ZORRO E' VIVO

1 MILIONE DI MORTE NEGLI INCIDENTI STRADALI OGNI ANNO PEGGIO DI UNA GUERRA


Incidenti stradali: dossier Oms, la strage sull'asfalto è ormai incontrollabileL'allarme dell'organizzazione mondiale: "Ogni anno, 1,2 milioni di vittime". Pedoni, ciclisti, bimbi e anziani i più vulnerabili. La strada è la prima causa di morte tra gli under25. I Paesi del terzo mondo sono i più a rischio.
Fonte: Immagine dal webPiù di 3mila persone muoiono sulle strade del mondo, ogni giorno. Decine di milioni, ogni anno, restano feriti o disabili, a seguito degli incidenti stradali. Bambini, pedoni, ciclisti e anziani, sono tra i più vulnerabili. Numeri da epidemia: i sinistri stradali provocano 1,2 milioni di morti e 50 milioni di feriti annualmente. Lo dice l'ultimo rapporto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che lancia un grido di allarme su una situazione ormai incontrollabile e che, soprattutto, lascia quasi indifferenti i governi di molti Paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo.Un bilancio, quello dell'Oms, che potrebbe definirsi storico: è la prima volta che si riesce a mettere in piedi uno studio approfondito sul fenomeno degli incidenti, facendo un primo bilancio sulla sicurezza stradale in 178 paesi. Un monitoraggio, partito dai dati standardizzati nel 2008. Tra le cifre tragiche messe in primo piano, quella secondo cui la strada è la prima causa di morte nei giovanissimi di età compresa tra i 5 e i 29 anni. E oltre il 90 per cento dei decessi provocati da auto avviene nei Paesi in via di sviluppo, i cui governi sono concentrati su ben altri problemi. La maggior parte delle vittime era a piedi o su due ruote: gli 'anelli deboli' del sistema trasporto, come si evidenzia da tempo. Lo hanno dimostrato anche le tante inchieste della Comunità Europea. Non solo: "Gran parte di questi incidenti provocano una lesione permanente", ha sottolineato Etienne Krug, direttore del dipartimento della prevenzione della violenza e dei traumi dell'Oms. I governi devono impegnarsi e fare qualcosa. Ma cosa? "Abbiamo un piano d'azione e sappiamo quello che deve essere fatto per combattere gli incidenti stradali - spiega Krug riferendosi alle tante campagne pronte per essere proposte ai vari governi - ma bisognerà vedere se questi ultimi le prenderanno in considerazione e se, soprattutto, saranno disposti a destinare risorse alla crociata della riduzione degli incidenti stradali. Molto, infatti, c'è da fare". Sempre secondo l'organizzazione mondiale della sanità sarebbe "relativamente facile" ridurre il numero di vittime del 50 per cento nel prossimo decennio, in modo da salvare potenzialmente 5 milioni di vite umane: perché nei Paesi in via di sviluppo non si fa nulla per la sicurezza stradale. Dunque, in questi casi, basterebbe applicare tutte le strategie messe in campo dagli Usa e dalla Ue per avere risultati straordinari. L'Oms fa notare che ogni anno sono quasi 400mila i giovani sotto i 25 anni che perdono la vita in un incidente stradale: circa 1049 ragazzi ogni giorno. La maggior parte di queste tragedie, si fa presente, "si verificano a basso e medio reddito, in particolare tra pedoni, ciclisti, motociclisti e chi utilizza mezzi pubblici". Tanti i motivi che danno vita a questo autentico bollettino di guerra che spezza tante vite nel fiore degli anni. Prima di tutto, dice la relazione dell'Oms, "l'insufficiente considerazione delle esigenze specifiche di pedoni e ciclisti, quando le strade sono in corso di programmazione" o le "caratteristiche fisiche e di sviluppo che aumentano il rischio, per esempio, la bassa statura dei bambini piccoli". Ma anche i "comportamenti a rischio e una pressione reciproca in particolare tra gli adolescenti" e altri "fattori di rischio come l'eccesso di velocità, il bere mentre si sta guidando, il mancato uso del casco e delle cinture di sicurezza". L'Oms mette nero su bianco i vari fattori di rischio in questo ambito: si comincia con quelli