisogno di nominarlo; e con l’abbrutimento,la sofferenza, il disastro ambientale, la miseria culturale, la follia.