S.S.C.

Padrone serio, discreto, non sgrammaticato, sintetico offresi… Forse proprietario di una distilleria, specialità della ditta “Liquore della schiavitù”.
Su un sito BDSM ho ricevuto questa mail. A leggere certe cose mi vien da ridere… non so a voi…

"Avrai sicuramente ricevuto centinaia di mail, spesso improbabili, confuse, magari ridicole e sgrammaticate. Tra queste, solo pochissime ti hanno destato interesse. Ma il volume di posta era talmente alto che probabilmente ne sei uscita confusa e forse sfiduciata sulla possibilità di trovare realmente quello che cerchi. Direi che è abbastanza normale visto che se da un lato il web ha permesso di moltiplicare le occasioni di match tra sub e Dom, dall’altro ha aperto la porta ad una marea di “fasulli”. E non parlo solo di improbabili Padroni, ma anche di false schiave. Donne o presunti tali che non hanno alcuna vera intenzione di intraprendere un percorso di sottomissione ma solo di alimentare fantasie o di fare quello che ritengono uno scherzo o un gioco oppure ancora un mestiere. Forse è vero che è un gioco, ma un serissimo gioco nel quale le regole vanno rigorosamente rispettate perché la schiava sia tutelata e protetta. Quali sono le mie regole? Solo tre, ma le ho sempre applicate.
La schiava ha il diritto alla sicurezza fisica.
La schiava ha il diritto alla totale privacy.
La schiava ha il diritto a trarre il massimo piacere dalla sua condizione di schiava.
Oltre questo la schiava ha solo doveri rigorosi. Ogni mancanza viene punita nei modi e nelle forme che il Padrone deciderà.
Come vedi è tutto molto semplice. La complessità, ma anche il profondo piacere, sono racchiuse nella costruzione del percorso che deciderò di farti seguire. Nel modo nel quale asseconderò delle tue tendenze oppure in cui le modificherò plasmandoti e spingendoti in avanti nella tua ricerca di sottomissione.
Ma di questo parleremo a tempo debito.
Poche parole su di me.
Ho avuto il privilegio di possedere quattro schiave, quattro non quaranta. Quattro donne che hanno voluto farmi il dono della loro totalità.
Ti sembra strano che lo chiami privilegio? Io non riesco a trovare parola più adeguata al fatto che una persona, volontariamente, si dia in modo assoluto ad un’altra. E ciò implica una grande responsabilità.
Per questo non ti invierò foto o altro, ne ti racconterò particolari su di loro. Così come non racconterei ad altri nulla su di te. Cosa è introdurti al piacere di bere il liquore della schiavitù, altra è violare la fiducia concessa.
Sono stato volontariamente sintetico. Non credo alle lunghe mail descrittive della serie “ti farò questo o quello”. Perché?
Perché per me sei ancora una sconosciuta. Come potrei dire come ti farò crescere se nemmeno ti conosco. Potrei solo farti una “lista della spesa”, vuota e francamente un po’ ridicola. Una serie di “esercizi” standard, completamente scollegati dalla tua personalità e dalla tua condizione di schiava.
Ed invece io voglio sottomettere prima la tua mente e poi il tuo corpo, e per fare ciò dovrò conoscerti come solo un Padrone può.
Bene, ora tocca a te.
Puoi decidere se continuare questo contatto.
Una sola mail (xxxxxx@xxxxxx) con gli orari in cui riterrai di poter essere on line per conoscerci.
Mi auguro che quanto ti ho scritto ti convinca che saprò rispettare questo gentleman agreement.
A presto.
             
XXXXXXX"