ZORRO E' VIVO

PEDOFILIA NELLE SETTE


Pubblicazione: 21-01-2010, STAMPA, NAZIONALE, pag.24  Sezione:Cronache Italiane Autore:LISA ELENA INCHIESTA I bambini fantasma delle sette d'Italia Trascinati dai genitori o vittime di ''guru'' pedofili ELENA LISA TORINO Al centro una «figura carismatica». Attorno una casta di «eletti». Piu' in basso, gli «adepti»: uomini, donne. E i loro figli, anche piccoli: «bambini fantasma» dei quali si sa pochissimo, vittime indifese di violenze psicologiche e fisiche in nome di una pseudo-religione o di «credo» mascherati. «In Italia succede sempre piu' spesso», e' la drammatica denuncia di Telefono Azzurro. Ma quanti sono i bambini coinvolti? Non esistono cifre ufficiali, ma e' ragionevole ipotizzare una stima di diverse centinaia, visto che il numero complessivo di «adepti» italiani, secondo le associazioni che riuniscono i parenti delle vittime, supera abbondantemente il milione. Una sola setta, la «Arkeon», controllava diecimila persone cui ha sottratto negli anni milioni di euro: contro i suoi undici leader e' in corso un processo a Bari in cui per la prima volta e' stata riconosciuta l'accusa di «associazione a delinquere». E tra i numerosi capi di imputazione, compare anche il «maltrattamento di minori». Dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro: «Non ci sono soltanto i bambini trascinati nella setta dai genitori o da qualche pedofilo travestito da guru. Ci sono anche quelli che nascono dentro la comunita'. Sono piu' fortunati degli altri: avendo avuto pochi contatti con il mondo esterno non devono sottoporsi a continui ''riti di purificazione''. Ma di loro si hanno poche, debolissime tracce. Spesso non sono neppure registrati all'anagrafe». Il quadro che emerge dai racconti dei seguaci in fuga e dalle denunce raccolte da polizia e carabinieri e' terribile. Figli piccolissimi «regalati» dai genitori al capo-setta o a tutta la comunita'. Confessioni «aperte» sulle pratiche sessuali, alle quali i bambini sono costretti ad assistere. Violenze quando vengono sorpresi a disubbidire - dove disubbidire significa anche solo parlare con la mamma - scariche elettriche, ustioni, droghe e psicofarmaci. Per «purificare lo spirito» e' proibito piangere: i piccoli che lo fanno sono chiusi in stanze buie, minacciati o costretti al digiuno, umiliati «pubblicamente, davanti ai coetanei, per imprigionarli nell'insicurezza e tenerli legati. «Riceviamo decine di segnalazioni ogni giorno - spiega Lorita Tinelli, presidente del Cesap, il Centro studi sugli abusi psicologici - e non e' un azzardo ritenere che le sette ''abusanti'' in Italia siano circa un migliaio. Censirle non e' facile: agiscono nell'ombra, e una volta scoperte si ricostituiscono in breve tempo sotto un altro nome». L'ultimo elenco «ufficiale» delle congregazioni in Italia e' vecchissimo, addirittura del 98. A produrlo il Dipartimento di Pubblica Sicurezza in un rapporto dal titolo «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia» che calcolava 137 gruppi settari: 76 religiosi e 61 magici. Gia' allora le piu' diffuse erano le psicosette. «Gruppi ''motivaziona- li'' che agganciano i piu' giovani e promettono risultati sorprendenti a scuola, nello sport, con gli amici - spiega Maurizio Alessandrini, presidente della Favis, l'associazione dei familiari delle vittime -. Negli ultimi anni le psicosette si sono moltiplicate a dismisura entrando anche nelle scuole. Del resto, l'Italia e' tra i pochi Paesi in Europa dove non c'e' una legge ad hoc e nemmeno e' punito il reato di ''manipola- zione mentale per fini illeciti''». Di un fenomeno che dilaga si occupano associazioni laiche e religiose: «Riceviamo spesso chiamate da coniugi che si stanno separando - dice Don Aldo Buonaiuto, della comunita' Papa Giovanni XXIII -. Non riescono piu' a vedere i figli e sospettano che siano finiti in una qualche comunita' strana insieme all'altro genitore». Le forze di polizia, che hanno formato squadre antisette con psichiatri e psicologi, confermano l'allarme. «Ho incontrato molti ragazzini irretiti da figure carismatiche, trascinati nelle sette all'insaputa della famiglia - dice Giorgio Manzi, comandante del reparto analisi criminologiche dei Carabinieri -. I genitori devono vigilare, cogliere ogni sfumatura di cambiamento nei figli. Il rischio, se non lo si fa, e' perderli per sempre».