che influenzano l'esposizione al rischio, economici e demografici, dalla miscela tra alta velocità del traffico motorizzato e la vulnerabilità degli utenti della strada, alle scelte di pianificazione territoriale. Poi ci sono i fattori che influenzano il coinvolgimento nello schianto: dall'eccesso di velocità all'assunzione di farmaci, alcol e droghe, all'affaticamento, fino alle condizioni della strada o ai difetti del veicolo. Ma anche il buio, e altri fattori ambientali che spesso rendono difficile la visibilità della strada. Infine ci sono fattori che hanno influenza sulla gravità degli incidenti: dalle cinture di sicurezza, che spesso non vengono allacciate, alla fuoriuscita di materiali pericolosi nell'impatto, dalla mancanza di barriere di protezione sulla strada alla presenza di oggetti sulla carreggiata. Tra le condizioni che possono aggravare le lesioni riportate negli incidenti, la mancanza di soccorsi tempestivi e adeguati e altre difficoltà che si possono incontrare nelle operazioni di salvataggio ed estrazione dei corpi dai veicoli incidentati. Insomma, gli elementi da valutare sono molteplici, e anche uno solo di questi può contribuire ad alimentare il bollettino di guerra che si registra sulle strade. E non è tutto. Le proiezioni, avverte l'organizzazione mondiale, "indicano che queste cifre aumenteranno di circa il 65 per cento nei prossimi 20 anni, a meno che non vi sia un nuovo impegno per la prevenzione degli incidenti. Nel progetto Oms, Global Burden of Disease (2002), si evidenzia che tra le cause di morte, in tutto il mondo, gli incidenti sono la prima in assoluto, con il 22, 8 per cento. I casi di suicidio raggiungono il 16,9 per cento dei casi, 10,8 per cento le morti a seguito di episodi di violenza. Ma ci sono anche altre voci, come l'annegamento (7,3 per cento), gli incendi (6,2 per cento) e la guerra (3,4 per cento). Cifre che fanno riflettere sul fatto che la poca sicurezza stradale sia il killer più spietato al mondo. Uno dei progetti più importanti delle Nazioni Unite, riguarda la realizzazione di manuali per la sicurezza stradale realizzati per i governi: da quello dedicato alla cintura di sicurezza a quello sull'uso del casco, da quello dedicato agli alcolici, naturalmente da non bere mentre si è alla guida, alla velocità. In quest'ultimo manuale si spiega che la velocità è stata identificata come un pesante fattore di rischio per gli incidenti stradali. In particolare viene evidenziato come i pedoni abbiano una probabilità del 90 per cento di sopravvivere, se colpiti da auto che viaggiano a una velocità di 30 chilometri all'ora o al di sotto, ma la probabilità è inferiore al 50 per cento se l'impatto è con un veicolo che viaggia a 45 chilometri all'ora o a una velocità superiore. Anche all'uso del casco è dedicata una guida, nata per il crescente numero di motociclisti morti dopo aver riportato ferite alla testa. Con il casco, la gravità delle ferite può essere limitata. Infine, per quanto riguarda le cinture di sicurezza, nel manuale dedicato si danno consigli soprattutto per proteggere i bambini. Incisivi anche i poster realizzati nel progetto di prevenzione delle morti in strada, che devono servire, si spiega, come "promemoria per le istituzioni politiche". Manifesti dalle immagini suggestive, con un piccolo supporto di testo, che racchiudono elementi chiave: come il poster che parla del 90 per cento di vittime, soprattutto pedoni, ciclisti e motociclisti, rappresentato da una serie di persone coperte da un lenzuolo, stese sulle strisce pedonali. E il manifesto che riguarda chi, a seguito di uno schianto, diventa disabile: 'portatori di handicap per la vita', si intitola, ed è rappresentato da una serie di parcheggi a spina di pesce, con su stampati uomini in carrozzella. O ancora, il poster che descrive i costi degli incidenti stradali. Immagini realistiche, che nascondono una tragedia mondiale.LINK- Il dossier Oms - I Poster-manifesto degli incidenti