Così ho avvelenato Napolidi Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi
Le
confessioni di Gaetano Vassallo, il boss che per 20 anni ha nascosto
rifiuti tossici in Campania pagando politici e funzionari
Temo per la mia vita e per questo ho deciso di collaborare con la
giustizia e dire tutto quello che mi riguarda, anche reati da me
commessi. In particolare, intendo riferire sullo smaltimento
illegale dei rifiuti speciali, tossici e nocivi, a partire dal
1987-88 fino all'anno 2005. Smaltimenti realizzati in cave, in
terreni vergini, in discariche non autorizzate e in siti che posso
materialmente indicare, avendo anche io contribuito...
Comincia così il più sconvolgente racconto della
devastazione di una regione: venti anni di veleni nascosti
ovunque, che hanno contaminato il suolo, l'acqua e l'aria della
Campania. Venti anni di denaro facile che hanno consolidato il
potere dei casalesi, diventati praticamente i monopolisti di questo
business sporco e redditizio. La testimonianza choc di una follia
collettiva, che dalla fine degli anni Ottanta ha spinto sindaci,
boss e contadini a seminare scorie tossiche nelle campagne tra
Napoli e Caserta. Con il Commissariato di governo che in nome
dell'emergenza ha poi legalizzato questo inferno.
Gaetano Vassallo è stato l'inventore del traffico: l'imprenditore
che ha aperto la rotta dei rifiuti tossici alle aziende del Nord. E
ha amministrato il grande affare per conto della famiglia
Bidognetti, seguendone ascesa e declino nell'impero di Gomorra.
I primi clienti li ha raccolti in Toscana, in quelle aziende
fiorentine dove la massoneria di Licio Gelli continua ad avere un
peso. I controlli non sono mai stati un problema: dichiara di avere
avuto a libro paga i responsabili. Anche con la politica ha curato
rapporti e investimenti, prendendo la tessera di Forza Italia e
puntando sul partito di Berlusconi.
La rete di protezione
Quando Vassallo si presenta ai magistrati dell'Antimafia di Napoli
è il primo aprile. Mancano due settimane alle elezioni, tante cose
dovevano ancora accadere. Due mesi esatti dopo, Michele Orsi, uno
dei protagonisti delle sue rivelazioni è stato assassinato da un
commando di killer casalesi. E 42 giorni dopo Nicola Cosentino, il
più importante parlamentare da lui chiamato in causa, è diventato
sottosegretario del governo Berlusconi.
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Vassallo non si è preoccupato. Ha continuato a riempire decine di
verbali di accuse, che vengono vagliati da un pool di pm della
direzione distrettuale antimafia napoletana e da squadre
specializzate delle forze dell'ordine: poliziotti, finanzieri,
carabinieri e Dia. Finora i riscontri alle sue testimonianze sono
stati numerosi: per gli inquirenti è altamente attendibile.
Anche perché ha conservato pacchi di documenti per dare forza alle
sue parole. Che aprono un abisso sulla devastazione dei suoli
campani e poi, attraverso i roghi e la commercializzazione dei
prodotti agro-alimentari, sulla minaccia alla salute di tutti i
cittadini. Come è stato possibile?
"Nel corso degli anni, quanto meno fino al 2002, ho
proseguito nella sfruttamento della ex discarica di Giugliano,
insieme ai miei fratelli, corrompendo l'architetto Bovier del
Commissariato di governo e l'ingegner Avallone dell'Arpac
(l'agenzia regionale dell'ambiente). Il primo è stato remunerato
continuativamente perché consentiva, falsificando i certificati o i
verbali di accertamento, di far apparire conforme al materiale di
bonifica i rifiuti che venivano smaltiti illecitamente. Ha ricevuto
in tutto somme prossime ai 70 milioni di lire. L'ingegner Avallone
era praticamente 'stipendiato' con tre milioni di lire al mese,
essendo lo stesso incaricato anche di predisporre il progetto di
bonifica della nostra discarica, progetto che ci consentiva la
copertura formale per poter smaltire illecitamente i rifiuti".
Il gran pentito dei veleni parla anche di uomini delle forze
dell'ordine 'a disposizione' e di decine di sindaci prezzolati. Ci
sono persino funzionari della provincia di Caserta che firmano
licenze per siti che sono fuori dai loro territori. Una lista
sterminata di tangenti, versate attraverso i canali più diversi: si
parte dalle fidejussioni affidate negli anni Ottanta alla moglie di
Rosario Gava, fratello del patriarca dc, fino alla partecipazione
occulta dell'ultima leva politica alle società
dell'immondizia.(11 settembre 2008)