ZORRO E' VIVO

CHE VERGOGNA UN VESCOVO NEGA L'OLOCAUSTO E ALZA L'OSTIA DI CRISTO !!!!


Nonostante le recenti dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull’Olocausto fatte dal britannico Richard Williamson, un vescovo lefebvriano, Benedetto XVI ha ufficializzato la revoca della scomunica ai quattro vescovi ultratradizionalisti ordinati illegittimamente da Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988. Il decreto di revoca di scomunica è stato firmato il 21 gennaio 2009 e secondo padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, è un «passo importante sulla via della piena comunione» tra Chiesa cattolica e ultratradizionalisti lefebvriani anche se c’è «una situazione da definire per quanto riguarda l’esercizio del ministero da parte dei lefebvriani». la decisione del papa è abbastanza grave. I lefebvriani contestano la validità del concilio vaticano II a causa della sua natura ecumenica in particolare per quanto riguarda l’apertura all’ebraismo. Non sorprende dunque che le contestazioni della comunità ebraica alla decisione di benedetto XVI siano state particolarmente forti nelle parole e nei toni. Infatti uno dei quattro riabilitati il britannico Richard Williamson ha negato l’esistenza delle camere a gas naziste. di Fausto Gasparroni CITTA’ DEL VATICANO - La decisione di Benedetto XVI di ritirare la scomunica ai quattro vescovi ultra-tradizionalisti ordinati nel 1988 da monsignor Marcel Lefebvre, tra i quali il ”negazionista” Richard Williamson, getta nuova benzina sul fuoco della scontro fra Santa Sede e mondo ebraico e allarga ulteriormente il fossato tra due fronti che da decenni non si trovavano su posizioni cosi’ distanti. Alti esponenti della religione ebraica hanno immediatamente contestato - e con toni di inedita durezza - il fatto che il ‘perdono’ pontificio non abbia tenuto conto delle dichiarazioni revisioniste e negazioniste sull’Olocausto fatte dal britannico Williamson. Quest’ ultimo, in un’intervista alla tv svedese, rilasciata nello scorso novembre ma mandata in onda tre giorni fa, ha affermato di non credere all’esistenza delle camere a gas naziste. Il superiore lefebvriano Fellay ha subito commentato che si tratta di affermazioni personali, usate strumentalmente per screditare la ”Fraternita’ di San Pio X”. E anche oggi il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha avuto un bel dire nell’affermare che la Santa Sede non condivide in nessun modo le dichiarazioni revisioniste di Williamson sulla Shoah: secondo Lombardi, la ”revoca della scomunica non c’entra assolutamente nulla” e non significa ‘’sposare le sue idee e le sue dichiarazioni, che vanno giudicate in se”’. Cio’ non e’ bastato. Se dapprima, infatti, il portavoce del ministero degli esteri israeliano Yigal Palmor, si e’ trincerato dietro un ‘no comment’, affermando che la riammissione dei lefebvriani in seno alla Chiesa ”non e’ una questione che riguarda i rapporti tra i due Stati”, il rabbino David Rosen, personalita’ attivamente coinvolta nel dialogo tra ebrei e cattolici, ha voluto definire la revoca della scomunica a Williamson come ”un passo che contamina l’intera Chiesa”, se quest’ultima non esige dal vescovo la ritrattazione di cio’ che ha detto sulla Shoah. Secondo Rosen, nella decisione pontificia ”c’e’ stata una superficialita”’ che mostra ”gravi lacune nel funzionamento interno del Vaticano”. E ”accettare una persona chiaramente antisemita”, ha aggiunto, ”e’ farsi gioco di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II e di tutti i Papi” che hanno operato per il dialogo tra le religioni. Per il rabbino, inoltre, non basta che il Vaticano si proclami fedele alla dichiarazione conciliare Nostra Aetate (che 40 anni fa segno’ una svolta decisiva nei rapporti col mondo ebraico): ”non conta cio’ che il Vaticano dice, conta cio’ che fa”, ha ammonito. E fino a quando non esige ”una ritrattazione” delle dichiarazioni revisioniste di Williamson ”e’ l’intera Chiesa che resta contaminata”. Parole dure come macigni, anche rispetto alle possibilita’ di riallacciare il dialogo, specialmente dopo le precedenti tappe di un allontanamento segnato dalle polemiche sulla ”preghiera per gli Ebrei” del Venerdi’ Santo e sulla causa di beatificazione di Pio XII, fino alla decisione dei rappresentanti ebraici italiani di non partecipare all’annuale Giornata del Dialogo promossa dalla Cei. Che ci sia imbarazzo nelle stanze vaticane traspare anche dalla scelta odierna della Radio Vaticana di diffondere un ampio servizio sulla ”forte attenzione” sempre riservata da Benedetto XVI all’ebraismo e alla memoria della Shoah. Anche qui viene ripetuto che le dichiarazioni negazioniste di Williamson rappresentano solo ”posizioni personali, totalmente non condivisibili, e che tanto meno riguardano il magistero pontificio e le posizioni della Chiesa cattolica”. (fonte: ansa)