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Il mio viaggio


Parto. Accendo il motore, sollevo lentamente il piede dalla frizione, do gas e l’auto inizia a muoversi. Spingo più forte il piede sull’acceleratore, cambio…prima, seconda, terza, quarta… Quando sfioro i novanta, passo alla quinta e sento il motore fare un lungo sospiro, quasi a dire “Sono fatto per questo”. Mano sinistra a stringere il volante con decisione, mano destra sul cambio. La strada è tutta davanti a me, libera e spaziosa. Non ha importanza dove mi porterà, l’importante è il viaggio. Io e la mia auto ormai ci conosciamo bene: alla prima curva tolgo il piede dall’acceleratore, ma non appena le ruote anteriori entrano nella curva stessa, ritorno a dare gas e l’auto prosegue, tenendo perfettamente la strada. A volte le ruote posteriori scodinzolano un po’, ma non mi preoccupo. Mi piace la velocità, ma so guidare con prudenza. E questi viaggi, lunghi o brevi, accompagnano anche i miei pensieri. Dicono che noi donne riusciamo a fare più di una cosa alla volta. Beh, dev’essere vero, perché sono attenta alla guida, ma la mia mente viaggia anche su altri percorsi, più emozionali. Nemmeno il sottofondo musicale che si diffonde dall’autoradio riesce a distrarmi, quando inizio a pensare.  E ricordare. Mi accorgo di sorridere, o di commuovermi. Parlo da sola, con me stessa o con l’oggetto dei miei pensieri. Spero che gli automobilisti che mi incrociano in quei momenti pensino che sto cantando. Alla fine, non so se siano più interessanti e utili i viaggi della mente o quelli dell’asfalto. Il luogo fisico di destinazione è sempre raggiunto, ma per quello dell’anima la strada è ancora lunga.  Daniela Giorgini © 22.08.2013