ZORRO E' VIVO

ANNA E ANTONIO ZORRO NON DIMENTICA


Anna Politkovskaja e Antonio Russo. Due nomi i cui destini si intrecciano tragicamente. Entrambi giornalisti, entrambi uccisi nel mese di ottobre: Antonio il 16 nel 2000 a Tbilisi, in Georgia, Anna il 7 nel 2006 a Mosca. Sia la Politkovskaja che Russo si occupavano di Cecenia, e chi scrive di Cecenia muore. Così scriveva l'Information Safety and Freedom, organizzazione di giornalisti a difesa della libertà di stampa, che aveva collegato in un comunicato stampa l'assassinio di Anna all’uccisione di Antonio. Entrambi avevano denunciato al mondo intero le atrocità perpetrate sulla popolazione civile cecena, ed entrambi erano diventati scomodi per il Cremlino. Chi li ha uccisi e perché? Non ci sono ancora risposte a queste domande. Proprio ieri è iniziato il processo-farsa per l’omicidio della Politkovskaja che vede alla sbarra tre ceceni, i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov e Sergheji Khadzhikurbanov. A due anni dalla sua morte il presunto esecutore materiale, Ruslan Makhmudov, è latitante e ricercato in Europa, mandante e movente sconosciuti, anche se secondo il procuratore generale Cajka il mandante è da ricercare all’estero alludendo chiaramente a Berezovsky nemico numero uno di Putin. Sempre ieri abbiamo appreso la drammatica denuncia che Karina Moskalenko, l’avvocato che difende la famiglia della Politkovskaja, ha fatto alla Radio “Eco di Mosca”: “Mi hanno avvelenata con una sostanza che ha tutte le caratteristiche del mercurio”. Ancora una volta l’ombra dei servizi segreti russi, la sconcertante vicenda dell’avvocato ricorda il caso dell’ex-ufficiale dei servizi segreti russi Aleksandr Litvinenko. Ancora una volta si vuole oscurare la verità. Se qualcuno pensava che la Russia di Medvedev era cambiata si era sbagliato. Se per Anna un processo-farsa si farà per Antonio non ci sarà nemmeno quello. Sulla sua morte non è stata fatta chiarezza anche se la matrice russa, è emersa subito dopo il suo assassinio. Nel suo ultimo intervento pubblico Russo aveva parlato del possibile uso dei proiettili all’uranio impoverito in Cecenia, in una conferenza sull’impatto ambientale della guerra in Cecenia che la Federazione Russa aveva fortemente contrastato. Qualche giorno, prima della sua morte, Antonio aveva parlato alla madre di una videocassetta sulle torture e le violenze dei reparti speciali russi ai danni della popolazione cecena. Probabilmente, si trattava delle prove che Russo aveva raccolto sull'utilizzo di armi non convenzionali contro i bambini ceceni.Il corpo di ANTONIO fu ritrovato sulla strada che da Tbilisi porta al confine con l’Armenia, su quella strada all’epoca c’era una base russa. Antonio morì per schiacciamento della cassa toracica: Mamuka Areshidze, un ex parlamentare che aiutò Russo in Georgia, ha detto: "Penso che sia stato ucciso perché qualcuno voleva occultare il materiale che lui aveva raccolto: questo è il motivo per cui le cassette sono scomparse. So che gli agenti delle forze di sicurezza sono esperti nella tecnica di schiacciare le persone a morte senza lasciare nessun segno di violenza". Anche la Politkovskaja aveva del materiale scottante sulla Cecenia che stava per essere pubblicato. Chi l’ha uccisa sperava di averla messa a tacere per sempre sparando quei 5 colpi. Invece Anna attraverso i suoi scritti continua ad urlare oggi più che mai la sua lotta contro l’ingiustizia, diventando simbolo di libertà e democrazia.Lei che non indossava casacche di nessun partito è diventata l’anima ispiratrice dei gruppi più forti dell’opposizione, di