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Birmania, San Suu Kyi incontra il ministro della Giunta militare


Birmania, San Suu Kyi incontra il ministro della Giunta militareLa leader dell’opposizione democratica, Aung San Suu Kyi
Attacco nella stazione ferroviaria della capitale: uccisa una donnaRANGOONAlcuni testimoni riferiscono che la leader dell’opposizione democratica birmana, Aung San Suu Kyi, avrebbe lasciato questa mattina la propria abitazione, dove è agli arresti domiciliari, per un incontro con il ministro incaricato dalla Giunta militare di mantenere rapporti con lei. Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, leader dell’opposizione democratica e del partito birmano della Lega nazionale per la democrazia ha trascorso 12 anni sotto custodia, per lo più agli arresti domiciliari. Suu Kyi, 62 anni, è stata accompagnata verso le 13 ora locale a bordo di un convoglio di auto verso la residenza governativa dove dovrebbe avvenire l’incontro. Si tratta del quarto colloquio di questo genere fra la leader dell’opposizione e il ministro Aung Kyi, nominato in ottobre al termine della brutale repressione da parte del regime militare di Yangon delle manifestazioni di protesta della popolazione, guidate dai monaci buddisti. Il 4 gennaio scorso, a margine dell’anniversario dell’indipendenza della Birmania, un portavoce del partito di Suu Kyi si era lamentato per l’assenza di progressi nel processo di dialogo avviato con la giunta.Bomba nella capitale: uccisa una donnaUna donna è morta a causa dello scoppio di una bomba all’interno della toilette della stazione ferroviaria di Naypyidaw, il remoto villaggio nella giungla trasformato poco più di due anni fa nella nuova capitale del Myanmar dalla giunta militare al potere: lo hanno reso noto fonti della compagnia che gestisce l’impianto, senza fornire ulteriori dettagli. Si tratta del primo episodio del genere avvenuto a Naypyidaw da quando, nel novembre 2005, il regime birmano vi si trasferì dalla vecchia capitale Yangon, già Rangoon, 380 chilometri più a sud. Nell’ex Birmania gli attentati sono in realtà piuttosto frequenti, e i militari spesso li attribuiscono non soltanto ai militanti dei diversi gruppi etnici che si battono per creare propri Stati indipendenti, ma anche agli attivisti dei gruppi di opposizione che lottano per l’introduzione della democrazia nel Paese asiatico, sotto dittatura militare dal ’62. La ferrea sorveglianza esistente a Naypyidaw aveva però finora evitato che vi si verificassero attacchi dinamitardi, anche in occasione delle recenti proteste di piazza esplose in settembre, e stroncate poi dalla Giunta con una brutale repressione.