ZORRO E' VIVO

UNA BATTAGLIA E UNA GUERRA PERSA


Vinta la battaglia ma persa la guerra. E Berlusconi diventò l'uomo della BceLunedí 15.08.2011 09:20 
Vincere la battaglia ma perdere la guerra. Non è un Ferragosto facile per Silvio Berlusconi, costretto dalla crisi a varare una manovra lacrime e sangue da 45 miliardi di euro. Nel Pdl cresce la voglia di intervenire in Parlamento per modificare il provvedimento e lo stesso premier sembra già pentito del super-prelievo tanto da volerlo cancellare. Le opposizioni sono sul piede di guerra, con Bersani che torna a chiedere un esecutivo di emergenza e Casini che si dice pronto a votare la Finanziaria solo se ci saranno profondi cambiamenti. Senza contare la minaccia di sciopero generale della Cgil. Il quadro non è certo dei migliori. Il Cavaliere ha accontentato le richieste dell'Europa, della Bce di oggi (Trichet) e di quella di domani (Draghi), portando a casa il plauso della Merkel e di Sarkozy. In questo senso ha vinto la battaglia, ovvero ha messo in ordine i conti in pochi giorni. Ma il problema politico rimane. Fin da quando è sceso in politica, nel lontano 1994, Berlusconi ha fatto del 'meno tasse per tutti' il suo cavallo di battaglia. Ed ora si è trovato a colpire proprio quel ceto medio che gli ha fatto vincere molte elezioni. Tartassate le partite Iva, i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani. Un colpo durissimo all'immagine del Centrodestra. Il presidente del Consiglio ha dovuto perfino subire l'onta della lezione di Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale il governo avrebbe dovuto tassare di più i veri ricchi (che questa volta sarebbero stati pronti ad accettare il sacrificio). Così facendo il premier ha consegnato alla sinistra le chiavi di Palazzo Chigi. Quando si voterà, nel 2013 o forse prima, nemmeno un miracolo può salvare il Popolo della Libertà. Che cosa diranno nei comizi Berlusconi e/o Alfano? Che hanno rispetto i paramentri di Maastricht? Che hanno agito su input della Bce? E le promesse di tagliare la burocrazia e ridurre la pressione fiscale? Svanite. In questo senso il Cavaliere ha perso la guerra e ormai si vede costretto a cercare di rimediare al danno fatto. Umberto Bossi, che ha ancora il fiuto di una volta, ha capito il problema e per questo è tornato a rispolverare la bandiera della secessione, forse a corto di argomento dopo aver colpito con questa manovra proprio il ceto produttivo del Nord. Per Berlusconi, salvo miracoli, non c'è più spazio per recuperare. Verrà ricordato come l'uomo delle tasse. Proprio lui che era scenso in campo con lo slogan dello Stato più leggero.