tutti coloro che in Russia vogliono un’altra Russia. “Anna la sua vita, la morte e la sua luce sono diventati la fiamma dell’opposizione intera. Ognuno di noi si spartirà i sogni della sua anima” ha detto Garry Kasparov ex campione di scacchi ed esponente dell’opposizione. Antonio Russo, a 8 anni dal suo assassinio, è stato ricordato stamattina in una conferenza stampa a cui ha aderito anche l’Associazione Annaviva. La conferenza si è tenuta sotto il palazzo dell'Eni all’Eur per richiamare i dirigenti dell'Ente Nazionale Idrocarburi e il governo italiano, azionista di maggioranza, a non subordinare il rispetto della democrazia e dei diritti umani in Russia agli interessi economici e agli accordi commerciali che vengono sottoscritti dall’asse Roma-Mosca. Hanno ricordato Antonio Russo Massimo Bordin, Direttore di Radioradicale, Marco Perduca, senatore radicale eletto nel Pd, membro della Commissione Esteri. Sono intervenuti, inoltre Bruno Mellano, presidente di Radicali Italiani e Nodar Gabashvili, ex-viceministro degli Affari Esteri della Repubblica della Georgia, Michele Ded Lucia, tesoriere di Radicali ItalianiANTONIO RUSSO, OVVERO: CHI TOCCA LA CECENIA MUORE Sei anni fa veniva assassinato in Georgia Antonio Russo, giornalista freelance che indagava sull’operato russo in Cecenia. Riporto l’articolo pubblicato all’epoca da “The Observer”, ripreso da radical party.IL REPORTER E' STATO UCCISO DAI SERVIZI SEGRETI DI PUTIN?Amelia Gentleman in Moscow and Rory Carroll in RomeAntonio Russo, trovato morto vicino a un passo di montagna caucasico, potrebbe avere scoperto troppo sulle atrocità in Cecenia.Abbandonato sul ciglio della strada, in un passo tra i campi alle prime luci dell'alba, il contorto, congelato cadavere aveva qualcosa di strano. Antonio Russo era stato ucciso, e i suoi assassini si erano assicurati di non lasciare segni sul suo corpo.Sull'altro lato del Passo Gombori, nella Repubblica della Georgia, gli amici lo stavano aspettando al villaggio di Mirzaani. Russo doveva unirsi alle celebrazioni per l'anniversario di Nico Pirosmani, un artista locale del diciannovesimo secolo. Non sapevano che un grande, pesante oggetto veniva schiacciato sul petto di Russo, finché la rottura di quattro costole e l'emorragia interna non causarono la sua morte. Non sapevano che il suo telefono satellitare, la telecamera digitale, il computer portatile e le videocassette erano sparite. Un giornalista italiano che aveva speso la vita scoprendo segreti ne stava lasciando dietro di sé un altro. Chi lo ha ucciso, e perché?Dalla strada 30 miglia a nord-est della capitale georgiana, Tblisi, c'è un filo di fatti e di sospetti che qualcuno afferma portino al Cremlino e alla aggressione russa alla Cecenia. Gli amici di Russo credono che lui sia stato assassinato dai servizi segreti russi dopo avere scoperto l'uso di armi non convenzionali contro i bambini. Sarebbe stato uno scoop per un reporter che rischiò la vita infinite volte in Africa, in Bosnia e in Kosovo.Impiegato presso l'emittente di Roma Radio Radicale, affiliata al Partito Radicale italiano, rimase a Pristina quando tutti gli altri giornalisti occidentali se ne andarono durante i bombardamenti della Nato. Questo gli portò un premio e fama, ma Russo, quarantenne, non fu mai uno che cercava i riflettori. Lasciava ad altri la gloria. Poco denaro ed evitare la massa erano il suo stile. Lo scorso novembre si spostò a Tblisi. Attraversando le montagne verso la Cecenia, fece amicizia con il leader dei ribelli, Aslan Mashkadov, che stava conducendo la guerra contro le truppe