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per non dimenticare ninni cassarà.......


delitti storici Si ritiene opportuno fornire un elenco dei delitti o comunque di quei «fatti di cronaca nera» che hanno inciso sulla storia e nelle vicende siciliane e non solo siciliane a partire dagli anni immediatamente successivi all’unita’ d’Italia. 3/8/1863 - Omicidio di Giovanni Corrao, generale garibaldino. Ucciso, si disse, da soldo piemontese. 1/2/1893 - Omicidio di Emanuele Notarbartolo, ex sindaco di Palermo ed ex presidente del Banco di Sicilia. Fu accusato di essere mandante del delitto l’onorevole Raffaele Palizzolo, che fu prima condannato e poi assolto. 12/3/1909 - Omicidio di Joseph Petrosino, tenente della polizia di New York. Nella vicenda furono evidenziate parecchie responsabilità della polizia italiana e fece epoca una grave fuga di notizie da parte di quella statunitense. 1/5/1947 - Strage di Portella della Ginestra. La mafia si serve della Banda di Salvatore Giuliano per una delle più efferate stragi politiche perpetrate nel nostro paese. 5/7/1950 - Omicidio del fuorilegge Salvatore Giuliano. Mai completamente chiarite le modalità di quella morte, comunque organizzata dal colonnello dei carabinieri Ugo Luca e dal suo aiutante capitano Antonio Perenze. 30/3/1960 - Omicidio del commissario Cataldo Tandoy, dirigente della squadra mobile di Agrigento. Un caso di corruzione dietro il delitto sembra il movente. 27/10/1962 - Morte del presidente dell’Eni Enrico Mattei, partito da Catania e precipitato con il suo aereo a Bascapè. Molte ipotesi su quell’incidente non ancora chiarite. 16/9/1970 - Scomparsa del giornalista Mauro De Mauro: un cronista che indagava sulla morte di Enrico Mattei, sul ferimento di Angelo Nicosia e su altro. 5/5/1971 - Omicidio di Pietro Scaglione, procuratore capo della Repubblica di Palermo. Assassinato la vigilia del suo trasferimento a Lecce. Moventi e mandanti ancora oscuri. 20/8/1977 - Omicidio a Ficuzza del tenente colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, già comandante del reparto operativo di Palermo. Per giustificarne la morte tre pastori furono condannati all’ergastolo, ed uno a 20 anni, con sentenza definitiva. Erano innocenti. 26/1/1979 - Omicidio di Mario Francese, giornalista. Per ucciderlo i killer usarono l’auto di un assessore regionale. 9/3/1979 - Omicidio di Michele Rejna, segretario provinciale della DC. 20/3/1979 - Omicidio, a Roma, del giornalista Mino Pecorelli. Uno dei delitti politici non ancora chiariti, processo in corso. 11/7/1979 - Omicidio a Milano dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della banca di Sindona. 21/7/1979 - Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo, viene assassinato in un bar sotto casa da un killer solitario. Poco tempo prima il poliziotto aveva scoperto alcuni canali del traffico dell’eroina fra la Sicilia e gli Stati Uniti. 25/9/1979 - Agguato sotto l’abitazione del giudice Cesare Terranova. Viene ucciso insieme al suo fedele accompagnatore, il maresciallo Lenin Mancuso. Terranova, dopo aver fatto parte della commissione parlamentare antimafia, tornava a Palermo con l’intenzione di riprendere la sua attività di magistrato. Omicidio preventivo. 4/5/1980 - Durante la festa del Crocifisso, i killer sbucano dalla folla all’improvviso. Emanuele Basile, capitano della compagnia dei carabinieri di Monreale, cade colpito a morte. Basile stava indagando sull’uccisione di Boris Giuliano. 6/1/1980 - Piersanti Mattarella, democristiano, presidente della Regione Siciliana, sta per andare a messa con la moglie, un killer, con calma, si accosta al finestrino del guidatore e inizia a sparare. Mattarella morirà in ospedale, mezz’ora dopo. La mafia non gli perdonò la sua volontà di bonificare la palude degli appalti regionali per le opere pubbliche. 6/8/1980 - Gaetano Costa, procuratore capo di Palermo, viene sfigurato dai proiettili di un killer che gli spara alle spalle. Costa stava passeggiando nella centralissima via Cavour a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Qualche mese prima aveva firmato in solitudine, contro il parere di alcuni dei suoi sostituti, gli ordini di cattura contro i clan della mafia siculo americana. 