Nuvola di passaggio

Tutto su di me, tutta la verità, nient'altro che la verità

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: custode83
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 41
Prov: RM
 

 

Lezioni di pattinaggio

Post n°265 pubblicato il 01 Giugno 2008 da custode83
 
Tag: Diario

Oggi ho preso i pattini e sono andato in pista ad imparare. Arrivo e trovo tutti bambini che pattinano perfettamente. Mi siedo, mi metto le protezioni ed arriva un bambino di 11 anni in bici: "ciao, mi chiamo Mario. Sai fare le acrobazie?". Alzo la testa: "N...nooo! Veramente non so nemmeno pattinare". Rimane stupito: "Nooo!!! Se vuoi ti insegno io". Accetto
Inizio a fare un paio di passi totalmente instabili, mi tengo ai corrimano, giro lo sguardo e Mario è al centro della pista facendo acrobazie con la bici, sgomma vicino a me: "lezione 1: impara a muoverti", mi spiega come muovere le gambe, tenere l'equilibrio, curvare e frenare. Ovviamente cado almeno una volta al minuto, dopo 2 minuti si avvicina e mi porge la mano: "prendi la mia mano, ti tengo io mentre parti"
Mi sento un bambino di 7 anni, ma sorrido e gli porgo la mano, mi porta con la bici a metà pista e mi lascia, io tutto contento e sorridente ormai partito continuo sciolto, per poi ammucchiarmi alla curva in un paio di rotolate.
Si avvicinano due bambine: "com'è non ci sai andare?". "E' la prima volta". "La prima volta?!? DAVVERO?!?" "Si". "Ma quanti anni hai?". Si mettono a ridere e se ne vanno. Mario le guarda anche lui infastidito streghette!
Scherziamo, sorrido che riesco ormai a cadere ogni due minuti. Gli chiedo: "mi fai vedere un pò di acrobazie?". Parte al centro restando in equilibrio sulla bici in varie posizioni distese. Gli faccio i complimenti, poi mi fa vedere un'acrobazia sui pedali posteriori. Sorrido affascinato, poi un'altra sgommata: "lezione 2: pattina all'indietro". Scoppio a ridere: "ma io non so pattinare nemmeno in avanti!". "Non fa niente ti insegno io". Nella mia vita non ricordo nessuno che mi abbia dato un incoraggiamento del genere
Gli do la mano all'indietro ed in corsa riesco a fare qualche metro all'indietro: wow, che forza! Continuo un pò a pattinare in tranquillità con lui che fa acrobazie attorno. Dopo le solite cadute le ragazzine mi prendono in giro, oppure deviano il loro percorso quandono passano davanti a me guardandomi come spazzatura
Cado in centro pista, ruzzolo qualche metro rimanendo a terra un bel pò dolorante. Mi rialzo tra gemiti ancora una volta, alzo la testa e vedo la sua mano, mi rialza: "vuoi un voto da 0 a 20?". "Dimmi". "3" Vabbè, so in fondo che ce la sto mettendo tutta.
"Lezione 3: cosa fai se un camion ti sta venendo contro e devi schivarlo?". "Mi butto di lato!". "E se non puoi?". "Mi stai dicendo che posso pattinare accucciato?". Mi porge la mano portandomi al centro, mi spiega come accuciarmi, ci riesco per qualche metro per poi ogni volta cadere sdraiato.
Mi rialzo dolorante dappertutto, una signora che sta pattinando ha il terrore di quando le sto vicino, due vechiette mi guardano con aria beffarda. Ma come può essere che un bambino sia senza paura e sia il solo ad osservare la crescita invece dell'inettitudine? 10 cadute dopo sono quasi sfinito, ma felice. Mi rialza ancora, lo guardo negli occhi sperando diventi un uomo presto, trasmettendogli esempi di vita senza che la sua razionalità se ne accorga, in parte recepiti dalla sua mente. Questo il mio ringraziamento.
"Lezione 4: salto". Inizio a saltare, mi incita continuamente ad ogni salto: "più in alto!". Alla fine quando sembro essere arrivato al massimo mi dice: "ora accucciati e poi salta". Lo faccio spiccando un salto incredibile! Ricado addirittura in piedi


