Nuvola di passaggio

Tutto su di me, tutta la verità, nient'altro che la verità

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: custode83
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 41
Prov: RM
 

 

Io ora, se cosi posso chiamarmi

Post n°332 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da custode83
 

E' difficile esprimere me stesso ora, come sono diventato. Tempo fa, prima di adattamentarmi, mi dicevano di esprimermi come un visionario, come un profeta. Ora lo sono ancora di più . Non è facile potermi esprimere perché so che molti non capiranno o confonderanno . Adesso ancora di più. Dovrei parlare di amore, di quanto è cambiata la mia vita da quando l'ho accettato e di quanto ancora potrei dare ma non posso ora perché tra i timori e la costante idea negli altri della mia diversità sarei più trattato da pazzo che da altro. Spero però di trovare le parole adatte e comunicare anche parzialmente le mie conquiste. Dal tronde solo un pazzo parla d'amore.

 
 
 

Gli insegnamenti della sapienza

Post n°331 pubblicato il 22 Settembre 2008 da custode83
 

Primo insegnamento della sapienza: se sei nemico a te stesso non avrai amici. Nessuno infatti è amico ad un nemico. Via il mento da serial killer, una bella barba da profeta è quello che ci vuole!
Secondo insegnamento della sapienza: la ricerca è più importante del possesso della soluzione. Se il mondo non mi credeva, avrei cercato chiunque in grado di credere in me. Fu un prete.
Terzo insegnamento della sapienza: la sapienza è nata prima della nascita dell'uomo, essa non è quindi nell'uomo ma ovunque ognuno la cerchi, e se cercata si fa trovare. Guardai allora con occhio diverso le situazioni, le persone, osservando dal profondo della loro vita le loro scelte ed il perché della loro condotta di vita.
Da buon ateo capii una delle più grandi verità: gli atei non hanno disciplina spirituale, se non molto pochi, ma i più non ascoltano altro che la loro vena di possesso e desiderio. Materialisti e superficiali. Non che i religiosi fossero da meno, ma almeno loro, in continua ricerca di qualcosa che mai troveranno perché la cercano nel luogo sbagliato, sapranno con dottrina para militare capire la disciplina sita in me ed osservare i prodotti della mia mente in una luce di critica piuttosto che di rifiuto. Infatti nel loro credo vi è l'ignoto, e giacché in me vi sia lo stesso loro hanno già abitudine nel non sapere chi e come ha fatto cosa e perché. Tali cose sconosciute a tutti, bersagliano continuamente la loro esistenza e consentono di avere con me un dialogo altrimenti inesistente. Anche se poca, la disciplina deve esistere per poter credere, ed ero sicuramente nel posto giusto. Aveva ragione Anna: dovevo solo guardarmi attorno ed avrei trovato la strada giusta.

 
 
 

