Amedeo
Ricucci, giornalista RAI, presenta per La storia siamo noi un
documentario girato dopo la morte di Anna con immagini di repertorio e
interviste inedite, censurate dal governo di Putin.Anna
Politkovskaya era la giornalista russa, esperta di diritti civili, più
amata e più conosciuta all’estero che aveva firmato più di 2000
articoli sulla guerra in Cecenia, sulla tragedia della Dubrovka e su
quella di Beslam.
L’hanno
uccisa a colpi di pistola alle 17 del 7 ottobre 2006, circa: per molti,
insieme a lei, è morta la speranza che la Russia possa liberarsi dai
fantasmi del passato e diventare una grande democrazia rispettosa dei
diritti umani. Quello stesso giorno altri due giornalisti, Karen
Fischer e Christian Struwe della radio tedesca Deutsche Welle, sono
morti. Anche loro colpiti da un’arma da fuoco, ma in Afghanistan.
“Uccisa
l'ultima voce libera”, hanno commentato molti. “Morta l'ultima
espressione della libertà di stampa”. Ed ora gli attivisti per i
diritti umani e tutti coloro che in vario modo cercano di approfondire
l'intricata realtà della Russia sempre meno libera, e la sua politica
nel Caucaso, si sentono colpiti duramente e privati di una voce
diventata un punto fermo. L’ex marito di Anna racconta a La
Storia Siamo Noi: “Ero a casa tranquillo quando mi è arrivata una
chiamata dalla stazione radio l’Eco di Mosca. Una giornalista a
bruciapelo mi ha chiesto: ‘ha saputo quello che è successo a sua
moglie? L’hanno ammazzata’”.
Immediatamente
dopo la notizia dell’uccisione della giornalista russa, un grande
cordoglio nazionale si scatena a Mosca: 40 giorni di lutto, tanti
quanti ne servono, secondo la tradizione ortodossa perché l’anima del
defunto abbandoni la terra e salga in cielo. E’ per questo che davanti
casa di Anna e sulla sua scrivania le candele sono rimaste sempre
accese e non sono mai mancati i fiori. A mandarli sono stati,
soprattutto, i suoi lettori, gli stessi che hanno affollato il cimitero
per portarle un ultimo saluto. Ed è stato così che luoghi come la
Novaja Gazeta – il quotidiano russo di ispirazione liberale, dove dal
1999 la Politkovskaja lavorara e condannava apertamente l'Esercito e il
Governo russo per lo scarso rispetto dimostrato dei diritti civili e
dello stato di diritto, sia in Russia che in Cecenia- sono stati presi
d’assalto dalle migliaia di persone che hanno omaggiato la giornalista.
“Ai
funerali c’era soprattutto tanta gente comune- racconta Lidija
Jusupova, dell’Associazione Memorial Caucaso - mi ricordo in
particolare una signora anziana con una cartella in cui conservava
gelosamente tutti gli articoli di Anna. Mi disse che non avrebbe letto
più nessun giornale dal momento che Anna non c’era più e mi spiegò che
solo Anna riusciva a farle capire com’è cambiata e cos’è oggi la
Russia.” Il killer della giornalista russa Anna Politkovskaya
"si nasconde in Europa occidentale", aveva dichiarato qualche tempo fa
il capo della Commissione d'indagine della Procura russa Aleksandr
Bastyrkin. "Sappiamo anche in quale Paese", ha aggiunto il
capo-inquirente, senza dare ulteriori dettagli. Lo riferisce l'agenzia
Ria Novosti.
In
base all'indagine preliminare, l'esecutore diretto dell'omicidio della
giornalista di 'Obshaja Gazeta' è Rustam Makhmudov, di origine cecena.
Politkovskaya fu uccisa il 7 ottobre 2006 nell'ingresso del condominio
moscovita in cui abitava. Su Makhmudov pende un mandato d'arresto
internazionale. Altri tre uomini sono stati incriminati lo scorso 18
giungo: due fratelli di Rustam e un ex ufficiale di polizia, Sergei
Khadzhikurbanov.
ecco il file per scaricare il forrent http://www.tntvillage.scambioetico.org/index.php?act=showrelease&id=151162