Sorride facendomi i complimenti, sta osservando la mia tenacia serena nell'affrontare la prima volta, l'incapacità ed il dolore. Lo guardo sorridente non nascondendogli nulla: merita ogni insegnamento e ragionamento voglia fare per se stesso. Anzi amplifico l'esternamento delle emozioni al pari di un bambino più piccolo di lui.
Mi porge la mano, a metà pista mi accuccio, poi mi lascia e salto, salti altissimi, con la ricaduta ogni volta a spiaccicarmi per terra, allo stesso modo di willy coyote. Sorridente mi ridice: "vuoi un voto da 0 a 10? 9", sorrido, so che osserva l'impegno.
Lui si sta divertendo un mondo a vedere le mie facce teatrali dopo ogni spiaccicamento. Mi rialza ogni volta e mi riporta al centro, ed io puntualmente rimango a terra dolorante e felice.
Felice di aver trovato un bambino fuori dal comune, passato un pomeriggio tra sorrisi e scherzi, bambino per un giorno, anzi più in basso di un bambino. Poiché mi porgeva la mano ma non mi importava di essere rialzato, anzi, ciò che non trovo giornalmente in persone definite da tutti "mature", le ho trovate in lui. Momenti che mi fanno sperare ancora in un futuro migliore

 
 
 

Paura di chi non ha paura

Post n°264 pubblicato il 30 Maggio 2008 da custode83
 

Il progetto è terminato ed oggi i saluti. Salgo da Giulia verso le 10, parliamo di amore, solitudine, incomprensione. A questo punto parliamo delle mie poesie e mi chiede di poterle leggere. Non ho voglia di prenderle una per una e spedirgliele: "le trovi sul mio blog". Scendo per lavorare anche se è l'ultimo giorno, pranzo e lavoro ancora fino alle 16. E' arrivata l'ora dei saluti, bisogna scegliere l'ordine: mi alzo e vado da Giulia.

Mi affaccio alla porta dell'ufficio: "sto andando via". Si gira sorridente, il suo sguardo è sereno, chissà cos'è accaduto. Entro con la solita espressione di ragazzo ignorante e cieco che mi piace tanto. La guardo e sorrido, lei alza lo sguardo e sorride, dentro sta sospirando nel vedermi . Le concedo l'iniziativa che non tarda a venire: "sei fantastico, sto da stamattina a leggere il tuo blog". Ha uno scossone emozionale, le si mozza il fiato, trema mentre riprende il controllo di sé. Ovviamente rimango zitto e continua: "cioè, scrivi benissimo, non ho smesso di leggere da stamattina, ma che ci stai a fare qua?". Le avrei voluto dire di non avere mai avuto un incoraggiamento per andare avanti, di non aver mai avuto una persona accanto in grado di farmi notare le mie qualità, della tristezza di essere me stesso ed essere apprezzato solo a lavoro.
Non ce l'ho fatta: non ho mai avuto un dialogo sereno con lei e sono sempre stato considerato come un ragazzo fuori di testa e tenuto a distanza. Abbasso allora la testa in un sospiro: "eh".

Mi fa vedere un post, mi spiega le ragioni per cui le piace, io ovviamente do uno sguardo a lei che sta iniziando ad esternare emozioni più latenti. Sorrido per i complimenti, poi mi rimetto di fronte a lei; parliamo del libro sulla mia vita: "quando lo termino te ne porto una copia", sgrana gli occhi mostrando le emozioni: "ci tengo, davvero, portalo qui, ricordati di venire".

Sono piegato dal dolore, ho visto troppo, vorrei sbattere i pugni sul tavolo e mettermi a piangere: è eccitata interiormente, disposta ad un dialogo ed ad una conoscenza. Oggi però, l'ultimo giorno, dopo avermi avuto per un anno davanti a lei ed essersene fregata di avvicinarsi. Non voglio io, non ora, sarebbe troppo facile scardinarle le difese ed avvicinarla. Mi ripeto: "l'incontro è un atto di scelta volontaria ", alla fine mi controllo nel non provocarle reazioni e la lascio libera di essere se stessa.

In questo paio di secondi rimango a contemplare i suoi occhi, poi sorrido: "certo, verrò a portartelo". Avrei voluto parlare di lei, di come la sua realizzazione e la sua felicità fossero così vicine e non lo vedeva, di come sarebbe diventata in poco tempo se avesse iniziato ad amare. Chiudo gli occhi per un secondo: "non mi crederebbe, sarei preso ancora una volta per matto o per presuntuoso. Mi dispiace". Riprende con un altro discorso: "sai, ti ho visto sempre in modo diverso, ma adesso sei cambiato. Devo ammettere che anch'io ho avuto paura di te". Ma nei suoi occhi la paura è ancora viva. Continua a sorridermi, mentre mi sto lacerando dentro, ha appena risvegliato uno dei motivi per cui piango da quando sono un uomo: la solitudine provocata dalla paura. In quel momento se non avesse avuto paura di me, sarei scoppiato a piangere buttandomi fra le sue braccia, ma il dolore provocato dalla sua paura verso di me frena le mie lacrime. Pare che la ragazza stia facendo di tutto per provocarmi dolore, poi ritrovo un pò di lucidità ed ammetto l'impossibilità di una mia conoscenza così approfondita. Mi pongo in meditazione, respiro al fine di rilassarmi ed inizio a stare meglio.

