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guanatano della discordia


Stati Uniti: 17 uiguri detenuti a Guantánamo Bay Data di pubblicazione dell'appello: 28.01.2009 Status dell'appello: attivo Aggiornamento UA 278/08 - AMR 51/013/2009
©Associated Press Italia Diciassette prigionieri di etnia uigura (Huzaifa Parhat, Abdul Semet, Jalal Jaladin, Khalid Ali, Sabir Osman, Abdul Sabour, Abdul Nasser, Hammad Memet, Edham Mamet, Arkin Mahmud, Bahtiyar Mahnut, Ahmad Tourson, Abdur Razakah, Anvar Hassan, Dawut Abdurehim, Abdul Ghappar Abdul Rahman e Adel Noori) sono ancora detenuti presso la base navale statunitense di Guantánamo Bay, a Cuba, nonostante quatto mesi fa un giudice federale avesse stabilito che la loro detenzione era illegale e ne avesse ordinato il rilascio. L'ordinanza era stata tuttavia sospesa dopo un ricorso della precedente amministrazione statunitense alla Corte degli appelli federali, in cui si affermava che la sentenza del giudice Urbina rappresentava un provvedimento "stravagante". Ad oggi la Corte non si è ancora pronunciata.   Il 22 gennaio 2009, due giorni dopo il suo insediamento, il presidente Barack Obama ha firmato un ordine esecutivo con cui ha impegnato la nuova amministrazione Usa a chiudere il centro di detenzione di Guantánamo "il prima possibile" e comunque non oltre un anno. L'ordine esecutivo chiede inoltre al Procuratore generale di coordinare immediatamente una "revisione complessiva" di tutti i casi di Guantánamo e di decidere il destino giudiziario di ogni singolo detenuto. L'ordine esecutivo non contiene disposizioni riguardo al rilascio dei detenuti in territorio statunitense. Il 7 ottobre 2008, con una decisione che può definirsi storica, il giudice Ricardo Urbina della Corte federale del distretto di Columbia aveva ordinato al governo di rilasciare i 17 uiguri detenuti da oltre sette anni a Guantánamo. I 17 uomini erano stati arrestati nel 2001 in Pakistan, venduti dalle forze pachistane a quelle statunitensi in cambio di una taglia di 5000 dollari a persona e trasferiti a Guantánamo nel 2002. Il governo Usa ha riconosciuto che i 17 uomini non sono "combattenti nemici". Gli Stati Uniti hanno accettato di non espellerli verso la Cina, dove potrebbero trovarsi a rischio di tortura o esecuzione; tuttavia, la precedente amministrazione non è riuscita a trovare un paese in grado di accoglierli. L'ordine esecutivo del presidente Obama sottolinea come, a seguito di "nuovi sforzi diplomatici", dovrebbe essere trovata "una soluzione appropriata per buona parte" dei detenuti di Guantánamo e chiede al Segretario di Stato di proporre e condurre in tempi brevi negoziati con i governi stranieri. Alcuni governi hanno dichiarato la propria disponibilità ad accogliere quei detenuti che non possono far ritorno nei propri paesi a causa delle violazioni dei diritti umani che potrebbero subire. Amnesty International crede che la nuova amministrazione statunitense debba fare la sua parte, accogliendo sul proprio territorio i detenuti rilasciati e incoraggiando gli altri governi a fare altrettanto. L'amministrazione statunitense potrebbe iniziare ritirando il ricorso contro la sentenza del giudice Urbina e rilasciando i 17 uiguri negli Stati Uniti. Amnesty International non vede ragioni per cui il loro rilascio debba essere ulteriormente rimandato. Firma subito l'appello Mark R. Filip, Acting Attorney GeneralUS Department of Justice 950 Pennsylvania Avenue NW Washington, DC 20530-0001USA Fax: +1 202 307 6777 Email: AskDOJ@usdoj.gov Egregio Procuratore Generale, Le scriviamo come sostenitori di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 lavora in difesa dei diritti umani, ovunque siano violati. Accogliamo con favore l'impegno del presidente Barack Obama a chiudere il centro di detenzione di Guantánamo e auspichiamo che l'intenzione dichiarata di farlo "il prima possibile" sia interpretata e attuata con l'urgenza necessaria. Esprimiamo preoccupazione per il fatto che, quasi quattro mesi dopo che il giudice della Corte distrettuale Ricardo Urbina ne ha ordinato il rilascio negli Stati Uniti, 17 cittadini uiguri si trovano ancora in uno stato di detenzione indefinita presso la base di Guantánamo. Dal nostro punto di vista, non c'è bisogno di includere il caso degli uiguri in quelli dell'agenzia di revisione prevista dall'ordine esecutivo del presidente Obama. Esprimiamo soddisfazione per il supporto della comunità locale statunitense che si è offerta di aiutare gli uiguri a costruirsi una nuova vita fuori da Guantánamo. Sottolineiamo come mobilitarsi per lasciar cadere l'appello contro la sentenza del giudice Urbina ed accogliere gli uiguri negli Stati Uniti non potrebbe far altro che trasmettere un segnale positivo a quei governi che vogliono collaborare con la nuova amministrazione accogliendo i detenuti che non possono tornare nei propri paesi. Infine, Le chiediamo, in nome del senso di umanità e della giustizia, di rilasciare in territorio statunitense i 17 detenuti uiguri e di agire per assicurare un esito giusto, sicuro e duraturo alla vicenda di questi uomini. Vi ringraziamo per l'attenzione.