e n r i c o

tristezza, lettera ad una figlia


Mi capita spesso di conoscere persone tristi. Tristi come lo sono stato pure io, sconsolato di tutto. La tristezza non viene mai da sola, è il risultato di una serie di sconfitte, oggi ti insegnano che bisogna sempre vincere, sempre essere felici; i discorsi da fare son tanti e la mia dialettica non è un granchè, però voglio anche io dire la mia, parlare come se ad ascoltare ci fossi tu in un momento triste. Perchè capita, anche se non vuoi, anche se sei forte, anche se sei la più fortunata di tutti, capita perchè sei sensibile, perchè sei una spugna, che assorbe tutto, tutte le parole , anche quelle che gli altri dicono senza pensare. Ma non aver paura, non tutto è da buttare, i sentimenti che non vuoi sono quelli che ti salvano. Nel nostro mondo la sensibilità è un difetto, ma io invece ti dico che è il miglior pregio che una persona possa avere. Abbine cura, il mondo ha bisogno di persone così. Non leggere troppo, non passare troppe ore al computer, esci, vai dai tuoi amici, vivi, nutri il mondo con la tua dolcezza, e regala speranza. Vai in biblioteca, guarda tra i libri, guarda le persone, chiedi consiglio e poi non prendere niente, vivi come tu sai, perchè il tuo star male è sinonimo di animo non corrotto. Se hai difficoltà a fare qualcosa, chiedi consiglio ad un amico; se vuoi ti dò io un consiglio: getta il cappello oltre il recinto, sarai costretta ad andare a prenderlo. ciao
 un articolo del settimanale "Famiglia Cristiana"