russe. Entrambe le parti stavano commettendo atrocità. Il mese scorso Russo telefonò a sua madre, Beatrice, farmacista in Toscana. Aveva una videocassetta. Bambini morti, orrori inimmaginabili, crimini di guerra. Il mondo l'avrebbe vista quando lui sarebbe ritornato in Italia, il 18 ottobre. Il suo corpo è stato scoperto il 16 ottobre. Accanto c'era del nastro che la polizia sospetta sia stato utilizzato per imbavagliarlo. Gli amici hanno trovato aperta la porta del suo appartamento nel centro della città. Le sue cose erano in disordine, i documenti e la macchina rubati. Il medico legale ha detto che i danni non erano certamente il risultato di un incidente stradale. Non si sa se la sua cassa toracica sia stata sfondata da una pietra, da un pezzo di metallo, o dalla pressione umana.Mamuka Areshidze, un ex parlamentare che aiutò Russo in Georgia, ha detto di non sapere in che direzione investigare sull'omicidio, ma si è detto convinto che non sia stato semplicemente un fatto di criminalità comune. Ha detto: "Penso che sia stato ucciso perché qualcuno voleva occultare il materiale che lui aveva raccolto: questo è il motivo per cui le cassette sono scomparse. So che gli agenti delle forze di sicurezza sono esperti nella tecnica di schiacciare le persone a morte senza lasciare nessun segno di violenza". Questa è una delle diverse teorie che l'inchiesta sull'omicidio sta esaminando, ha detto la polizia. Un'organizzazione ambientalista di Tblisi, e i colleghi di Roma, affermano che Russo aveva le prove di una nuova arma russa capace di uccidere le persone lentamente. Non ci sono prove e gli scettici evidenziano che giornalisti più noti stavano raccogliendo notizie di atrocità. Il Partito Radicale afferma che la tempistica è significativa. Per un anno, il Presidente Putin ha fatto lobby alle Nazioni Unite per togliere al Partito Radicale il suo status consultivo di organizzazione non governativa. Putin ha accusato i radicali di pedofilia, terrorismo e narcotraffico. Il voto finale delle Nazioni Unite, che ha respinto la richiesta, è stato calendarizzato per il 18 ottobre. C'è un'altra teoria che gira negli studi di Radio Radicale. Russo è stato ucciso perché aveva un'intervista audiovideo con una donna georgiana che afferma di essere la madre del Presidente Putin, confutando la tesi di Putin che lei fosse morta. Come movente per un omicidio sembra improbabile. La storia emerse la scorsa primavera e fu ripresa dai media internazionali prima di essere screditata. Altri dicono che il giornalista, che il giorno della sua morte era stato visto nella zona cecena, è stato ucciso per denaro. "Ma perché avrebbero dovuto lasciargli il suo passaporto e il crocifisso d'oro? E perché ucciderlo in un modo così strano? Non ha senso", ha detto un collega, che ha chiesto di non essere nominato. Gruppi che si occupano di diritti umani vogliono che l'Occidente chieda conto a Putin di Russo e di altri due giornalisti che hanno scritto sulla Cecenia: Alexander Yefremov, ucciso a maggio nella ragione separatista da un'esplosione controllata a distanza, e Iskander Khationi, che si concentrò sulle violazioni di diritti umani in Cecenia, trovato colpito a morte a settembre.Nel giro di ore dalla morte di Russo, i colleghi a Roma sono stati travolti dai messaggi. L'attivista dalla coda di cavallo aveva creato molte amicizie nei suoi viaggi."Sapevamo molto poco di lui. Storie di lui che porta trenta bambini a un ristorante, che salva vite umane,…", ha detto un collega. I liberali, liberi pensatori radicali non gli promettevano né fama né grandi guadagni, ma