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Le nostre femmine sono esseri inferiori

Post n°301 pubblicato il 16 Luglio 2008 da custode83
 

Viviamo in una società dove le femmine sono tutelate ed i maschi no. Chiedendomi il perché ho iniziato ad avvicinare persone per strada per i più svariati motivi, cercando di capire le loro reazioni. Il risultato è: le femmine hanno paura di essere avvicinate. Non dovrebbe essere così in effetti, ci sono leggi disumane per tutelarle: se un maschio le tocca dovunque senza permesso o se anche le guarda arrapato o le fissa, sono denunciabili e rischia la galera. Ma allora la paura su che si fonda? Ho scavato quindi ni meandri dei millenni addietro, valutando le capacità insite in entrambi i sessi.
I maschi hanno sempre cercato di auto migliorarsi fisicamente e spritualmente per ragioni di potere e conquista ed hanno imparato a riconoscere il pericolo e valutare le situazioni.
Le femmine hanno sempre cercato di auto migliorarsi caratterialmente e spiritualmente per ragioni di conquista sessuale, ed hanno imparato a portare pace tra le persone.
Entrambi inoltre hanno sviluppato istinto di autodifesa e coscienza collettiva. Niente toglie all'uno o all'altro sesso, i due semplicemente si compensano. La questione non era affatto chiara, qualcosa mi mancava. E la colpa è ancora una volta della società.

Tutelando così fortemente il genere femminile, lo stato ha permesso loro di non assumersi il carico della loro femminilità. Questo non porta l'incontro tra persone in modo equo, cioè non ci si incontra uno a una, ma uno a una più le leggi a tutela dell'una. Mentre il maschio deve dimostrare la forza di saper affrontare la situazione in condizioni sfavoreoli, la femmina può starsene tranquilla e protetta da quelle leggi.

Però così facendo, il maschio, non avendo modo di esternare il suo istinto di conquista toccandola o avanzando proposte indecenti senza rischiare grosso, pensa ovviamente che andare contro le leggi sia una conquista assai più grande di avere una singola femmina. Tanto più l'affascina quanto più sarà disposto a andare oltre, ed il desiderio pressante represso alla fine diventa un'idea e l'idea un piano d'azione.
Per questo ci sono migliaia e migliaia di stupri l'anno e i maschi trattano le loro femmine malissimo: è più affascinante avere in pugno la legge piuttosto di lei. Lei, una misera creatura contro un sistema vasto e forte. Ed andare oltre con lei senza essere un nemico del sistema è come averne il potere, più forte della massa.

Allora la femmina impaurita, nonostante le leggi iperprotettive continua ad aver paura, ad evitare il più possibile i contatti anche se sicuri secondo il suo istinto, selezionando ancor più le persone. Il risultato è la chiusura in un proprio mondo, con l'ombra di maschi assassini sopra di loro. E' un mondo di paura e di insicurezza, dove l'inganno può essere dovunque e l'errore può costare caro.

Pensando quindi al presente, la nostra società non permette alle femmine di essere sicure in presenza di maschi, sebbene esista per loro tutta la protezione possibile, e mentre il maschio è in grado di esternare tutte le sue caratteristiche umane e riuscire a crescere come persona, anche se uno stupro dopo l'altro, la femmina non può.
Perché la paura non dà la libertà di essere come vorrebbero, negando la capacità di calmare gli animi degli altri, più alta caratteristica femminile.
La nostra società crea femmine le quali risultano degli esseri inferiori

 
 
 

TV gratis della 3

Post n°300 pubblicato il 15 Luglio 2008 da custode83
 
Tag: Consumi

Mi arriva un messaggio sul cellulare: "Da oggi la tv sul tuo videofonino è gratis, ti basta accedere al portale per vederla". Il portale però costa 9 centesimi ad ogni apertura, qundi la tv non è affatto gratis, anche perché un sacco di volte cade la linea sul portale!