11/3/1981 - Scompare Piddu Panno, già presidente del tribunale della mafia. Con questo episodio si apre la più feroce guerra di mafia mai registratasi. 23/4/1981 - Omicidio di Stefano Bontade, capofamiglia di Santa Maria di Gesù. 11/5/1981 - Omicidio di Salvatore Inzerillo, capofamiglia di Uditore-Passo di Rigano ed organizzatore dei Nuovi Vespri. 30/4/1982 - Trucidati Pio La Torre, segretario del Partito Comunista siciliano, e Rosario Di Salvo, il suo autista e uomo di fiducia. Pio la Torre si era distinto nella mobilitazione popolare contro l’installazione di una base missilistica a Comiso (provincia di Ragusa) e nella presentazione di un disegno di legge che, se approvato, avrebbe finalmente consentito ai giudici di indagare sui patrimoni bancari delle cosche mafiose e che dopo la sua uccisione sarebbe stato ripreso dal Ministro Rognoni (Legge Rognoni - La Torre) 18/6/1982 - A Londra, sotto il ponte dei frati neri, e’ trovato appeso il corpo di Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano. 3/9/1982 - Strage di via Carini, a Palermo. Almeno una decina di killer per assassinare Carlo Alberto Della Chiesa, prefetto del capoluogo siciliano, sua moglie Emanuela Setti Carraro, e l’agente Domenico Russo. Dalla Chiesa si era insediato all’indomani dell’uccisione di Pio La Torre. 14/11/1982 - 5 colpi di pistola calibro 38 per Calogero Zucchetto, giovane poliziotto della sezione investigativa della Squadra Mobile di Palermo. Il messaggio mafioso: meno zelo nel lavoro investigativo. 26/1/1983 - Colpi di mitragliatrice e di pistola, a Trapani, per Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Il magistrato indagava sulle cosche impegnate nel traffico di droga. 29/7/1983 - Strage di via Pipitone, a Palermo. Per assassinare il giudice Rocco Chinnici Cosa Nostra adoperò un’auto-bomba. Insieme a Chinnici vengono massacrati i carabinieri Mario Trapassi e Edoardo Bartolotta, il portinaio di casa Chinnici, Stefano Lisacchi. Rocco Chinnici era il capo dell’ufficio istruzione del tribunale di Palermo e l’amico fraterno del procuratore Gaetano Costa. Il suo impegno viene profuso anche nella creazione di una coscienza civile antimafia e nella battaglia culturale per una conoscenza scientifica del fenomeno criminale. 5/1/1984 - Omicidio a Catania di Giuseppe Fava, giornalista e scrittore. 2/4/1985 - Strage di Pizzolungo, alla periferia di Trapani. La mafia fa esplodere un’auto piena di tritolo per uccidere il sostituto procuratore Carlo Palermo, che riesce a salvarsi. Muoiono Barbara Asta e i suoi due figli gemelli. 28/7/1985 - Beppe Montana, funzionario della squadra mobile di Palermo, era il dirigente della sezione che dava la caccia ai latitanti mafiosi. Lo uccidono a Porticello, località balneare a pochi chilometri da Palermo. La mafia ritiene necessario bloccare o rallentare le ricerche sui latitanti. 6/8/1985 - Ninni Cassarà, dirigente della squadra mobile di Palermo, viene assassinato da una dozzina di killer insieme a Roberto Antiochia, giovane poliziotto tornato dalle ferie proprio per coprire le spalle a Cassarà. Cassarà era sulle tracce degli assassini del collega e amico Beppe Montana. 7/10/1986 - Un colpo di pistola in faccia per Claudio Domino, bambino di 11 anni, che forse aveva assistito, nella borgata palermitana di San Lorenzo, a un sequestro di persona. Resta uno dei piu’ feroci delitti di mafia e contribuisce a dissolvere il mito. 16/12/1987 - Si conclude il maxi processo con 19 ergastoli e altre pene pesantissime per traffico di droga, delitti e stragi. Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, e tutti i giudici del pool, le cui accuse ressero al vaglio dibattimentale, avevano cosi’ dimostrato che Cosa Nostra poteva essere processata e finalmente condannata. Si realizzava una svolta decisiva nei processi di mafia. 