ZORRO E' VIVO

LE RIVELAZIONI DI CALCARA ECCO I I NOMI


Cominciamo oggi, dopo avere ricevuto indiretta ma ampia e palese autorizzazione a farlo da Salvatore Borsellino, a pubblicare il memoriale che Vincenzo Calcara ha deciso di consegnare pochi giorni fa al fratello del giudice Paolo, ucciso dalla mafia (e non solo?) il 19 luglio 1992. Salvatore Borsellino si batte ormai da 16 anni contro il muro di silenzio e omertà che i media hanno eretto sui tanti punti ancora oscuri di quegli anni. Troppo silenzio sulla vicenda personale e professionale degli uomini del pool antimafia di Palermo dell’epoca, ed in particolar modo dei 58 giorni “rimasti” a Paolo Borsellino, dopo la morte dell’amico Giovanni Falcone e le rivelazioni dei collaboratori di giustizia sul cosiddetto terzo livello della cupola mafiosa. Uno su tutti, Vincenzo Calcara.Ovvero l’uomo incaricato dal boss Francesco Messina Denaro, padre di quel celebre Matteo oggi taggato sui muri di Palermo, di uccidere Paolo Borsellino. Racconta di lui il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore:Ho conosciuto di persona Vincenzo durante la trasmissione Top Secret ma quasi mi sembrava di conoscerlo da tanto tempo. Me ne avevano parlato la moglie e i figli di Paolo che hanno continuato ad aiutarlo e stargli vicino da quando lo Stato, nella sua costante opera di scoraggiamento dei testimoni di Giustizia, dei collaboratori di Giustiza e dei (pochi) veri pentiti, lo ha abbandonato al suo destino. Me ne aveva parlato già lo stesso Paolo negli ultimi mesi della sua vita, quando stava raccogliendo le sue rivelazioni nello stesso periodo in cui ascoltava anche Gaspare Mutolo e Leonardo Messina, ma con Vincenzo Paolo aveva stabilito un rapporto particolare perchè era quello che gli aveva confessato di avere avuto, dalla famiglia di Francesco Messina Denaro, la famiglia che deteneva saldamente il controllo della zona di Castelvetrano, alla quale apparteneva come uomo d’onore “riservato”, l’incarico di ucciderlo con un fucile di precisione in un agguato sulla statale tra Palermo ed AgrigentoLe rivelazioni fatte dal pentito nelle pagine che oggi mettiamo a vostra disposizione sono di fatto sconvolgenti. Nel vero senso della parola. Mi spiego.I riferimenti e le ricostruzioni fatte da Calcara, oltre che confortate dalle carte processuali in molti passaggi e certificate da sentenze, appaiono verosimili ma spaventose. E’ come se tutte, o quasi, le tesi complottistiche elaborate negli ultimi anni convergano verso uno scenario francamente aberrante, con una vera e propria struttura occulta al comando di una oligarchia chiamata alla gestione del potere ed alla custodia del segreto. La prima volta che ho letto queste prime 4 parti - tutte di un fiato - ho avuto davvero la sensazione che nulla di ciò che stavo leggendo sarebbe stato mai preso in debita considerazione dai media tradizionali. Ho anche pensato a come potrebbe reagire la gente, messa al corrente di un tale possibile scenario. Il giornalista ha informato da tempo le procure della Repubblica interessate. E pure la credibilità di Vincenzo Calcara non pare in discussione. Dice ancora di lui Salvatore Borsellino:Del memoriale di Vincenzo Calcara si trovano tracce nelle motivazioni delle sentenze, di diversi processi, del processo Calvi, al processo Antonov per l’attentato al Papa, al processo Aspromonte, al processo per l’omicidio Santangelo, figlioccio di Francesco Messina Denaro, ai processi Alagna+15 e Alagna+30, alla sentenza del Giudice Almerighi, nei quali tutti si è dimostrata la piena attendibilità di Calcara nononostante i numerosi tentativi di screditarlo. Ma Calcara non è stato mai messo a confronto con altri pentiti come Leonardo Messina o Gaspare Mutolo o come Giuffrè, che, quindici anni dopo di lui, ha parlato di quelle stesse cose di cui lui aveva già parlato tanti anni prima. Non è stato mai chiamato a deporre nel processo Andreotti anche se aveva parlato del notaio Albano quando nessuno ne conosceva neppure il nome, non è stato mai chiamato nel processo Canale, non è stato mai utilizzato nell’istruttoria sui Mandanti Occulti delle stragi del 92 o nell’istruttoria del processo, mai arrivato alla fase dibattimentale, sulla sottrazione dell’Agenda Rossa, nonostante io stesso avessi portato al tribunale di Caltanissetta le parti del memoriale dove di quell’agenda proprio si parlavaSul suo sito, Salvatore Borsellino sta organizzando, con una straordinaria dimostrazione di coraggio ed impegno civile, la traduzione dei memoriali in più lingue in modo da metterli a disposizione di giornali stranieri interessati. Questi i link ai testi delle prime 3 parti del memoriale pubblicate fino ad oggi, seguirà la trascrizione dei prossimi capitoli del memoriale.Parte IParte IIParte III