 
 
 

E' strano: posso avere il meglio e non lo voglio

Post n°299 pubblicato il 15 Luglio 2008 da custode83
 

A soli tre giorni dall’esame per l’ammissione alla comunità europea mi ritrovo senza motivazioni nel sostenerlo. Eppure fino a qualche mese fa mi sarebbe piaciuto essere tra i migliori in Europa e lavorare all’estero da riccone che poteva avere tutto. Invece ora non è più così, ora se mi negassero di lavorare all’orfanotrofio e mi accettassero all’UE non credo accetterei. Sono pazzo? Sì, forse per tutti sono pazzo: avrei soldi, benefici di ogni genere, un futuro assicurato, un lavoro sicuro con il massimo dell’importanza in ogni luogo sul pianeta. Però mi alzo ogni mattina e penso che un altro giorno se ne andrà senza motivo, non avrò fatto nulla di tangibile, non vedrò le persone più felici di quanto sono.

Le persone.

Forse il lavoro lo accetterò, ma solo quando mi sarò allontanato da tutto questo, dagli sguardi assenti e rassegnati di tutti a vivere nelle loro illusioni. E solo se non vedrò persone vere.

Intanto venerdì ho l’esame e per la legge di Murphy dovrei essere assunto. Almeno potrò dire: voleva assumermi la comunità europea ed ho rifiutato

 
 
 

Lavoro in ferie

Post n°298 pubblicato il 15 Luglio 2008 da custode83
 
Tag: Diario

Il mio nuovo lavoro consiste nel chiamare le persone e dopo aver sentito i loro problemi con i macchinari più disparati dire: "allora le faccio arrivare un tecnico al più presto". E' bellissimo, una pacchia totale!

Tutti dicono che sono sprecato, ma io prenderò questa esperienzacome una sorta di ferie dalla frenesia produttiva del mondo occidentale

 
 
 

