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Monnezzopoli/ Ecco le pecore alla diossina. Torna l'ombra di SevesoIl ministro Pecoraro Scanio ad Affari: ho la piena fiducia di Prodi. Romiti? Farebbe bene a risparmiare i soldi dell'avvocato... Monnezzopoli/ Marzano (Unaproa) ad Affari: no ad allarmismi, la sicurezza è garantita dalla tracciabilità Monnezzopoli/ Un lettore ci scrive: come mai all'estero sono vicini all'obiettivo rifiuti zero? Arriva la prima nave in Sardegna, scontri al porto di Cagliari. Ok da 11 Regioni, no da Lombardia e Veneto. La Procura di Napoli apre un'inchiesta I DATI DELLO STUDIO SULL'IMPATTO SULLA SALUTE UMANA DEI RIFIUTI SCARICA IL RAPPORTO INTEGRALE IL FORUM Emergenza monnezza a Napoli, che fare?  Clicca e di' la tua! Sembrava una parola relegata all’emergenza di Seveso, nel 1976. Invece è prepotente realtà: la diossina dell’immondizia campana è un pericolo per l’uomo e per gli animali di cui si ciba. Lo prova un rapporto, preparato da Leopoldo Iannuzzi, dirigente di ricerca del Cnr, che sin dall’esplosione del problema nel 2002 ha iniziato a occuparsi del fenomeno su richiesta dell’Asl Napoli 4. INDAGINI E DIVIETI- Partiamo dall’inizio. Siamo a Brusciano, un paese in provincia di Napoli, ed è il 2003. Il professor Iannuzzi inizia ad analizzare delle pecore. Sì perché gli animali, che pascolano tra Nola e Acerra, hanno dato alla luce un numero anomalo di agnellini deformi: logico chiedersi se ci siano danni genetici. Che vengono causati dalla diossina, specialmente la TCDD (tetraclorodibenzo-p-diossina), proprio quella sprigionatasi a Seveso più di trent’anni fa. Ora, secondo la legge italiana le diossine non devono superare il valore di 3 picogrammi (pg) per ogni grammo di grasso. E per la Tcdd siamo nell’ordine di 0,11 picogrammi per grammo di grasso. Limiti strettissimi il cui superamento importa il sequestro giudiziario dell’allevamento e, in seguito, l’abbattimento di tutti i capi. Parliamo di pecore, ma nell’elenco si possono aggiungere anche capre, mucche e bufale. IL RISCHIO DIOSSINA "SEVESO"? 13 VOLTE PIU’ ALTO DEL NORMALE- L’equipe di Iannuzzi lavora. E scopre dati interessanti: nell’allevamento di Brusciano gli animali hanno un livello di diossina relativamente basso, 5,2 pg/g di grasso (e dunque di poco superiore rispetto al limite legislativo che, come si è detto, è di 3 pg/g grasso). Ma nel caso della TCDD, i dati dell’Asl Napoli lasciano sconcertati. Perché il 71% dei campioni di latte controllati sono positivi alle diossine (dose superiore a 3 pg/g). E la TCDD rilevata nel 90% dei campioni ha dato valori medi di 1,4 pg/g. “Tale valore è circa 13 volte quello riscontrato a livello nazionale (0,11 pg/g di grasso)”. LE MUTAZIONI GENETICHE- Passiamo ora al sangue delle pecore di Brusciano. Anche qui i dati si commentano da soli: “incrementi altamente significativi sia del numero di anomalie cromosomiche, sia gli scambi intercromatidici (scambi e rotture di Dna, N.d.R.) alti quattro volte il controllo”. Cioè superiori ai tassi riscontrati nel sangue di dieci pecore-campione che si nutrono su monte Matese, zona ritenuta sicuramente non contaminata.Antonino D'Anna