ZORRO E' VIVO

61 ESIMO POSTO PER LIBERTA' DI STAMPA CI HA SUPERATO PERSINO LA ROMANIA


Buona liberta' di stampa per i paesi del Nord EuropaLiberta' di stampa, Italia precipita al 61° postoPrecipitano anche gli Stati Uniti e l'EgittoParigi - Reporters sans frontières è un'organizzazione internazionale, che difende la libertà di stampa. Ogni anno stila una classifica della libertà di stampa. E quest'oggi bacchetta l'Italia classificata tra i peggiori in materia di libertà di stampa nel 2011, così come altre grandi democrazie: resta indietro e perde 12 posizioni, scivolando dal 49° al 61° posto di una classifica che conta 179 Paesi. Questo perché "porta ancora i segni del vecchio governo", si legge nel testo diffuso da Rsf. Il Paese "con le dimissioni di Silvio Berlusconi ha da poco voltato la pagina del conflitto di interesse". Molto male anche per gli Stati Uniti, precipitati dal 20° al 47° posto: qui infatti 25 giornalisti sono stati arrestati o hanno subito dei maltrattamenti dalla polizia mentre seguivano le proteste di Occupy Wall Street. La Francia è al 38° posto, la Spagna al 39°. Ha commentato Jean-Francois Julliard, segretario generale di Rsf: "Siamo severi verso questi Paesi perchè ci aspettiamo da loro un comportamento esemplare; le grandi democrazie potevano fare meglio". Il bilancio per la libertà di stampa nell'anno delle rivoluzione arabe e delle contestazioni in tutto il mondo è grigio. Il "trio infernale" resta composto da Eritrea, Turkmenistan e Corea del Nord. Mentre solo in una manciata di Paesi la situazione è da considerarsi "buona" per i giornalisti. Sono la Finlandia e la Norvegia, che confermano il loro primo posto ex aequo, l'Olanda, la Svizzera, il Lussemburgo o ancora il Canada. Per la prima volta entra nella top 10 un Paese africano: è Capo Verde dove esiste, spiega Rsf, "una vera tolleranza verso i giornalisti". In diversi Paesi d'Europa peggiora, denuncia Rsf: si moltiplicano infatti gli arresti dei cronisti e le perquisizioni delle redazioni. La Bulgaria (80/a) e la Grecia (70/a) occupano le peggiori posizioni. Tra i paesi arabi comincia a migliorare la situazione tunisina, al 134°, mentre l'Egitto, che ha conosciuto numerose violenze ai danni dei giornalisti, perde 39 punti(166°). In fondo alla classifica figurano poi ancora Sudan, Yemen, Vietnam, Bahrein, Cina, Iran e Siria.
"Repressione è stata la parola d'ordine per il 2011", scrive l'associazione. "Gli atti di censura e gli attacchi fisici ai giornalisti non sono mai stati così numerosi. Libertà di informazione non ha rimato con democrazia".