La sapienza è mia amica

Post n°330 pubblicato il 22 Settembre 2008 da custode83
 

Tornato a casa Michele si mise a parlare ancora della propria gioventù con tutte le proprie amarezze. Nella sua vita vi erano stati punti positivi e di grande forza, ma come tutti si era perso nell'inutilità dell'esistenza. Lo confortai parlando in positivo della sua vita. Dopo molto sorrise e pianse, tra un litro di vino ed un altro a tavola. Avrebbe voluto ringraziarmi ed io avrei ascoltato con l'orecchio, ma non ebbe il coraggio, allora ascoltai in altro modo e tornai alle mie cose. Il punto fondamentale era: “da dove riparto? Non sono in grado di agire correttamente, mai saputo”, ed ora era il fondamento del mio rilancio, “non ho la sapienza necessaria ad agire correttamente senza una guida e non ho chiesto la sapienza”. E dove trovare una guida per me? Le persone ad un confronto aperto restavano tutte ammutolite, o perché i miei pensieri erano ritenuti folli o perché saggi, ma mai un maestro per me. Tremenda disperazione! Eppure qualcuno doveva esserci! Magari in India l'avrei trovato o in Africa, però se l'avessi osservato avrei capito immediatamente la fonte della sua saggezza e con in mano la fonte mi sarei presto distaccato a cercare la verità in quella. Rinunciai. Per vari giorni vagliai le proposte sul luogo e società giusta senza risposta.
Alla fine però mi arresi e scelsi di ricercare il maestro attraverso il tempo, nei 3500 anni di storia addietro avvalermi della sapienza degli antichi, l'unico modo di guardare al futuro: possedere la scienza del passato. Perché qualcuno diverso da me la sapienza l'aveva chiesta ed ottenutala la scrisse e sebbene io chiesi altro e non quella, avrei potuto attraverso la visione delle forme allegoriche capire la matrice del pensiero e dell'animo e plasmarla affinché fosse mia compagna. Di questo ne ero certo, dovevo solo avere accesso a quel maestro.
Presi la bibbia e l'aprii, lessi il libro “la sapienza”, ogni giorno leggevo ed ogni giorno il mondo attorno a me cambiava. Sapevo di essere io a cambiare ed ormai la paura scivolatami addosso da tempo, vedevo il cambiamento come un'evoluzione e sorridevo sotto la barba ormai cresciuta. Chiusi il libro, 31 capitoli di pura saggezza ed errore. Un ricco pasto per la mia mente, la matrice era stata trovata e la strada spianata. Avrei saputo agire, il maestro era stato, avevo imparato da millenni di pensiero umano sintetizzato in versi per quasi tutti incomprensibili. Potevo ricominciare a vivere.

 
 
 

Devo andare

Post n°329 pubblicato il 22 Settembre 2008 da custode83
 

Difficile scegliere il primo pensiero dopo 7 giorni di sogni perfettamente ricordati ed usati per scegliere il futuro. La mente era vuota e non sapevo veramente cosa fare. Osservavo il soffitto con le mani sul petto come un cadavere e le lacrime asciugarsi da sole negli occhi. Qualunque cosa avessi scelto sarebbe stata attiva e non passiva come in passato, ora sapevo di dover agire per cambiare la vita sbagliata finora. E pensai a Cristian, mi serviva un pensiero allegro dopo una settimana da riflessione e il sorriso venne ancora. Mi alzai dal letto, la testa pesante e muscoli atrofizzati, come uno zombie accesi il computer. Il pensiero fu: “voglio dei feed rss! Almeno quando rileggerà il mio blog col suo solito sorriso saprà quando ho scritto altro senza ogni volta farlo controllare”. Poi spensi e con occhi pesanti pensai ad Erica, niente a favore della sua felicità, non ce n'era bisogno. Mi adagiai in cucina barcollante e subito mia madre mi chiese preoccupata come mi sentivo, cosa volevo fare col lavoro. “Mamma, mi sono appena svegliato!”. Mi misi la mano sul volto sospirando. “Ma mamma tua voleva solo dirti che è preoccupata!”. Ormai amico dell'ira ripresi coscienza subito delle mie forze mentali e decisi di osservarla dentro. Mia madre, l'essere umano a cui nulla sarebbe dovuto essere tolto, né dato giudizio, non era più mia madre. Era un essere umano e come tale volevo sapere cosa ci fosse in lei. Troppo a lungo avevo sopportato le sue richieste e volevo essere sicuro di essere sempre stato al servizio di una persona giusta e sensata, dove nasce l'amore, per gli altri e per la vita, se davvero fosse donna. Mi rimase a guardare negli occhi per quei secondi, per poi vedermi abbassare lo sguardo verso il suolo in silenzio. Non sapeva cosa stessi pensando e non ebbe il coraggio di chiedermelo. Dovevo andare. Preparai le valigie e partii il giorno dopo verso casa, lasciando tutti nel dubbio se mai mi avrebbero rivisto. Una madre queste cose le sente ed io gliele feci sentire volentieri. Se infatti avesse amato sarei stato a suo servizio per sempre. Non era così purtroppo, l'interesse è sempre più forte del legame di sangue e sebbene per me rimanga una donna speciale, dovevo andare per motivi a cui lei mai si era interessata e che forse nemmeno conosceva.

