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Arabia Saudita, Hamza rischia la morte firma per opporci alla sua condanna a morte


Arabia Saudita, Hamza rischia la morte per un tweet. Firma l’appello
In alcune parti del mondo un semplice tweet può costarti la vita. E’ il caso di Hamza Kashgari, cittadino dell’Arabia Saudita, incriminato per apostasia, ovvero abbandono formale e volontario della propria religione. Legalmente protetta dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, poichè la libertà di adottare una religione implica necessariamente la libertà di scelta e di conseguenza il diritto alla conversione ad un’altra fede oppure all’ateismo,  l’apostasia è ritenuta illecita, invece, per l’Islam. Al pari della stregoneria,  l’hadith non è ammessa nella religione musulmana e comporta l’applicazione di una delle pene previste dalla Shari’a (Legge di Dio). Solitamente al “colpevole” di turno viene imposto un periodo di riflessione da compiere in stato di reclusione dopo la quale o si torna alla primitiva condizione di musulmano o si affronta la pena di morte.Il giovane Hamza, collaboratore per un giornale locale di Djeddah, è stato arrestato in Malesia il 9 febbraio 2012 e rimpatriato a forza nella sua Arabia Saudita. Era fuggito dalla sua terra in seguito alle minacce di morte ricevute. Il suo delitto? L’aver pubblicato su Twitter dei messaggi polemici nei confronti di Maometto in occasione dell’anniversario della sua nascita (4 febbraio).“Il giorno del tuo compleanno (riferito a Maometto, ndr), ti ritrovo ovunque io vada. Ho amato alcune cose di te ma ne ho abbandonate altre, e non ho capito molte cose sul tuo conto”, ecco il tweet incriminato. Si apprende dal sito di Amnesty International che “poco dopo il suo arresto, un magistrato di Gedda ha chiesto al direttore dell’Ufficio per le indagini penali l’autorizzazione ad aprire un’inchiesta nei confronti dell’uomo, auspicando che venisse estesa anche ad altri utenti di Twitter che lo avevano incoraggiato o si erano congratulati con lui”.“Temiamo che non benefici di un processo equo e che rischi la pena capitale se sarà processato per apostasia”, così, invece, l’avvocato del giovane saudita, Muhammad Afiq Mohamad Nour, ha manifestato la sua preoccupazione. Da qui sorge l’appello di Amnesty International che considera Hamza un prigioniero di coscienza, “arrestato solo per aver esercitato il suo diritto alla libertà d’espressione”.Tali brutalità vanno in contrapposizione a tutti i diritti fondamentali sanciti dalle convenzioni internazionali. Non è una questione di religioni, di culture o di tradizioni. Qui parliamo di vìolazioni all’umanità. Fermiamo queste mostruosità. Firma anche tu l’appello di Amnesty International. Contribuisci anche tu a salvare il giovane Hamza. Chiedi anche tu al re e al ministro dell’Interno sauditi di prosciogliere Kashgari da ogni accusa e rilasciarlo immediatamente.Ecco il link dove puoi firmare:http://www.amnesty.it/flex/FixedPages/IT/appelliForm.php/L/IT/ca/188