ZORRO E' VIVO

I GOVERNI OCCIDENTALI SOSTENGONO ASSAD E IL SUO REGIME SAMGUINARIO


I governi occidentali che condannano la Siria e forniscono tecnologia per la repressione di Assad 
di Luca Rinaldi“E’ paradossale tra le tante cose – rifletteva Morozov all’inizio di ottobre al Festival de L’Internazionale – che i governi occidentali esaltino la Rete e la tecnologia, salvo poi permettere che le stesse aziende fornitrici di tecnologia collaborino e facciano forniture agli stessi dittatori, come successo nel caso di Gheddafi”. Qui Morozov si riferisce ai rapporti commerciali scoperti dai corrispondenti del Wall Street Journal che, visitando l’edificio in cui gli uomini del regime monitoravano le telefonate tra i dissidenti, hanno scoperto le tracce di rapporti commerciali tra alcune società occidentali specializzate nella sorveglianza e nelle intercettazioni di comunicazioni on-line. Ovviamente in quelle aziende fornitrici di tecnologie non poteva mancarne una italiana. E’ l’impresa lombarda Area Spa che sta installando in Siria tecnologie per intercettare il traffico internet. Di seguito vi propongo un pezzo che avevo lasciato nel dimenticatoio, che torna di attualità sull’incontro con Morozov e il blogger cinese Michale Anti al Festival della rivista Internazionale. Buona lettura Macché primavere figlie di internet, e basta illusioni sulla Rete Tunisi, Il Cairo e la cosiddetta ‘primavera araba’ non sono figli di Internet. Parola di Evgeny Morozov, uno che di ingenuità se ne intende. La riflessione di Morozov, ricercatore, blogger e autore del libro “The Net Delusion” (uscito lo scorso 26 ottobre), scava sotto la superficialità di chi reputa le recenti rivolte nel mondo arabo un prodotto di Facebook, Twitter , blog, social network e social media. Questo il filo conduttore che ha accompagnato l’incontro al Festival de L’Internazionale, in corso a Ferrara, “L’utopia del Web – Il lato oscuro della libertà su internet” a cui hanno partecipato Evgeny Morozov, Michael Anti giornalista e blogger cinese, intervistati da Luca Sofri, direttore de Il Post e presenza fissa del Festival. L’ atteggiamento di Morozov non è assimilabile agli instancabili apocalittici di internet, convinti che sia un mezzo “micidiale” (Gasparri & Mulè docet), e nemmeno a tutti coloro convinti che senza Facebook la ‘primavera araba’ non avrebbe mai visto la luce. Morozov, dal palco del cinema Apollo, dove è ospite al Festival de L’internazionale, spiega invece come “l’eccessiva importanza data dai governi occidentali a questi mezzi potrebbe portare invece a non comprendere le vere ragioni del cambiamento sociale e, anzi, alcuni regimi autoritari – aggiunge – riescono a sfruttarli per reprimere e sorvegliare le dissidenze sul nascere”. Per Morozov quindi non è vera l’equazione “più tecnologia uguale più liberta”, ma, osserva il ricercatore nato in Bielorussia, oggi residente in California  “se i governi occidentali fossero veramente interessati al miglioramento della democrazia, si occuperebbero di più di fare pressioni su chi i servizi internet li fornisce”, riferendosi agli Internet Service Provider e a chi fornisce le tecnologie per la navigazione. Una mancanza di sobrietà nel giudizio politico sull’impatto della Rete che prima di tutto fa male al cittadino, che rischia di cascare nel vortice dell’attivismo da tastiera che mette in pace con la coscienza e assolve l’opposizione da tutti i peccati. La mobilitazione on-line, come spiega ancora Morozov, non può bastare per garantire il successo delle iniziative per cambiare la società Michael Anti rimane sul tema dei fornitori di servizi e delle tecnologie per internet, spiegando anche la difficoltà di poter far partire una rivoluzione on-line in Cina, dove i server, ubicato sullo stesso territorio cinese rimangono sotto lo stretto controllo del politburo. Così i grandi operatori del web arrivano in Cina, stipulano joint-venture economiche, ma i server li lasciano a Pechino e “A fare le spese di tutto questo sono gli utenti. Facebook, Google e i colossi della rete, stanno facendo la parte dei maiali – conclude Anti – che mangiano con mister Johns nella fattoria degli animali”. Problema questo che, secondo Morozov dovrebbe diventare una preoccupazione per la politica dei paesi occidentali, che invece rimane a guardare “convinta che siano problemi della società civile”. “E’ paradossale tra le tante cose – riflette Morozov – che i governi occidentali esaltino la Rete e la tecnologia, salvo poi permettere che le stesse aziende fornitrici di tecnologia collaborino e facciano forniture agli stessi dittatori, come successo nel caso di Gheddafi”. Qui Morozov si riferisce ai rapporti commerciali scoperti dai corrispondenti del Wall Street Journal che, visitando l’edificio in cui gli uomini del regime monitoravano le telefonate tra i dissidenti, hanno scoperto le tracce di rapporti commerciali tra alcune società occidentali specializzate nella sorveglianza e nelle intercettazioni di comunicazioni on-line Insomma, Facebook e Twitter non possono fare la rivoluzione, e spesso spengono i moti dell’attivismo reale perché, per citare ancora Morozov “molti sono convinti che sia sufficiente disegnare i baffi sulla foto del presidente di turno per essere dissacrante”. Come conclude Michael Anti, vedendo nei social network comunque un luogo di dibattito mai conosciuto prima in Cina, “La Rete non è una rivoluzione, ma è rivoluzionaria”. Ma là fuori, sembrano far capire i due ospiti del Festival, il mondo ti aspetta.http://lucarinaldi.blogspot.com/2011/11/i-governi-occidentali-che-condannano-la.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+LucaRinaldi+%28Luca+Rinaldi%29Tratto da: I governi occidentali che condannano la Siria e forniscono tecnologia per la repressione di Assad | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/11/05/i-governi-occidentali-che-condannano-la-siria-e-forniscono-tecnologia-per-la-repressione-di-assad/#ixzz1cuooXjdX - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!