12/1/1988 - Due Killer per Giuseppe Insalaco, democristiano, ex sindaco di Palermo. L’uomo politico prima di morire aveva fatto in tempo a denunciare, anche di fronte alla commissione parlamentare antimafia, le pressioni subite da Vito Ciancimino e dal suo gruppo. E lo aveva indicato come il dominus dei grandi appalti al Comune di Palermo. Dopo la sua morte fu trovato un clamoroso memoriale in cui Insalaco chiamava pesantemente in causa il vecchio sistema politico cittadino. 25/9/1988 - Imboscata sulla statale Agrigento-Caltanissetta per il giudice Antonino Saetta e per suo figlio Stefano. Saetta aveva presieduto la corte d’appello per la strage Chinnici, infliggendo l’ergastolo ai capi mafia Michele e Salvatore Greco. 26/9/1988 - Fucilate e colpi di pistola per Mauro Rostagno, leader della comunità Saman per il recupero dei tossicodipendenti. Rostagno, dai microfoni di una televisione locale, faceva ogni sera i nomi dei capi mafia e dei politici corrotti della zona, ma la sua uccisione non sembra sia stata opera della mafia. 19/6/1989 - Sventato all’Addaura, sul lungomare di Palermo, l’attentato contro la villa in cui il giudice Giovanni Falcone trascorreva le vacanze: 58 candelotti di gelatina nascosti in una borsa da sub. 21/9/1990 - Alle porte di Agrigento, viene ucciso il giudice Rosario Livatino, che indagava sulla mafia di quella provincia. Giovanissimo diventa un simbolo dei giovani Magistrati in prima linea. 29/8/1991 - Ucciso Libero Grassi, il coraggioso imprenditore che si rifiutava di pagare le tangenti alle cosche e non perdeva occasione per denunciare il racket delle estorsioni. 12/3/1992 - Salvo Lima, uomo politico democristiano, europarlamentare, viene ucciso mentre sta uscendo dalla sua villa, a Mondello. I pentiti, dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino, hanno indicato Lima come «referente politico» di Cosa Nostra. 23/5/1992 - Strage di Capaci, sull’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi a Palermo. Con un telecomando a distanza viene fatto saltare il corteo delle auto blindate. Muoiono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, i poliziotti Antonio Montinari, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. 19/7/1992 - Strage di via D’Amelio, a Palermo, sotto l’abitazione della madre del giudice Borsellino. Con un’autobomba Cosa Nostra replica l’Apocalisse di Capaci. Vengono massacrati Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Walter Cusina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, e Agostino Catalano. 17/9/1992 - Ignazio Salvo viene ucciso a Casteldaccia, alle porte di Palermo, all’interno della sua villa sul mare. Ignazio Salvo, potentissimo esattore siciliano, era stato legato per quarant’anni alla Democrazia Cristiana. Nino, insieme al cugino Ignazio, venne arrestato il 12 novembre ‘84, dopo le rivelazioni di Buscetta. Entrambi appartenevano a Cosa Nostra. Nino era deceduto di morte naturale, il 19 gennaio ‘86. 3/12/1992 - Suicidio, a seguito delle accuse di pentiti, di Domenico Signorino, il magistrato che assieme a Giuseppe Ayala aveva sostenuto la pubblica accusa nel primo maxiprocesso. 8/1/1993 - Omicidio di Beppe Alfano, il giornalista pubblicista di Barcellona Pozzo di Gotto che aveva rifiutato quaranta milioni per chiudere un occhio su uno scandalo politico. 15/9/1993 - Don Pino Puglisi, parroco a Brancaccio, viene ucciso a colpi di pistola da un killer solitario mentre sta rientrando a casa. Sacerdote coerentemente impegnato sul fronte antimafia, aveva pronunciato numerose omelie contro le cosche del quartiere, e creato un forte movimento dal basso in difesa di valori cristiani e di tolleranza. E’ il primo durissimo segnale di Cosa Nostra contro la Chiesa cattolica. 14/4/1996 - Nell’aula bunker di Rebibbia, al processo per la strage di Capaci, il pentito Santino Di Matteo racconta l’uccisione di suo figlio Giuseppe di undici anni. Il bambino venne tenuto sotto sequestro da Giovanni Brusca e dai suoi gregari per più di due anni. L’obbiettivo era quello di costringere suo padre a ritrattare tutto. Il padre, nonostante pressioni e minacce, continuò a collaborare. Alla fine, Giuseppe venne torturato, strangolato e sciolto nell’acido per cancellare ogni traccia. Non si conosce il giorno esatto in cui venne consumata una delle più ripugnanti imprese di Cosa Nostra.