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Libertà di stampa, l’Italia sempre peggio siamo al 49° posto


Libertà di stampa, l’Italia sempre peggio siamo al 49° postoLibertà di stampa, l’Italia sempre peggio siamo al 49° posto L’AQUILA. Per liberta' di stampa l'Italia e' al quarantanovesimo posto nel mondo; lo scorso anno si trovava al 44/mo posto: dopo nazioni come Argentina, Spagna, Francia, Cile, Slovenia, Costa Rica, ma prima di Bulgaria, Brasile, Croazia. Lo ha annunciato stamane il vicepresidente nazionale dell'Associazione "Reporters sans frontieres, per la liberta' di stampa", Domenico Affinito, nel corso di una conferenza stampa che si e' tenuta in Piazza Duomo, all'Aquila, a due passi dai cantieri della ricostruzione in occasione della giornata mondiale della liberta' di stampa, decretata dall'Unesco. Come ogni anno Reporters sans Frontieres (Rsf) ha illustrato lo stato della liberta' di espressione e di stampa nel mondo e la lista dei "Predatori della liberta' di stampa" ed ha presentato l'album fotografico realizzato dalla Magnum per i 25 anni di Reporters sans Frontieres. «Abbiamo scelto di venire all'Aquila - ha detto Affinito - per due ordini di motivi. Il primo perche' la citta' terremotata per noi e' il simbolo di quello che siamo riusciti a fare ad Haiti, altra citta' martoriata dal sisma in cui attraverso un progetto siamo riusciti a far ripartire la stampa locale. L'altro aspetto importante e' legato al fatto che non bisogna spegnere le luci sul terremoto e sulla ricostruzione». Parlando della liberta' di informazione in Italia, Affinito ha detto di essere «fortemente preoccupato della situazione in Italia per la liberta' di stampa perche' la nostra situazione e' diversa da quella degli altri paesi europei e per la prima volta si affaccia la grave minaccia delle organizzazioni criminali nei confronti dei giornalisti». «Oggi in Italia, esiste un grave problema di rapporto tra politica, verita' e informazione, lo dimostra anche l’ultimo grave rischio per la liberta' di stampa: quello rappresentato dal disegno di legge sulle intercettazioni che il Senato si appresta a votare dopo essere stato approvato dalla Camera a giugno», ha spiegato ancora Affinito, «il decreto legge e' una museruola alla stampa libera, il testo non solo prevede multe salate e il carcere per i giornalisti e media che pubblicheranno il contenuto o il riassunto di intercettazioni per le quali e' stata ordinata la distruzione, ma addirittura prevede multe e carcere anche per la pubblicazione di documenti pubblici, come le disposizioni del Gip». Per Affinito «queste gravi ingerenze nei confronti dei media rappresentano un esempio deplorevole e scandaloso. Alcuni capi di stato autoritari - ha continuato il vicepresidente di Reporters sans Frontieres - che privilegiano la censura alla liberta' di espressione potrebbero evocare il caso italiano per legittimare le loro decisioni». Affinito ha annunciato che qualora il decreto legge dovesse essere approvato, su un blog specifico verranno pubblicate tutte le intercettazioni telefoniche di quei personaggi che in Italia detengono il potere. Insieme al vicepresidente italiano di Rsf, erano presenti il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ed i giornalisti della Rai, Paolo Di Giannantonio e Tiziana Ferrario, quest'ultima membro del direttivo nazionale di Giornalisti senza frontiere