Continuiamo la chiacchierata per alcuni minuti, poi i saluti. Si alza e le do i bacetti, ma in quel momento un nodo alla gola. Devo fare qualcosa o rischio di creare un lago per terra, devo allontanarmi dal suo sguardo. La abbraccio e socchiudo gli occhi, un piccolo sospiro per riprendermi. Ma continuava a controllarsi ed ho acconsentito ad un saluto semi formale. Le dico: "è stato bello conoscerti", "anche per me è stato bello". Cerco di fingere di non sentire la tonalità di voce con cui ha sussurrato le parole o inizio a vibrare tra le sue braccia. Mi riesce e mi stacco dopo quasi cinque secondi.

Non ce la faccio quasi più a contenermi, avrei voluto solo uno sguardo sincero e senza difese per aprirmi a lei completamente, ma continuava a non togliere la maschera, anche se molto traspariva dal suo cuore. Si siede e la saluto, scendendo verso i colleghi, salutandoli uno ad uno, per poi abbandonare l'edificio.

Andando verso casa ancora il nodo alla gola e gli occhi appesantiti, con il dolore a fermare il pianto imminente. Ripenso alle sue parole sulla solitudine, sulla paura.

Ancora oggi sono solo e nessuno rischia di conoscermi, per paura. Sono senza paura e solo in un mondo pieno di paura dove le persone si illudono di non essere sole senza prima guardare il deserto nel loro animo. Paura di chi non ha paura. Paura di me.

 
 
 

Animale maturo

Post n°263 pubblicato il 30 Maggio 2008 da custode83
 

Ieri sera sono uscito dalla palestra andando a mangiare in un locale ancora tutto sudato, per giunta di corsa. Mi fermo ad un semaforo, un gatto si ferma affianco a pochi metri. Da tempo riflettevo sulla maturità animale e sulla malvagità umana nell'avere in appartamento un animale domestico senza dargli l'opportunità di crescere.

Mi abbasso e lo guardo, ricambia, mi guarda nelle pupille osservando la mancanza di aggressività. Rimango ad osservare le reazioni, mi squadra, si vede la mancanza di paura nei miei confronti: rimane fermo, impassibile e calmo, più maturo delle persone giornalmente incontrate per strada.

Si avvicina, mi si pone davanti ed alza lo sguardo, poi mi accarezza la gamba. Allora ricordo le nozioni imparate in psicologia evolutiva, continuo ad osservarlo, è un signor gatto ed è capace di mostrare affetto (cosa che le persone non fanno generalmente poiché meno evolute di lui). Lo accarezzo, mi accarezza, non diventa bambino come gli animali domestici se non per i pochi secondi in cui gli dimostro affetto. Ricambia e mi guarda controllando se io divento bambino, lo faccio.

Dopo un paio di minuti di coccole scambiate con il gatto mi alzo, le mie supposizioni sono esatte: gli animali randagi sono più maturi degli esseri umani. Lo guardo mentre mi allontano girandomi, mi sta ancora guardando sorridente.

Ora ne sono sicuro: se trovo un cane randagio ne divento amico

 
 
 

Caduta libera

Post n°262 pubblicato il 29 Maggio 2008 da custode83
 
Tag: Poesie

Sono padre senza figli
sono amore senza amanti
sono albero che cresce
sono casa che decade

niente spazio alla mia vita
solo un numero nel mondo
nessun luogo è mai protetto
nessun angolo è sospetto

vorrei dire di esser grande
guardo il cielo e mi deprimo
guardo atterra son pulcino
sono avanti già negli anni

e sebbene la mia vita
vada incontro alla sua fine
non importa se finita
saprò adempiere i rintocchi

dall'inizio ero cielo
e cadendo venni nube
nella nebbia fino a neve
nella terra ora radice.

