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Un blog creato da dalioso il 23/12/2007
 
 

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ANNIBALE RUCCELLO

Nasce a Castellammare di Stabia (NA) nel 1956, si laurea in filosofia a Napoli nel 1977, con una tesi in antropologia culturale su La cantata dei pastori di Andrea Perrucci. Fin da subito il suo interesse fu rivolto alla cultura popolare della Campania e di conseguenza al lavoro di ricerca che da anni Roberto De Simone stava realizzando con la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Scomparso a trent'anni nel 1986, Annibale Ruccello è oggi più che mai un autore di culto dalla voce lirica e beffarda, espressiva di una generazione ansiosa di ricreare un teatro nuovo e dentro la realtà, ma capace anche di ridere nella tragedia.  Arrivato alla scena dalla scuola di Roberto De Simone, rappresenta accanto a Enzo Moscato e Manlio Santanelli la punta di diamante della "nuova drammaturgia napoletana", e da regista e attore dei suoi testi, racconta la deriva della nostra società attraverso una scrittura - "un musicale scassato, minimale", come lui stesso la definisce - che oscilla tra la verità del dialetto e la parodia dell'italiano televisivo, intrecciando echi storici col quotidiano, quando non riscrive pezzi di repertorio in feroci adattamenti.

Un teatro di solitudini indagate con lucido sguardo da antropologo, di inquietudini sospese in un limbo onirico ai bordi della follia, di personaggi sradicati dalla loro cultura originaria e, quindi, dalla loro consistenza collettiva.

Un drammatico incidente automobilistico sull'autostrada Roma-Napoli, spezzò la sua promettente carriera, tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, si assiste ad una riscoperta e valorizzazione del suo repertorio, e all'affermazione di Ruccello come una delle voci più interessanti e originali del teatro italiano della seconda metà del XX secolo.

 

"LI CHIAMARONO BRIGANTI"

 
Il Regno delle due Sicilie........... tutti noi a scuola abbiamo studiato la storia, ma nessuno effettivamente sa com'è andata la "Storia".
Garibaldi, i Mille, l'incontro a Teano, i Borboni, i Savoia, l'Italia del Nord e del Sud, l'unificazione dell'Italia, i briganti, i lazzari, i patrioti, la miseria, il continuare a vivere, e tanto altro.
Pasquale Squitieri ha prodotto il film "Li chiamarono briganti", dove si porta a conoscenza la realtà dell'epoca, ma che fu presto bandito dalle sale cinematografiche, in poche parole "censurato".
Ti consiglio di vederlo, basta scaricarlo da emule, oppure chiedimi una copia.
Nel frattempo inzia ad ascoltare l'epilogo del film recitato magistralmente da Lina Sastri nella Reggia di Caserta.
Poi se hai voglia e qualcosa da dire fallo pure in questo blog.
 
 

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« Messaggio #42

il brigantaggio

Post n°43 pubblicato il 27 Agosto 2008 da esterinaeisuoianni

"Cristo si è fermato ad Eboli" sintetizza il fatto che Dio, inteso come ragione, speranza e sviluppo, non sia mai giunto nel mezzogiorno, dove sopravvivono immutate da secoli tante piccole società autonome e autonomamente miserabili); appena arrivato in paese, sì rende conto della presenza di una fitta rete di rivalità e alleanze familiari, fatte risalire al periodo del brigantaggio, momento epico della storia di queste terre, in cui questa gente povera e ignorante aveva alzato la testa contro i soprusi dello stato, nonostante questo loro tentativo sia poi stato represso nel sangue

Il brigantaggio è un argomento che ho approfondito ai tempi della scuola media. avevo un prof. fantastica, di quelle in via di estinzione ed io ero la sua pupilla (non mi vergogno a dirlo). Per cui mi fece leggere questo libro, che conservo ancora e guai a chi me lo tocca.  !!

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