il pane e le rose

Gimmusic


Sono una donna bisognosa di ginnastica, "è una questione di salute" ha sentenziato il dottore mentre cercavo di spiegargli che tra lasagna con vino rosso e un abito taglia 42 per me non c'è gara. E così ho cominciato col pilates, molto rilassante, molto che ti stiri e ti allunghi che diosololosa se sono ancora alta uguale o devo rifare l'orlo alle braghe. Comunque, incoraggiata dal fatto di non essere morta, oggi ho deciso di fare la matta e tentare gym music. Alè. Mi avvicino all'insegnante e faccio presente che mi metterò in fondo perché non sono mai stata un granché in questo genere di ginnastica. Lei, credendo di incoraggiarmi: "non preoccuparti, facciamo solo coreografie molto facili". "Coreografie"? Ovviamente in prima fila la solita schiera di signore con dieci anni anni più di me, dieci volte più sciolte, che hanno cominciato a sgambettare. Fin qui, ho pensato, posso farcela. Ma all'ordine di "mambo" e poi un'altra cosa che non ho capito neanche il nome, ho cominciato a svolazzare per la stanza con passi tutti miei,  sempre in controtempo, sempre la gamba sbagliata. Proprio davanti a me, una signora bravissima che batteva anche le mani. Ho guardato meglio: ma no... era giovane! sotto i 30 e all'apparenza straniera, razza teutonica: per forza mi dava le piste. Mi sono divertita molto, la musica era bella e all'invito: "lasciatevi andare" dell'insegnante ho risposto con una mia personale versione della gimmusic ballando uno shake in perfetto stile anni '70. Ho anche capito che non è vero che non sono tagliata per la gimmusic, se sbagliavo a coordinare i passi è perché sono mancina.