ZORRO E' VIVO

30 ANNI FA IL DELITTO MORO


 30 ANNI FA IL DELITTO MORORicordo di Aldo Moro
 Il ricordo di Aldo Moro, a trent’anni dalla morte, è vivo soprattutto per l’altezza della sua statura di Uomo, di intellettuale e di politico. Il ricordo è solo rafforzato dalla fine tragica dei suoi giorni terreni, collegata dai suoi assassini al ruolo politico che Moro ricopriva.L’Uomo Moro è stato uno straordinario esempio di serietà personale, di rispetto dei doveri di padre e di capofamiglia: le lettere ai familiari inviate dalla prigione delle B.R. basterebbero da sole a testimoniare la eccezionale profondità e delicatezza dei suoi sentimenti verso la moglie, i figli, i nipoti.Dote questa che non sempre accompagna la vita degli uomini di successo in generale e dei “potenti” della politica più in particolare.L’intellettuale Moro fu poi una sorta di recordman assoluto: laureatosi poco più che ventenne (nell’età in cui tanti giovani annaspano, timidi ed impauriti, nei gorghi del dubbio persino sul percorso studentesco da intraprendere), in pochi anni diventava professore universitario sia di diritto penale che di filosofia del diritto. In seguito, e per tutta la sua vita, il suo linguaggio esprimeva una tale elevatezza di pensiero e di cultura, peraltro sempre aggiornati, da suscitare l’ammirazione sconfinata di alcuni e nel contempo la perplessità di altri che trovavano oscuro e contorto il suo linguaggio, che, invece, capace come era di esprimere la profondità delle questioni e la complessità delle situazioni trattate, non poteva che essere profondo e complesso. L’uomo politico fu, poi, di particolare livello, anche considerando i ruoli ricoperti, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Segreteria del Partito di maggioranza (la D.C., di cui fu anche Presidente del Consiglio Nazionale); fino a tante altre cariche (Sottosegretario, Ministro, Capogruppo Parlamentare) sempre ricoperte con sublime dignità e senso del dovere. Ma le cariche formali ricoperte da Moro non dicono tutto il ruolo che ebbe nella politica italiana, a partire dal primo dopoguerra e già nella Costituente: si deve sopratutto a Lui la positiva gestazione del varo della alleanza di centro-sinistra che agli inizi degli anni ’60 segnava l’uscita indolore della politica democristiana dalle fase del centrismo, diventato troppo angusto di fronte alle esplosive novità che in quegli anni segnavano la crescita della società italiana. A Lui si deve la guida del primo governo di centro-sinistra organico nella legislatura 63-68; e sempre a Lui l’idea della democrazia compiuta, la fine della conventio ad excludendum che aveva relegato la rappresentanza popolare espressa elettoralmente dal PCI in uno sterile ruolo di perenne opposizione.Ancora a Lui l’idea, che a molti apparve blasfema, dell’alternanza di governo con il maggior partito di opposizione (il PCI, appunto) sfidato a superare visioni antistoriche e contrarie agli interessi ed alla posizione strategica dell’Italia nel contesto europeo e mediterraneo. Quello che colpisce in Moro e rende sempre attuale il suo pensiero ed il suo esempio è da un lato la visione democratica della politica e dall’altro la continua ricerca dell’orizzonte strategico, la capacità di proiettare l’azione politica nel domani, di preparare il domani per non farsene cogliere impreparati. Da qui le sue eccezionali performances congressuali (e non solo) piene di pura e sofferta intelligenza della realtà, sempre indagata con lo spirito laico di chi vuole capirla e non sottometterla a schemi teorici e/o ideologici preconfezionati.Insomma, l’Uomo, l’intellettuale, il Politico Aldo Moro vivono ancora oggi, a trent’anni dalla sua barbara (sia detto con rispetto dovuto ai barbari della storia) uccisione, perché costituiscono un esempio ed un modello senza tempo, che nessuno può ritenere superato o inattuale. E questo nostro tempo è propizio per ricordare, insieme a Lui, gli Uomini della sua scorta e tutti coloro che fino ai tempi più recenti (Biagi, D’Antona) sono caduti vittime di una violenza cieca e pretestuosa, a causa del ruolo, professionale o politico, che stavano svolgendo per noi, per le nostre famiglie, per quelli che dopo di noi verranno.Costoro non devono essere mai dimenticati, perché se siamo liberi (quel poco o quel molto che ciascuno di noi sente di esserlo) lo dobbiamo, in buona misura, proprio a Loro, al loro sacrificio