Trombati e rimborsati, pensioni e liquidazioni degli ex parlamentari. (prima parte).Ecco quanto costano alla collettività i politici non rieletti il 13 e 14 aprile.
«Ma davvero»: non ci crede neanche lui. Antonio Martusciello, classe 1962, potrebbe essere il più giovane pensionato dell’ultimo Parlamento, a 46 anni. Napoletano, 4 legislature alle spalle, è entrato a Montecitorio a 32 anni, ha svolto14 anni effettivi di mandato. E in base a una vecchia norma degli anni Ottanta può riscattare i contributi mancanti fino ad arrivare a 20. Farebbe bingo: con 20 anni di contributi, a prescindere dall’età del pensionando, il Parlamento allarga i cordoni della borsa, basta essere stati eletti prima del 2001. E dunque Martusciello dal 1°maggio potrebbe intascare 7.958,50 euro lordi al mese di vitalizio, 95.502 euro l’anno. Al telefono casca dalle nuvole: «Ancora non ho deciso se riscattare i contributi, non so se conviene».Conviene. Rino Piscitello, pd, i conti li ha già fatti. Ha 47 anni e mezzo e pure lui ha 4 mandati. Ha 3 anni di contributi da riscattare: lo farà a rate come gli hanno consigliato i tecnici della Camera, che hanno già comunicato ai parlamentari non ricandidati la loro posizione previdenziale. Camera e Senato si sono infatti portati avanti col lavoro, calcolando il possibile costo della chiusura anticipata della XV legislatura e modificando il bilancio di previsione del 2008: più 8 milioni, rispetto al 2007, per i vitalizi di Montecitorio, che già costavano 131,2 milioni di euro (comprese pensioni di reversibilità); più 3,7 milioni a Palazzo Madama (erano circa 72 milioni un anno fa). Ma non basteranno. Con la scomparsa della Sinistra Arcobaleno, dei socialisti, della Destra e dell’Udeur, un esercito di nuovi pensionandi incombe. Come l’ex
ministro Alfonso Pecoraio Scanio, 49 anni appena compiuti. Deputato dal 1992, vanta 5 legislature: 16 annidi mandato effettivo, 22 anni di contributi pagati, se arriva a 25 gli scatterebbe un vitalizio di 8.836 euro lordi al mese. Agganciato, come tutti gli altri, all’indennità dei parlamentari in carica. In tempi di lotta alla casta, nessuno si sogna di esultare pubblicamente per l’assegno che lo aspetta. Soprattutto nella sinistra radicale.
Ma una cosa è certa: molti NON saranno costretti a cercarsi un lavoro. Con 3 legislature, infatti, gli eletti ante 2001 hanno il vitalizio a partire da 50 anni . Dunque Franco Giordano, ex segretario di Rifondazione, 51 anni ancora da compiere, con il riscatto dei contributi può arrivare a 6.203 euro lordi; il suo coetaneo e collega di partito Pietro Folena, 5 legislature, a 8.836 euro. Già scaricato dal Partito socialista, invece, Enrico Boselli, classe 1957, 4 mandati e 7.959 € al mese. Più saldo in sella Oliviero Diliberto, segretario del Pdci e docente di diritto romano, che compirà 52 anni a ottobre. Continuerà a insegnare, ma aggiungerà allo stipendio un vitalizio uguale a quello di Boselli. Se la sinistra incassa, il centro e la destra non rimangono a mani vuote. Mauro Fabris, ex capogruppo dell’Udeur, se non viene ripescato come sottosegretario può contare sul vitalizio delle 3 legislature: ha compiuto 50 anni il 14 marzo. Lo stesso giorno di Ettore Peretti, udc, che però di legislature ne ha fatte quattro. L’ex senatore Francesco Storace, 49 anni, leader della Destra, riscatti permettendo, taglierà il traguardo il 25 gennaio 2009, mentre l’ex sottosegretario verde all’Ecomia Pier Paolo Cento, nato nel 1962, rimarrà nel limbo previdenziale per 4 anni ancora. E avanti: al Senato sono già arrivati alla meta Dario Galli della Lega e Giannicola Sinisi del Pd, classe 1957,mentre Franco Danieli, pd, ex sottosegretario per gli italiani all’estero, li batte: a 52 anni riceverebbe 8.164 euro. Cifre niente male, che mettono un po’ a disagio i beneficiandi. A Montecitorio Carlo Leoni, vicepresidente uscente, sd, 53 annie 3 legislature, tenta una battuta amara dopo la sconfitta elettorale: «Non parliamo troppo di vitalizi, se no ci tolgono anche questi».
Impossibile: il vitalizio è un diritto irrinunciabile, come ben sa il leader del Pd Walter Veltroni, che inutilmente aveva cercato di non passare all’incasso: alla fine, da sindaco, ha annunciato urbi etorbi di averlo devoluto in beneficenza. Sarà meno in imbarazzo il suo successore, Francesco Rutelli o Gianni Alemanno che sia: l’ultima modifica al regime vitalizio ha stabilito, nel luglio 2007, che non sarà più possibile cumularlo con lo sti-pendio derivante da cariche pubbliche. Fin qui i cinquantenni d’oro. NB Articlo di A. Bianchi e L. Maragnani - Panorama N.18/2008