ZORRO E' VIVO

POLITICA QUALE


 UNA NUOVA POLITICABasta con le parole. Vogliamo fatti concreti. La gente è stufa. Ha voglia di cambiare. Basta con le solite facce. Basta con i cavalli di Caligola. Basta con i soggetti scelti dai capobastone di partito “è cretino perciò è l’ideale” Purtroppo viviamo in un paese che sta attraversando un difficile momento economico/finanziario che la gente comune tocca ogni giorno con mano.Si sta diffondendo sempre più la crisi della terza settimana e la crisi economica ha inevitabili ed imprevedibili ripercussioni sociali che creano nei cittadini un grande senso di sfiducia ed ansia per il futuro con tutte le conseguenze del caso.Un grande senso di insicurezza.  Ma la cosa più grave e dirompente è che il paese ha perso negli anni la necessaria tensione morale. Quella tensione definita in passato da un grande uomo politico "questione morale" necessaria a combattere i fenomeni balzati ancora una volta agli onori delle cronache. Se i politici sono messi in questo modo i burocrati non sono da meno ma è compito della politica intervenire. Purtroppo o per fortuna ancora una volta deve supplire la Magistratura(fino a che potrà farlo). Il problema di fondo è che in questo paese sono saltate le regole condivise. In questo paese ed a tutti i livelli il primo politico che si sveglia al mattino detta le regole e le regole valgono per il giorno stesso. Domani si cambia e si crea una nuova regola a proprio uso e consumo. C’è l’impressione diffusa che tutti stiano facendo come gli struzzi ma la situazione è ,se possibile, peggio di quella dei pessimi anni di tangentopoli. La politica è allo sbando e se così non fosse non avremmo la finanza pubblica più disastrata d'Europa.Il debito pubblico attorno al 106% ed il deficit proiettato oltre il 4%.La procedura di infrazione della Commissione Europea parla da se. I cittadini purtroppo pagheranno per lunghi anni indipendentemente da quali governi si succederanno. Ma ora sapranno reagire e tornare a contare ?Il popolo dormiente è sempre dormiente? Ma forse è più giusto chiedersi "è sempre un popolo?"Il popolo italiano, visto dall’estero, assume sempre più l’immagine di un pugile suonato, che non riesce neanche a mantener sue le vecchie glorie dei tempi andati, tempi in cui la coscienza civile, l’orgoglio nazionale, il senso della giustizia, l’appartenenza ad una comunità erano il sano e giusto collante della comunità.Gli ultimi anni caratterizzati da un’informazione controllata e succube della politica, da una politica che, accantonata la missione del governo dello Stato, si è reinventata come lobby affaristica al servizio di un club molto esclusivo dei soliti potenti, da fazioni finanziarie che trovano nelle leggi ad hoc il terreno dove spadroneggiano impunite e impunibili, hanno prodotto la società che subiamo, i valori spazzatura che educano i nostri figli (che saranno il popolo di domani), la disillusione nei confronti delle istituzioni, la sfiducia in un domani dignitoso e onesto.Come svegliare questo dormiente rintronato? Come uscire dalla routine di uno stato senza valori di uguaglianza e appartenenza?Forse è su questo che si dovrebbe interrogare la classe politica all’opposizione ma considerando che non siamo nemmeno certi che si voglia domandare qualcosa, visto che tanto è parte del sistema anche se minoritaria, forse faremmo bene a farcele da soli queste domande, sperando che qualcuno trovi le risposte, ma soprattutto qualcuno con cui condividerle e con cui lottare in questo pugile suonato e tanto, troppo individualista.PAOLO CARINCI