Russo accettò perché "loro sono pazzi, proprio come me", come era solito dire.Gli attacchi del partito alla Destra e alla Sinistra possono spiegare la minima copertura da parte della faziosa stampa italiana. "I giornalisti italiani sono snob. Antonio ha ricevuto più attenzione all'estero", ha detto il collega.Un piccolo corteo funebre ha accompagnato la sepoltura di Antonio nella tomba di famiglia a Francavilla, in Abruzzo. Beatrice Russo, settantacinquenne, crede che gli assassini di suo figlio non saranno mai identificati. "E' tutto così oscuro. La sola cosa che mi consola è che è stata una morte coerente con la sua vita". Antonio Russo ieri come Anna Politkovskaya oggi e chissà quanti altri che non conosciamo o che abbiamo dimenticato, e poi anche questo, come ci ricorda Inoz. Qui nessuno, sia ben chiaro, nega che quello ceceno sia autentico terrorismo: teatro Dubrovka e Beslan, per non dire altro, parlano da soli; ma se un giornalista dietro l’altro vengono assassinati per impedire loro di documentare ciò che avviene lì, è difficile dubitare che ciò che avviene vada ben al di là di una sia pure, inevitabilmente, sporca guerra al terrorismo. Aggiungo che se la “giustificazione” della tortura è la necessità di far rivelare al terrorista notizie su prossimi attentati per salvare così delle vite umane, una tortura che uccide dimostra inequivocabilmente che l’unico fine di quella tortura è la tortura stessa. Ora, ci viene raccontato, il signor Putin condanna l’assassinio di Anna Politkovskaya; non lasciamoci impressionare: lo faceva anche Arafat dopo ogni attentato terroristico. Un’ora dopo, per la precisione: perché la prima ora gli serviva per andare a Radio Palestine a lodare gli eroici martiri che si erano immolati contro il nemico sionista. Vecchio copione dunque, caro signor Putin, perciò ce lo risparmi.Nella mia ricerca di notizie su Antonio Russo per preparare questo post, mi sono imbattuta anche in goffi tentativi di depistaggio, come questo: «In un documento il sig. G.G. afferma: "… L'agguato è stato organizzato e realizzato da Personale dell'FSB, tutto di origine delle Repubbliche del Caucaso, sia della CSI che Autonome, in complicità con alcuni esponenti di Famiglie di tipo Mafioso, assai note, e di "ceppo" Ceceno, Georgiano, Azero ed Armeno […]”» - e chissà se questo signor G.G. lo farà per noia o per professione o forse né l’uno né l’altro ma solo per passione … Sarebbe bene, in ogni caso, che si cercasse di non dimenticare questi coraggiosi giornalisti che hanno pagato con la vita la propria sete di giustizia e di verità, perché quello della memoria è il primo – minimo - dovere di chi, al caldo delle proprie comode case, non sta rischiando niente.
E ricordiamo.  
I VIVI NON RICORDANO: antonio russo, giornalistaTutti i giornalisti uccisi nella Russia di Putin fino a oggi La morte di Magomed Evloev, fondatore di un sito web molto critico nei confronti dell'amministrazione della repubblica russa d'Inguscezia (Ingushetiya.ru), è l'ultima di un lunghissimo elenco di omicidi e morti misteriose di giornalisti critici verso il regime di Mosca. Stando alle autorità federali, Evloev sarebbe deceduto in un incidente stradale, mentre si trovava a bordo di un'auto della polizia. "Durante l'incidente è rimasto ferito alla testa da un colpo d'arma da fuoco ed è morto dopo il ricovero in ospedale" ha aggiunto la fonte della procura. Evloev era stato fermato all'aeroporto di Nazran, principale città dell'Inguscezia, mentre scendeva da un aereo su cui viaggiava anche il presidente inguscio Murat Zyazikov, ha spiegato alla