La ragazza X: sono maledettamente umano

Post n°297 pubblicato il 11 Luglio 2008 da custode83
 

In quei giorni regnò la pace: le ragazze vestite provocanti non avevano più effetto su di me, l'affare non si ingrossava, ero calmo di fronte alle scelte, la mente vuota e valutavo lucidamente le questioni. Mi chiedevo: "è possibile ottenere tutto questo insieme?". Erano infatti molte le cose mutate in pochi giorni, non acquisite gradualmente, come se la vita fosse stata vissuta a scaglioni. Dovevo crederci, era reale, ero io, era in me, era tutto accaduto. La pace...ciò che tutti desideravano io l'avevo ottenuto. Eppure continuavo a vivere come avevo sempre fatto, non ero diventato un santo o perfetto, ero semplicemente calmo e fermo. E nulla mi scosse in quei giorni, sentivo le reazioni del mio corpo e della mia mente svanire, come se non servissero più. Io le apsettavo, ma niente. Capii di avere la completa libertà di scelta, il libero arbitrio che tutti dicevano di avere ma non avevano. Una sensazione fantastica, tutto nelle mie mani, di colpo, senza inibizioni, dolori, ansie, rancori. Potevo tutto, tutto. E lì il cuore mi saltò in gola: "tutto? Cosa significa tutto? Significa ogni cosa?". Guardavo le persone per strada, avrei potuto fare qualunque cosa agli altri o per gli altri, a me o per me, non avevo freni, tutto era svanito. In questo vuoto più totale non seppi più chi ero, ne dove sarei andato a finire. Forse era la fine della mia vita? Avevo perso la mia anima? "Non è possibile, io sono migliore ora, sono un uomo, sono maturo...ma forse sono un mostro? Posso fare del male? E così è il male?". Non trovavo nemmeno le indicazioni del bene e del male, erano sparite anche quelle.
I giorni passavano e rimanevo vuoto, non mi importava di essere, mi bastava vivere. Perché mai mi ero sentito vivo a quel modo, mai mi ero sentito così potente. Ma di questo non sorridevo, non mi vantavo, non ne parlavo ad alcuno: non mi interessava, il deserto era totale, io ero solamente io. Mi accorsi col passare dei giorni di essere in grado di costruire un futuro, per me e per gli altri, cosa prima impensabile. Ero sempre stato concentrato su me e chi mi era accanto, vedevo i legami della società, regole da seguire, vita da vivere secondo schemi. Invece il deserto aveva spazzato via anche quello: "posso davvero costruire un futuro? E come? Io non ho la forza necessaria", poi mi concentravo sulle braccia, sentivo il sangue scorrere, rabbrividivo da solo di tanta percezione verso il mio corpo. Ad ogni movimento l'afflusso di sangue era diverso, cambiava d'intensità. "Ma cosa sono diventato? Sono umano, cos'è tutto questo?".
Guardai al percorso intrapreso per arrivare a quei giorni, forse era sbagliato, ma non poteva, io mi sentivo bene, veramente bene e in pace. Eppure la pace non era la cosa che mi veniva in mente osservandomi. Ma un pensiero mi sorvolò la testa: "potere e controllo sono associate alla malvagità e all'oppressione, non alla pace. Io penso di essere diventato malvagio per aver ottenuto il controllo di me stesso. Ma non è così, io sono semplicemente io". E la pace lo dimostrava.
Mi sedetti con gli occhi chiusi e pensai a quale fosse la cosa che mi avrebbe reso più felice, capace di smuovere quest'animo ormai fermo ed immobile. Minuti di pensieri, tutti passavano nella mente senza lasciare traccia di rinnovamento. Feci allora una pausa, bevendo qualcosa: "sono diventato arido, a che è servito tutto questo? Almeno non sono diventato perverso". Richiusi gli occhi, mi addormentai quasi per la concentrazione e nel sonno apparente vedevo come un nucleo infuocato nel mio petto bruciare incessantemente. Almeno quello si muoveva. Mi focalizzai, cercando di capire cosa fosse. Le mani iniziarono a tremare con il corpo scosso a tratti, era davvero forte ciò che avevo dentro. Rimasi immobile anche se scosso, ormai ogni paura era sparita. Analizzai i pensieri, le emozioni dentro quella sfera: "io non conosco il contenuto di questo nucleo. Ma che diavolo c'è qui dentro?", le emozioni erano incomprensibili al momento, visioni di sguardi, di comportamenti, stati d'animo passavano da ogni parte uscendo da lì. Cercando un senso a tutto ed incuriosito da tutto quel movimento in quel deserto infinito mi spinsi oltre a guardare all'interno di tutto l'agglomerato. In quell'istante il sangue si scaldò di colpo, niente più tremolii ma solo una grande forza. Una forza che mai avevo conosciuto, né da me né dagli altri: "amore? Posso chiamarla così? Diavolo, è maledettamente umana questa sensazione, e poi che ne so io cos'è esattamente l'amore? Eppure mi sembra ci sia tutto quello che conta per dedicarsi agli altri". Strana la vita: non ero mai stato amato, ma riuscivo ad amare, non potendo però amare me stesso. In tutti quei comportamenti infatti, io non ero contemplato. Li presi tutti, li feci miei, vidi quali avrebbero potuto servirmi e quali no, e nessuno lo scartai. Triste destino, ero condannato ancora a non conoscere l'amore sebbene sapessi perfettamente cosa fosse.
Ed ogni volta quell'insieme di sensazioni venivano a galla, il deserto spariva, tutto diventava movimento, le braccia prendevano vigore ed il controllo ed il potere su me stesso prima sentito non era nulla a confronto. Pensai a tutte le persone in vita in quel momento attorno a me, ignare di cosa avrebbero potuto ottenere e non conoscendo la strada si erano fermate. "Se ognuno sentisse cosa sento io il mondo diventerebbe pace", ma era solo un'utopia, le persone non sarebbero mai maturate abbastanza ed io ero solo una muffa in un mondo che mai mi aveva accettato per la mia prematurità e mai lo avrebbe fatto. Eppure cosa avevo ottenuto non era la pace, ma l'amore. Un amore del tutto umano

 
 
 
 
 

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Un blog di: custode83
Data di creazione: 25/04/2007
 
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