Nuvola di passaggio

La forza di una vita


Riaprii gli occhi perché avevo visto il tempo passarmi avanti, riappropriarmi del mio corpo e soprattutto scegliere la strada più giusta. Sarebbe stato facile abbandonarmi ad un sonno eterno e sognare fino alla fine dei miei giorni ogni cosa la mia mente avrebbe prodotto per la mia gioia. Non potevo però accettarlo: il mondo mi aveva rifiutato solo perché, da bravo informatico, ero inutile ai loro profitti; la mia famiglia mi sarebbe rimasta vicino e nei miei sogni più svariati mia madre mi avrebbe tenuto affianco a sé come sempre aveva voluto; avrei dovuto avere paura di svegliarmi per non sapere cosa sarebbe accaduto là fuori e rinnegare i miei sforzi per cambiare me stesso e gli altri, la sconfitta più totale per me, ormai dichiaratomi uomo da tempo, a lasciare dietro una gabbia il concetto di amore.I barboni per strada erano compagni di sventura: loro, come me, non servivano a nessuno se non per far guadagnare, creare montagne di metallo e carta e numeri di poco conto. Solo questo volevano gli altri e loro, non potendo o non volendo darlo, avevano scelto il rifiuto verso tutto. Ed alla fine si erano arresi a restare negli angoli. Mai nessuno però vidi mai per strada creando progresso sociale o guardando con occhi d'amore. Come loro tutti gli altri, intrappolati nella morsa sociale della buona condotta e dominio stavano vivendo la loro vita vissuta da regole imposte per loro sicurezza. La sicurezza di vivere tranquilli senza sofferenze, un'illusione propagata da onde radio su ogni parte del globo. E da lassù, satelliti proiettano la cupola oltre il quale nessuno oserà portare le proprie riflessioni ed affermare di aver sbagliato la propria vita.Io l'ho sbagliata. In bilico tra la vita e la morte per la 5° volta l'ho capito.La mia famiglia, le persone care non lo erano affatto, volevano come tutti i propri interessi. Interessi di una madre affettuosa o una zia premurosa. Solo interessi, occultati da finti stati d'animo e non sostenuti da mercanzie o valori concreti di scambio.E non potevo far finta di tutto, dopo che ovunque nel mondo la parola amore è sinonimo di interesse e interesse sinonimo di dominio. Sapevo di non essere l'unica scheggia impazzita in mezzo ad un mondo pieno di persone sane con principi radicati e uguali al proprio vicino di casa. E se per il mondo ciò che potevo dare era solo lavoro gratuito o senza degna remunerazione, io non avrei dato nulla di tangibile, mai più nulla se non il brivido sentito in petto senza venditore o acquirente, la sapienza mai concessa all'asta e il calore mai sentito in vita se non da pochi. Sarei stato chiamato pazzo o dissennato, ma davanti alla verità non avrei più potuto tacere.Dagli occhi chiusi scesero da ambo i lati una lacrima ed ognuna percorse la propria strada fino al cuscino, permettendomi di sentire ancora la freschezza del cotone bagnato. E da lì con gli occhi tremanti per la fatica di ricominciare li spalancai verso il soffitto, la vista oscurata delicatamente da lacrime. E la prima emozione fu ira.