ZORRO E' VIVO

La dittatura auto-moto


La dittatura auto-moto... e della motoI rinoceronti metallici - Buoni e cattivi - Menzogne a motoreL'invenzione dell'auto privata è una delle grandi sciagure abbattutesi sul genere umanoE.J.Mishan - Evaluation of Life and Limb: a theoretical approach - London 1971. La parola regime è in genere usata per definire un sistema politico che non ammette alternative a se stesso, e che anzi tende a eliminare ogni possibile alternativa. Dunque Regime nel senso di dittatura o di sistema totalitario, termini che anche questi si riferiscono a sistemi che non ammettono alternative a se stessi.In questo senso l'egemonia dell'automobile (e della motocicletta sua stretta parente) costituisce un vero e proprio regime politico-economico i cui due pilastri economici sono l'industria automobilistica e quella petrolifera; regime che si applica ventiquattro ore su ventiquattro su ogni singolo km quadrato del territorio, che esige ed in buona parte ottiene il consenso assoluto della popolazione nonché dei mass-media. Non è proprio questo il profilo di un regime?La riprova di questa situazione la si è avuta negli ultimi mesi del 2008 quando essendo molte industrie automobilistiche ridotte sull'orlo del fallimento, queste hanno lanciato una massiccia campagna mediatica tesa a sostenere che l'industria dell'auto insieme a quelle a lei collegate (il cosiddetto indotto) è un pilastro dell'economia, che non se ne può fare a meno, che se crollasse trascinerebbe con sé l'intera economia. Il classico argomento dei regimi appunto: Après moi, le deluge, "Dopo di me il diluvio". E subito i governi di mezzo mondo a cominciare da quello USA hanno dato fondo alle loro finanze per sostenere l'industria dell'auto e mantenere in vita questo regime.Regime che qui somiglia a un tumore maligno che una volta installatosi in un organismo si estende a tal punto da diventare inoperabile, nel senso che un tentativo chirurgico di asportarlo rischierebbe di uccidere l'intero organismo.Così è per il regime auto-moto che cresciuto ormai a dismisura fino a lordare e deturpare ogni angolo del pianeta, ha oggi il controllo quasi totale della stampa che è pressoché unanime nell'esaltarlo e appoggiarlo in ogni modo, dalle pagine dedicate ai motori ai fiumi di inchiostro spesi per esaltare quei gran premi motoristici che usurpano il nome di eventi sportivi.E oltre al servilismo della stampa, la dittatura auto-moto ha anche le sue adunate oceaniche: non più in una piazza della capitale per acclamare il capo supremo e scandire slogan, ma su strade e autostrade dove le adunate oceaniche prendono il nuovo nome di ... oceanici ingorghi; qui i sostenitori del regime (alias automobilisti/motociclisti) si sfogano a scandire gli slogan di regime: "vogliamo più strade", "vogliamo più autostrade", "vogliamo più parcheggi"; c'è anche una musica di regime che ha il suono stridente dei clacson; il tutto ripreso con grande enfasi dai mass-media che ne fanno occasione per sostenere a gran voce queste richieste.Infatti anche questo, come tutti i regimi, ha una diabolica abilità nel costruire utili menzogne e nel rivoltare a proprio favore i propri disastri:il traffico diventa un pretesto per costruire nuove strade e autostrade; l'inquinamento un pretesto per convincere l'automobilista a vendere la sua auto e comprarne una nuova che si presume meno inquinante. la strage motoristica un analogo pretesto per vendere auto che si presumono più sicure. Di recente si è toccato il fondo con le campagne di stampa contro la bici accusata di essere più pericolosa dei veicoli a motore, dimenticando il piccolo particolare che i ciclisti che muoiono sulla strada sono nel 99% dei casi uccisi proprio dai veicoli a motore. Un esempio di disinformazione veramente stomachevole: l'assassino accusa la sua vittima per essersi fatto uccidere!!! E come ricordato poco fa, quando l'industria auto-moto si ritrova sull'orlo del fallimento usa questo argomento per ottenere aiuti e sussidi statali per sopravvivere e crescere ulteriormente, proprio come il tumore maligno che per sopravvivere e crescere ancora pretende per sé tutte le risorse dell'organismo. Unica consolazione in questo nerissimo panorama è che tutti i regimi incontrano prima o poi una fine traumatica, non resta che sperare che lo stesso avvenga anche per il regime motoristico ...