radio Eco di Mosca un leader dell'opposizione inguscia, Magomed Khazbiyev. Ingushetiya.ru è una delle uniche fonti di informazione critica nei confronti delle autorità dalla regione prevalentemente musulmana che confina con la Cecenia. Il suo direttore, Rosa Malsagova, aveva dichiarato il 12 agosto di voler richiedere "asilo politico in Francia". La magistratura russa aveva ordinato all'inizio di giugno l'oscuramento del sito, accusato di diffondere informazioni "estremiste", in virtù di una legge controversa accusata di essere uno strumento per fare tacere l'opposizione. Pubblichiamo in questo spazio l'elenco dei giornalisti uccisi, partendo da Antonio Russo, corrispondente di Radio Radicale, ucciso in Georgia il 16 ottobre del 2000 mentre documentava la guerra in Cecenia. 1. Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, ucciso in Georgia attraverso lo schiacciamento del torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull’atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita è stato trovato sulla strada dove si trovava la base russa di Vasiani 2. Ilyas Shurpayev , giornalista Dagestano responsabile per la copertura delle notizie del Caucaso Settentrionale su Channel One; muore strangolato con una cintura a Mosca. 3. Gaji Abashilov, responsabile della Tv di Stato del Daghestan, VGTRK, fucilato nella sua auto. 4. Magomed Yevloyev, proprietario di Ingushetiya.ru, ucciso a colpi di pistola in un’auto della polizia. 5. Khabarovsk Konstantin Brovko, giornalista della compagnia televisiva “Gubernia”, ucciso a Khabarovsk. 6. Ivan Safronov, militare opinionista del quotidiano “Kommersant”. Morto a Mosca il 2 marzo; la causa della sua morte non è mai stata chiarita. 7. Vadim Kuznetsov, redattore capo della rivista “World and home. Saint Petersburg”, ucciso a San Pietroburgo. 8. Vaghif Kochetkov, del quotidiano Trud (Labor), ucciso a Tula; 9. Ilya Zimin, ha lavorato per il canale televisivo NTV Russia, ucciso a Mosca. 10. Vyacheslav Akatov, reporter speciale dello show televisivo “Business Mosca”, ucciso a Mosca. 11. Anton Kretenchuk, cameraman del canale TV 38 °, ucciso a Rostov-on-Don; 12. Yevgeny Gerasimenko, del giornale “Saratovsky Rasklad”, ucciso a Saratov; 13. Vlad Kidanov, giornalista freelance, del Cheboksary; 14. Alexander Petrov, redattore capo, della rivista “Right for Choice”, ucciso vicino a Omsk – nella Repubblica di Altai. 15. Vyacheslav Plotnikov, reporter del canale “41a TV Channel”, Voronezh; 16. Anna Politkovskaja, del quotidiano Novaya Gazeta, Mosca, 17. Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca. 18. Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov-sul-Don; 19. Magomedzaghid Varisov, Makhachkala; 20. Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San Pietroburgo; 21. Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk; 22. Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro Russian Ministry of Internal Affairs’s, dipartimento per il Distretto Federale Meridionale, Nalchik; 23. Kira Lezhneva, cronista del quotidiano “Kamensky Worker “, nella regione di Sverdlovsk 24. Yefim Sukhanov, ATK-Media, Archangelsk; 25. Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV / Radio Company, città di Vladivostok; 26. Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny; 27. Shangysh Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, Repubblica di Tuya 28. Paul Klebnikov, redattore della versione russa di Forbes Magazine, Mosca; 29. Payl Peloyan, redattore della rivista Armyansky Pereulok, Mosca; 30. Zoya Ivanova, dell’ emittente televisiva BGTRK, Repubblica di Buryatia; 31. Vladimir Pritchin, redattore capo del canale Nord Baikal TV / Radio Company, Repubblica di Buryatia; 32. Ian Travinsky, San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk, 33. Aleksei Sidorov, Tolyatinskoye Obozreniye. È il secondo redattore capo del giornale locale, “Tolyatinskoye Obozreniye” ad essere ucciso. 