Nuvola di passaggio

Le persone mi vedono come un serial killer


Ieri sera sono andato a vedere una mansarda da una donna che viveva sola. Si era lasciata col fidanzato poco prima di sposarsi e si era accollata il mutuo della villa. Brutta storia
Tra le solite domande e le conversazioni uscite fuori dalla visita lei esclama: "hai l'aria da serial killer". Prendo la palla al balzo e le rispondo: "lo so, ma nessuno mi dice mai perché". Allora inizia a dirmi tutte le sue considerazioni tra le mie domande sull'argomento, mi illumino d'immenso
Lei poi inizia a domandarmi che cosa ne pensi di lei e quale sia la sua paura più terribile e nascosta, per poterla risolvere. Le rispondo: "le persone devono essere libere di essere come vogliono". Insiste, mi dice che sarebbe in grado di affrontare le sue paure e superarle. Le dico: "è pericoloso, non è una buona cosa affrontare i problemi grandi senza aver affrontato prima quelli piccoli".Allora si offre di accompagnarmi alla stazione dei treni (perché non scroccare un passaggio?), accetto. Le dico allora cosa penso di lei e rimane molto scossa. In macchina penso alle sue parole, ora ho la possibilità di scegliere, di mostrarmi per l'una o per l'altra cosa, finalmente ho la chiave per essere accettato maggiormente dalle persone.Poi mi interrompe insistendo ancora. Penso: "potrei dirglielo, ma potrebbe non avere la forza necessaria per sopportare la notizia". Allora valuto attentamente il suo livello di maturità, forza interiore ed energia sprigionata dalla sua psiche: "la ragazza è a posto, ha tutte le carte in regola per riuscire, per diventare donna; sopporterà, so che riuscira a diventarlo". Le dico: "ma la stazione è così lontana?". Si gira verso di me: "ti sto accompagnando a casa, così hai più tempo per dirmelo" (perché non scroccare un passaggio fino a casa?).La guardo pensando: "le persone a me vicine mi hanno negato la conoscenza, mentre lei mi ha detto tutto, che società stronza e ipocrita quella in cui vivo!".Ora so che posso dirle tutto senza problemi, occorre solo trovare il modo di farlo senza provocare una ferita nella sua anima. Siamo quasi sotto casa quando inizio a parlare. Ad ogni frase si sente sempre più colpita, spero di non farle troppo male. Siamo a macchina ferma, mi fissa mentre le parlo di tutto, mi fa domande. Quando finisco si trattiene a stento dal piangere, rimanendo con un nodo in gola in piena riflessione. La guardo: è abbastanza forte, saprà sopravvivere.Dico con voce calma: "sono ancora in tempo per una pizza!". Mi guarda stupita come per dire: "ma come fai a fare un discorso così toccante ed a rimanere calmo?". Solleva gli occhi: "grazie", le avevo dato con il problema anche il percorso con la soluzione. Esco dall'auto a mi dirigo a casa, riflettendo su come un incontro fortuito possa trasformarsi in un motivo di miglioramento personale. E' stato tempo speso bene.