l premier aveva citato il settimanale inglese per diffamazione a mezzo stampaIl titolo definiva il presidente del Consiglio "inadeguato a guidare l'Italia"Copertina dell'Economist del 2001Silvio Berlusconi perde la causaIl tribunale rigetta l'istanza e condanna il Cavaliere a pagare le spese processualiI legali del capo del governo: "Decisione ingiusta, ricorreremo subito in appello"
ROMA - Il periodico inglese The Economist ha vinto una causa contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il premier aveva
citato il settimanale britannico per diffamazione a mezzo stampa, per via di una famosa copertina che, prima delle elezioni del 2001, titolava "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy" (perché Silvio Berlusconi è inadeguato a guidare l'Italia). "Nel luglio 2001 - si legge in una nota diffusa per conto dell'Economist - Silvio Berlusconi, attualmente premier italiano, ha avviato una causa legale accusando l'Economist di averlo diffamato in un articolo dal titolo "
An italian story", apparso nel nostro numero del 26 aprile 2001. "Siamo lieti di annunciare - si legge nella nota - che una corte milanese ha emesso un giudizio che rigetta tutte le accuse di mr.Berlusconi, obbligandolo ad assumersi tutti i costi legali sostenuti dall'Economist. Il
giudizio in forma integrale è disponibile sul nostro sito internet". Nella sentenza, emessa dal Tribunale di Milano, si legge che nella "puntigliosa ricostruzione dei fatti" fatta dal giornale, "non è dato ravvisare alcuna dolosa o colposa alterazione dei fatti storici e processuali". E le "conclusioni soggettive" espresse nel giudizio politico su Berlusconi, "sono coerenti" con le premesse da cui parte l'articolo, ovvero sono presentate come una "cruda ma personale valutazione" e non come un "fatto storico". "La sentenza è ingiusta e ricorreremo subito in appello", ha commentato Fabio Lepri, legale di Silvio Berlusconi. "Il Tribunale di Milano, ha sbagliato nel ritenere lecito uno scritto costellato di asserzioni infondate - ha aggiunto Lepri - Non a caso le parole del periodico The Economist, diffuse poco prima delle elezioni del 2001, sono state smentite più volte dal giudizio degli italiani". (5 settembre 2008)