34. Yuri Shchekochikhin, Novaya Gazeta, Mosca. Vice redattore della Novaya Gazeta, morì pochi giorni prima del suo viaggio in programma negli Stati Uniti d’America per discutere i risultati della sua inchiesta giornalistica con i funzionari dell’FBI. Ha investigato su alcuni scandali di corruzione delle che ha coinvolto alti funzionari FSB. Shchekochikhin è morto per un “grave reazione allergica” ad una sostanza che presumibilmente è stata identificata come tallio. 35. Dmitry Shvets, della TV-21 Northwestern Broadcasting, morto a Murmansk. E’ stato vice direttore della stazione televisiva indipendente TV-21 Northwestern Broadcasting. E’ stato ucciso al di fuori del suo ufficio. Shvets’ aveva detto ai colleghi di aver ricevuto molteplici minacce per la sua relazione sugli influenti politici locali. 36. Natalia Skryl, del giornale Nashe Vremya, città di Taganrog; 37. Konstantin Pogodin, Novoye, del quotidiano Delo, città di Niznij Novgorod; 38. Valeri Batuev, giornale di Moscow News, Mosca; 39. Sergei Kalinovski, Moskovskiy Komsomolets, Smolensk; 40. Vitali Sakhn-Val’da, fotoreporter, della città di Kursk; 41. Leonid Shevchenko,del giornale Pervoye Chteniye , Volgograd; 42. Valeri Ivanov, redattore capo del Tol’yattinskoye Obozrenie , nella regione Samara; 43. Sergei Zhabin, al servizio stampa del governatore della regione di Mosca; 44. Nikolai Vasiliev, di Cheboksary , Chuvashia; 45. Leonid Kuznetsov, del giornale Mescherskaya Nov’ , della regione di Ryazan; 46. Paavo Voutilainen, redattore principale della rivista Kareliya, Kareliya; 47. Roddy Scott, della Frontline-TV inglese. 48. Alexandr Plotnikov, del giornale Gostiny Dvor, della città di Tyumen; 49. Oleg Sedinko, fondatore della Novaja Volna TV e Radio Company, di Vladivostok; 50. Nikolai Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, Ulyanovsk 51. Igor Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskiy Komsomolets, giornale in Penza; 52. Leonid Plotnikov, della casa editrice “Periodici di Mari-El”, Yoshkar-Ola. 53. Eduard Markevich, curatore ed editore del giornale locale Novy Reft, a Sverdlovsk. Viene trovato morto, colpito alla schiena. Ha spesso criticato i funzionari locali ed aveva ricevuto minacce prima dell’assassinio. 54. Vladimir Yatsina, corrispondente di ITAR-TASS, rapito e poi ucciso da un gruppo di Wahhabis in Cecenia 55. Aleksandr Yefremov, Cecenia. Fotoreporter della Siberia occidentale del giornale Nashe Vremya, ucciso in Cecenia dai ribelli. 56. Igor Domnikov, dalla Novaya Gazeta, Mosca. Uno sconosciuto assassino lo colpisce ripetutamente alla testa con un martello, all’ingresso del suo palazzo a Mosca. L’assassino non è mai stato trovato. 57. Sergey Novikov, Radio Vesna, Smolensk. E’ colpito e ucciso nel vano scala del suo appartamento. Ha spesso criticato il governo di Smolensk. 58. Iskandar Khatloni, Radio Free Europe, Mosca. È ucciso di notte con un ascia nel suo appartamento di Mosca da uno sconosciuto. Khatloni lavorava sugli abusi dei diritti umani in Cecenia. 59. Sergey Ivanov, Lada-TV. E’ colpito cinque volte alla testa e al torace davanti al suo palazzo. È stato direttore della Lada-TV, la più grande televisione indipendente nel Togliattigrad. 