ZORRO E' VIVO

sepmre piu' verso il baratro


Lo dice l'Organisation of Economic Cooperation and Development Italia fra i Paesi più «diseguali» Nel Belpaese aumenta il divario fra ricchi e poveri . La Danimarca è la nazione con meno disparità  
(da www.oecd.org) Rousseau, che nel suo Discorso sull'ineguaglianza legittimava un'insurrezione popolare contro il dispotismo del denaro, rimarrebbe probabilmente deluso se vivesse ai nostri tempi: il rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico parla chiaro e dice che tra ricchi e poveri la forbice si sta allargando, anziché restringersi. L'Ocse ha esaminato il tasso di disuguaglianza tra chi ha e chi non ha, utilizzando il coefficiente di Gini, che misura le differenze di reddito con un numero tra 0 e 1 (dove 0 rappresenta l'uguaglianza perfetta e 1 l'ineguaglianza perfetta) e ha riscontrato nel mondo uno sconfortante aumento medio del divario, lievitato a un tasso oscillante tra il 7 e il 30 per cento nell'ultimo ventennio. MIGLIORI E PEGGIORI - Insomma, pur con qualche isola felice (geograficamente e anagraficamente), dove invece sono stati fatti importanti passi in avanti, la tendenza generale dei governi è stata negli ultimi anni di scegliere politiche che favoriscono il profitto a scapito del salario. Le oasi felici sono rappresentate da nazioni come la Danimarca, la Svezia e il Lussemburgo, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto della classifica degli stati più equi con coefficienti entro lo 0,25. Inoltre tra coloro che hanno tra i 55 e i 75 anni il gap si è ristretto. Ma in nome di questi miglioramenti si registra un'ineguaglianza crescente tra i bambini e nella maggior parte delle nazioni (e non per nulla il rapporto si intitola Growing Unequal, anche se c'è un punto di domanda che sfuma la frase lapidaria). Il peggiore è il Messico (con un coefficiente di Gini dello 0,48), seguito dalla Turchia e dal Portogallo. OAS_AD('Bottom1'); L'ITALIA – Cattive notizie per il nostro Paese, che si piazza al sesto posto tra i peggiori, con un coefficiente di Gini dello 0,35. Del resto è da tempo che a casa nostra si parla di scomparsa della classe media, prefigurando uno stato dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. Si distingue per cattive politiche di redistribuzione anche l'America democratica, figurando al quarto posto tra gli Stati con un gap maggiore e sfoggiando un coefficiente dello 0,38 ancor più vergognoso dell'Italia. Da segnalare infine le tendenze più vistose, al di là dei risultati in termini assoluti: dal 2000 la disequità è cresciuta in Canada, Germania, Norvegia, Stati Uniti, Italia e Finlandia, mentre è diminuita in Gran Bretagna, Messico, Grecia e Australia. Inutile dire che la disuguaglianza accresce le tensioni e ostacola la mobilità sociale, e che la disequità non può esistere in un Paese profondamente democratico e progredito. O almeno non dovrebbe. Emanuela Di Pasqua 21 ottobre 2008