E da lei il nutrimento
ora tutto ha un senso
non dipendo né mi sento
ma vivo vedo e sono tempo

 
 
 

La normalità è la depravazione

Post n°261 pubblicato il 28 Maggio 2008 da custode83
 

Ieri sera parlo con una ragazza a casa mia, chiedendole se le sue amiche volessero una relazione di coppia, più o meno impegnativa e che sarei stato disposto a conoscerle. Ci pensa un attimo: "no, nessuna. Tutte fanno come gli pare". Incredibile, tutte le sue amiche preferiscono sesso spicciolo ad una persona a loro fianco.
Esco, vado al solito posto coi ragazzi ed assisto ad una scena di gelosia e vendetta. Una ragazza era stata tradita dal suo convivente, che poi si è messo con lei. Questa è diventata allora la sua amante, facendo sesso in casa dell'altra. E quella sera si erano sfasciati la macchina a vicenda con l'altra, per gelosia e vendetta.
Un pò scosso me ne vado allora in spiaggia, a riflettere. Le onde sbattono sul ponte altissime infrangendosi fino a metà, la prima cosa che asseconda il mio animo. Rifletto sul mio modo di vivere, sull'amore, sul sesso per puro piacere. Sembra che il mondo sia diverso da me. Guardo il mare, mi rilasso nel vedere il suo impeto, sorrido di nuovo. E' quasi ora di andare a dormire, ormai è notte fonda.
Dal falò sulla spiaggia corrono sul ponte due ragazze ubriache, una cerca di avvicinarsi con arie da seduzione, sono serio, corrono poi fin alla fine ed un'onda le travolge. Sono ancora giovani, stanno cercando un posto in questo mondo che non riescono a trovare, la forza di possedere la propria vita e di andare avanti. La sfida col mare continua, una di loro perde una scarpa trascinata dalle onde. Sono ubriachissime, la birra nelle loro mani è diventata salata e non si reggono in piedi. Guardo il falò, altre persone in festa, ma per cosa? Molti sono svestiti ed assisto a scene di depravazione e vizio totali, mi viene quasi da vomitare, ripenso ai miei tempi, quando anch'io lo facevo e ricordo la grande deviazione psichica di quel periodo.
Scaccio i ricordi, le ragazze scappano all'indietro verso la spiaggia a causa di un'onda enorme, mi accascio, compresso con le mani sulla testa: "il mondo non può essere così, non il posto dove voglio vivere. C'è sicuramente qualcuno di diverso da loro". Mi faccio coraggio, ho trovato forse una ragazza in grado di amare, una bella notizia per un paese di un milione di abitanti. Mi sento di nuovo solo, nessuno ancora in grado di capirmi, ancora giovani ovunque e nessuno che indichi loro la strada, nessuno di loro con la forza di affrontare la realtà, immersi in birra e droga e feste per dimenticare questo fottuto luogo senza futuro.
Realizzo di dover andare via, penso in Asia, forse a Brussel dove mi è stata fatta un'offerta di lavoro. Ma con forza e con la promessa nel cuore mi rialzo e stringendo i denti mi avvio all'uscita del ponte, pronto ad andare ancora a caccia nei dintorni.
Sento di nuovo l'ira provocata dalla solitudine di non essere ancora un ragazzo, sono tesissimo, entro nel pub ed ordino birra per rilassare le meningi.
Sta entrando Giulia con l'allegro gruppo, avrebbe detto non sarebbe venuta. Ci ignoriamo per tutta la serata, io assorto nei miei pensieri e lei a festeggiare il compleanno di un ragazzo, scroccona come sempre.
Non una parola dolce, nessuno a farmi sorridere. Come sempre solo ed il solo ad incontrare gli altri nei momenti difficili.
Il solo (oltre la ragazza, forse) a saper amare.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: custode83
Data di creazione: 25/04/2007
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

bertazzo.paolacustode83TOMGIOELjamaicadgl_80famreb2000LillivagaBIMBOTTO82Lafleur1967rovigno4sofodomenicovincenzo.nappo91m_max1970chrincymonsterge0ruzzytlon
 

ULTIMI COMMENTI

Tu chi? Non hai scritto il tuo nome
Inviato da: custode83
il 28/04/2009 alle 19:43
 
Come chiunque tu sia...ero io!
Inviato da: Anonimo
il 27/04/2009 alle 18:52
 
Grazie...chiunque tu sia
Inviato da: custode83
il 11/04/2009 alle 21:03
 
Per te che cerchi sempre nuovi lavori:...
Inviato da: Anonimo
il 01/04/2009 alle 00:01
 
Ho sentito anch'io di molte persone con le gambe di...
Inviato da: custode83
il 02/02/2009 alle 21:19
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963