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LETTERA AL Sig. PARKINSON di B. Lauzi


<< Egregio Signore, non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d'altra parte avrei dovuto parlarle a quattr'occhi, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c'è di peggio per far perdere la pazienza anche a un santo, figuriamoci a me.Le scrivo, come può notare, col computer, perchè la mia calligrafia s'è fatta illeggibile e minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente di ingrandimento per decifrarla.Perchè le scrivo ? E' presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l'imbarazzo che lei mi ha creato chiedendo la mia mano ed ovviamente ottenendola. Ma ora lei sta esagerando, signore, glielo devo dire.No, vecchio caprone, non le sarà facile, la Resistenza è cominciata. Perchè vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così !D'ora in avanti prometto che starò più attento ai consigli dei dottori, che mi impegnerò nella raccolta dei fondi per la ricerca.Siamo in tanti,tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all'Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie.Parola mai, di questo omino un po buffo, un po patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prenderla a schiaffi. A mano ferma. Mia stia male e a non rivederla. >>B.Lauzi