60. Adam Tepsurgayev, Reuters. Cameraman ceceno, ha prodotto la maggior parte delle riprese Reuters’ dalla Cecenia nel 2000, tra cui gli scatti del ribelle ceceno Shamil Basayev. 61. Cynthia Elbaum. fotografo per Time magazine, Cynthia èstata uccisa nel corso di bombardamenti russi nel 1994. 62. Vladimir Zhitarenko, veterano militare corrispondente per le forze armate russe per il quotidiano Krasnaya Zvezda (Stella Rossa), è colpito da due proiettili di un cecchino al di fuori della città di Tolstoy-Yurt, nei pressi della capitale cecena di Grozny. 63.Nina Yefimova, reporter per il giornale locale “Revival” è stata rapita dal suo appartamento e uccisa insieme a sua madre. Diversi giornalisti a Grozny e a Mosca credono che il suo omicidio sia legato ai suoi articoli sulla criminalità in Cecenia. 64. Jochen Piest. È ucciso in un attacco suicida da un ribelle ceceno nel villaggio di Chervlyonna, a nord-est della capitale cecena. 65. Farkhad Kerimov. Autore delle riprese di Associated Press dei “ribelli” della Cecenia. Non è mai stato stabilito il motivo dell’uccisione. 66. Natalya Alyakina Free-lance corrispondente per la Germania, è uccisa da un soldato vicino alla città meridionale russa di Budyonnovsk. 67. Shamkhan Kagirov. Reporter per il quotidiano di Mosca Rossiyskaya Gazeta e il giornale locale Vozrozheniye, è colpito e ucciso in un agguato in Cecenia.Tre agenti di polizia locale che viaggiavano in automobile con lui vengono anch’essi uccisi. 68. Viktor Pimenov. Fatalmente colpito alla schiena da un cecchino posizionato sul tetto di un edificio a Grozny. 69. Nadezhda Chaikova. Il suo corpo è stato trovato sepolto nel villaggio ceceno di Geikhi bendato e recante segni di percosse. La causa della morte è un colpo d’arma da fuoco. 70. Supian Ependiyev. Muore in un affollato mercato all’aperto nel centro di Grozny, in un raid che causò l’uccisione o il ferimento di centinaia di persone. Secondo altre fonti, morì due giorni dopo. 71. Ramzan Mezhidov. Uccisi in un attacco aereo a un convoglio di rifugiati lungo la Rostov-Baku, strada da Grozny a Nazran nella vicina Inguscezia. 72. Vladimir Yatsina , corrispondente per ITAR-TASS, è rapito e ucciso da un gruppo di Wahhabis. 73. Roddy Scott. Ucciso nella repubblica russa di Inguscezia. Soldati russi hanno trovato il suo corpo nella regione di Galashki, vicino al confine con la Cecenia, a seguito di una sanguinosa battaglia tra le forze russe e un gruppo di combattenti ceceni. 74. Magomedzagid Varisov , scienziato politico e giornalista, è colpito a morte nei pressi della sua abitazione a Makhachkala. Aveva ricevuto minacce e aveva chiesto, senza ottenerla, l’aiuto della polizia locale. Sharia Jamaat ha rivendicato la responsabilità per l’uccisione. ed inoltre, dal 75 al 103 Dmitry Krikoryants - Yvan Scopan - Sergei Krasilnikov - Rory Peck - Igor Belozyorov - Vladimir Drobyshev - Aleksandr Sidelnikov - Aleksandr Smirnov - Yuri Soltis - Dmitry Kholodov - Viatcheslav Rudnev - Vladislav Listyev Vadim Alferyev - Felix Solovyov - Viktor Pimenov - Viktor Mikhailov - Ramzan Khadzhiev - Larisa Yudina - Anatoly Levin-Utkin - Supian Ependiyev - Eduard Markevich - Natalya Skryl - Roddy Scott - Adlan Khasanov - Pavel Makeev Maksim Maksimov - Andrei Soloviev - Grigol Chikhladze - Stan Storimans. Fonti: Committee to protect journalists - Glasnot defence foundation in foto: "Conferenza stampa di Berlusconi e Putin in Sardegna del 18 aprile 2008. Dopo una domanda indiscreta rivolta da una giornalista russa a Putin, Berlusconi mima colpi di mitragliatrice verso la corrispondente mentre Putin annuisce" Inviato da: costa_merlata Trackback: 0 - Commenti: 0