 
 
 

La forza di una vita

Post n°328 pubblicato il 22 Settembre 2008 da custode83
 

Riaprii gli occhi perché avevo visto il tempo passarmi avanti, riappropriarmi del mio corpo e soprattutto scegliere la strada più giusta. Sarebbe stato facile abbandonarmi ad un sonno eterno e sognare fino alla fine dei miei giorni ogni cosa la mia mente avrebbe prodotto per la mia gioia. Non potevo però accettarlo: il mondo mi aveva rifiutato solo perché, da bravo informatico, ero inutile ai loro profitti; la mia famiglia mi sarebbe rimasta vicino e nei miei sogni più svariati mia madre mi avrebbe tenuto affianco a sé come sempre aveva voluto; avrei dovuto avere paura di svegliarmi per non sapere cosa sarebbe accaduto là fuori e rinnegare i miei sforzi per cambiare me stesso e gli altri, la sconfitta più totale per me, ormai dichiaratomi uomo da tempo, a lasciare dietro una gabbia il concetto di amore.
I barboni per strada erano compagni di sventura: loro, come me, non servivano a nessuno se non per far guadagnare, creare montagne di metallo e carta e numeri di poco conto. Solo questo volevano gli altri e loro, non potendo o non volendo darlo, avevano scelto il rifiuto verso tutto. Ed alla fine si erano arresi a restare negli angoli. Mai nessuno però vidi mai per strada creando progresso sociale o guardando con occhi d'amore. Come loro tutti gli altri, intrappolati nella morsa sociale della buona condotta e dominio stavano vivendo la loro vita vissuta da regole imposte per loro sicurezza. La sicurezza di vivere tranquilli senza sofferenze, un'illusione propagata da onde radio su ogni parte del globo. E da lassù, satelliti proiettano la cupola oltre il quale nessuno oserà portare le proprie riflessioni ed affermare di aver sbagliato la propria vita.
Io l'ho sbagliata. In bilico tra la vita e la morte per la 5° volta l'ho capito.
La mia famiglia, le persone care non lo erano affatto, volevano come tutti i propri interessi. Interessi di una madre affettuosa o una zia premurosa. Solo interessi, occultati da finti stati d'animo e non sostenuti da mercanzie o valori concreti di scambio.
E non potevo far finta di tutto, dopo che ovunque nel mondo la parola amore è sinonimo di interesse e interesse sinonimo di dominio. Sapevo di non essere l'unica scheggia impazzita in mezzo ad un mondo pieno di persone sane con principi radicati e uguali al proprio vicino di casa. E se per il mondo ciò che potevo dare era solo lavoro gratuito o senza degna remunerazione, io non avrei dato nulla di tangibile, mai più nulla se non il brivido sentito in petto senza venditore o acquirente, la sapienza mai concessa all'asta e il calore mai sentito in vita se non da pochi. Sarei stato chiamato pazzo o dissennato, ma davanti alla verità non avrei più potuto tacere.
Dagli occhi chiusi scesero da ambo i lati una lacrima ed ognuna percorse la propria strada fino al cuscino, permettendomi di sentire ancora la freschezza del cotone bagnato. E da lì con gli occhi tremanti per la fatica di ricominciare li spalancai verso il soffitto, la vista oscurata delicatamente da lacrime. E la prima emozione fu ira.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: custode83
Data di creazione: 25/04/2007
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

bertazzo.paolacustode83TOMGIOELjamaicadgl_80famreb2000LillivagaBIMBOTTO82Lafleur1967rovigno4sofodomenicovincenzo.nappo91m_max1970chrincymonsterge0ruzzytlon
 

ULTIMI COMMENTI

Tu chi? Non hai scritto il tuo nome
Inviato da: custode83
il 28/04/2009 alle 19:43
 
Come chiunque tu sia...ero io!
Inviato da: Anonimo
il 27/04/2009 alle 18:52
 
Grazie...chiunque tu sia
Inviato da: custode83
il 11/04/2009 alle 21:03
 
Per te che cerchi sempre nuovi lavori:...
Inviato da: Anonimo
il 01/04/2009 alle 00:01
 
Ho sentito anch'io di molte persone con le gambe di...
Inviato da: custode83
il 02/02/2009 alle 21:19
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963