ZORRO E' VIVO

PROCESSO LUNGO GIUSTIZIA TRADITA


IL SENATO SI INCHINA A B. E VOTA SÌ AL PROCESSO LUNGOpubblicata da Informare ControInformando News il giorno sabato 30 luglio 2011 alle ore 16.54La mafia, dice Famiglia Cristiana, ringrazia. Ma anche tutto il resto del mondo criminale potrebbe, se volesse, fare un bell'applauso a scena aperta. Al Senato, come previsto e senza scosse, è passato – con una fiducia al governo votata con 139 contrari e 160favorevoli – il processo lungo, quel disegno di legge che si propone di far saltare completamente la macchina giudiziaria penale solo per togliere d'impaccio Berlusconi dai suoi processi Mills, Mediaset e Mediatrade e forse anche quello Ruby. Per fortuna, gli avvocati berlusconiani di stanza a Palazzo Madama hanno fatto un pasticcio con alcuni articoli del codice di procedura penale (come svelato ieri dal Fatto) e dunque la legge anziché essere approvata definitivamente a metà ottobre alla Camera, dovrà comunque tornare in quarta lettura al Senato.  Il che non significa che il pericolo sia scampato, ma che i tempi per la “salvezza” del Cavaliere si allungano in modo consistente. Nel frattempo si registra la prima uscita pubblica del neo-ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma. Che pungolato dai microfoni del fattoquotidiano.it, non ha trovato di meglio da dire che sul processo lungo “sono state dette molte inesattezze” e che “non è vero che gli effetti saranno deflagranti” per la macchina giudiziaria.  Strano che, invece, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, la pensi in modo totalmente opposto. E per di più anche “anti-europeo”: “È una norma contraria alla richiesta dell'Europa di diminuire i tempi della giustizia”. Più netta l'Amn: “È un favore ai criminali e si nega la giustizia alle vittime. È inaccettabile”. Più di così. Come pensare, infatti, che possa non avere conseguenze una legge che consentirà di presentare lunghe liste di testimoni e di non considerare più come prova definitiva in un processo la sentenza passata in giudicato in un altro procedimento? (sono esclusi i reati di mafia e terrorismo) È soprattutto per questo se ieri mattina, in aula al Senato, mentre parlava il capogruppo Pdl, Maurizio Gasparri, l'Idv ha tirato fuori cartelli con la scritta “Ladri di giustizia”. Ma la più dura è stata la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro. Che dopo aver puntato il dito sull'assenza del Cavaliere (“Quando approvavamo la manovra – ha ricordato sarcastica – era scivolato su una saponetta, oggi che è successo? Si è strozzato col dentifricio?”), si è rivolta severamente ai banchi pidiellini: “Credo che quando sfilerete sotto quel banco e sentirete sul collo il piede del padrone, dentro di voi qualcosa ribollirà!”. Replica urlata del senatore del Pdl Lucio Malan: “De Benedetti è il vostro padrone!”. “Non c’è nessun piede del padrone e non c'è nessun regime. Noi facciamo liberamente una legge giusta – ecco l'intemerata di Maurizio Gasparri, mettendo il dito nella piaga delle inchieste che stanno coinvolgendo il Pd lombardo – se un regime c’è, andatelo a cercare a Sesto San Giovanni, dove da padre in figlio i sindaci alimentano un sistema di illegalità che riguarda la vostra storia, il vostro partito e i vostri dirigenti”.  Alla fine, persino la Lega, che si è vista usare un suo testo, quello firmato Carolina Lussana sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, per inserire nell'ordinamento la norma che allunga i processi, ha difeso la richiesta di fiducia e questa accelerazione del governo per favorire Berlusconi. “È solo esibizionismo muscolare – ha tagliato corto il leader Udc, Pier Ferdinando Casini – tanto questa norma non sarà mai approvata così”. Ma per Di Pietro la misura sembra colma. Tanto che ieri ha invitato le opposizioni a presentare una mozione di sfiducia al governo “sostenuta da almeno 63 deputati di buona volontà” perché “siamo di fronte a un governo senza dignità, che obbedisce agli ordini del padrone, danneggiando irreparabilmente il nostro futuro. Bisogna ridare al più presto la parola agli italiani e liberare il Paese da questo macigno”. Il processo lungo torna ora all'esame della Camera, dove troverà ad attenderlo una Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio decisamente mal disposta: “È un provvedimento del tutto inaccettabile”, aveva commentato ieri. È prevedibile, dunque, che almeno in commissione, la Camera faccia modifiche sostanziali all'articolato, oltre alla correzione di quelle castronerie giuridiche fatte al Senato che hanno vanificato la fiducia del governo. Nella maggioranza, sostenevano ieri fonti vicine agli avvocati del Cavaliere, l'idea è quella di mettere la fiducia anche alla Camera, al più tardi agli inizi di novembre.Ma chissà se la situazione politica del momento renderà possibile che si consumi un altro scandalo. Sara Nicoli -(IFQ) http://diksa53a.blogspot.com/2011/07/il-senato-si-inchina-b-e-vota-si-al.html