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Bankitalia: in Italia i dieci più ricchi possiedono quanto i tre milioni più poveri


Bankitalia: in Italia i dieci più ricchi possiedono quanto i tre milioni più poveri
ultimo aggiornamento: 01 aprile, ore 20:57Roma - (Adnkronos/Ign) - Il dato emerge in un 'Occasional Papers' della Banca d'Italia intitolato 'Ricchezza e disuguaglianza in Italia'. Tra il 1987 e il 2008 le famiglie di operai hanno registrato una caduta nei loro livelli di ricchezza media. Redditi, uno su tre è sotto i 10mila euro. Eurispes: un dipendente su tre costretto al doppio lavoro per arrivare a fine mese. Cgia: nel 2011 fallite 11.615 aziende Roma, 1 apr. (Adnkronos/Ign) - In Italia i dieci individui più ricchi posseggono una quantità di ricchezza che è all'incirca equivalente a quella dei 3 milioni di italiani più poveri. Un dato questo che ''esemplifica il divario che anche in un paese sviluppato come il nostro separa i ricchi dai poveri''. E' quanto emerge in un 'Occasional Papers' della Banca d'Italia intitolato 'Ricchezza e disuguaglianza in Italia'.  La disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza, si rileva, ''è in effetti assai più pronunciata di quella sul reddito. Considerando l'ultimo anno per cui è disponibile il dato definitivo, il 2008, si verifica che l'indice di Gini della ricchezza netta è pari a circa 0,63 contro lo 0,29 che si osserva per il reddito equivalente; il 10% delle famiglie più ricche possiede oltre il 40% dell'intero ammontare di ricchezza netta mentre il 10% delle famiglie a più alto reddito riceve invece solo il 27% del reddito complessivo''.  Secondo stime provvisorie, nel 2010 l'indice di Gini sarebbe lievemente cresciuto, presumibilmente a causa degli effetti della grande recessione.  Nell'87, primo anno per il quale si dispone dei dati micro, si sottolinea, le famiglie con persone di riferimento costituite da operai e pensionati presentavano i livelli più bassi di ricchezza netta familiari, pari a circa il 60% dell'ammontare medio; a livello territoriale, le famiglie più svantaggiate risultavano quelle meridionali, con valori medi di circa il 30% inferiori a quello delle famiglie residenti nel Centro e nel Nord. Le famiglie più ricche erano invece quelle dei liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi e quelle dei dirigenti, con valori medi pari a circa il doppio della media generale.  Tra il 1987 e il 2008 le famiglie di operai registrano una caduta nei loro livelli di ricchezza media, che passa dal 60 al 45% del livello medio generale. Un calo caratterizza anche l'andamento della ricchezza delle famiglie di liberi professionisti, che tuttavia rimangono su livelli medi molto elevati (l'indice passa circa da 250 a 200); analogamente le famiglie di imprenditori e di altri lavoratori autonomi perdono qualcosa in termini relativi, ma rimangono sempre su livelli elevati (indice da 183 a 153). La categoria che, per contro, registra uno notevole miglioramento nei livelli medi di ricchezza è quella dei pensionati, che passa da un indice di 61,6 a 97,8, raggiungendo quasi la media dell'intera popolazione.  ''Lo studio di Bankitalia fotografa una realtà drammatica e preoccupante sulla quale il governo Monti dovrebbe avviare una seria riflessione, invece di accanirsi su battaglie ideologiche come quella sull'articolo 18 - ha affermato Antonio Borghesi, vicepresidente dei deputati di Idv - Le differenze tra ricchi e poveri sono ormai intollerabili, così come il conflitto generazionale in termini di reddito tra padri e figli''.  Duro il commento di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra: ''Il governo Monti ha scelto di aumentare le tasse a tutti, soprattutto ai più poveri e ai lavoratori, e di non fare invece la patrimoniale che colpisce la grandi ricchezze. Questo è il governo di pochissime persone, ma non di certo della minoranza delle ricchezze''.http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Bankitalia-in-Italia-i-dieci-piu-ricchi-possiedono-quanto-i-tre-milioni-piu-poveri_313156943724.html