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ANDATA BENE, ANCHE TROPPO


Grazie, grazie a tutti. Il battesimo della performance "Musica e quotidiano" di ieri sera alla ex Fornace Pasquinucci di Capraia è andato bene, forse anche troppo. Una sessantina di persone hanno riempito la sala, le sedie non bastavano e quindi una ventina di presenti se ne sono dovuti rimanere in corridoio, in piedi. Una cosa inimmaginabile. C'erano più persone che non conoscevo di quelle che conoscevo, anzi, in proporzione la dote di pubblico portata da me era una minima percentuale. Bravissimi Gianni e Alessia nell'interpretare le sette canzoni che avevano scelto, ma alla fine ho superato l'emozione e, bontà della platea, ci hanno riempito di appalusi. La gente non si voleva alzare della sedia, chiedevano i bis della canzoni. Ed è lì che è arrivato un altro ospite a sorpresa, Luigi Mattiello da Santa Croce, uno degli amici e amiche del campo di lavoro di Corleone arrivati per l'occasione a Capraia. Chiamato a gran voce, Gigi ha preso la chitarra di Gianni accontentando il pubblico, che non voleva andarsene nemmeno... E pensare che noi si pensava di sbolognarla in quattro e quattr'otto. Almeno io, pensavo venisse un fiasco e invece è andata benissimo. Una signora di un'associazione culturale dell'Isolotto ci ha invitato a rifarla alla loro sede, la moglie dell'ex sindaco spingerà per portare lo show alla casa del popolo di Limite, Gigi la vuol riproporre in un circolo Arci della Zona del Cuoio, l'ex assessore montelupino Simone Terreni, che insieme a Giuliano Nozzoli e all'attivissimo gruppo della Fornace ci ha aiutato molto per l'allestimento della serata, vule sentire dei circoli della zona per vedere se ci accolgono... Meglio di così, cosa devo chiedere? Il giorno della tesi, veramente, non ho provato la fortissima emozione che mi hanno regalato quelle 60 persone. Anche i mie genitori, paternalmente scettici prima della performance, si sono ricreduti e mi hanno tempestato di lodi. Inoltre, è piaciuto, a mia sorpresa maggiore, l'omaggio che abbiamo fatto al grandissimo Andrea Parodi morto poche settimane fa. Abbiamo parlato alla fine del rapporto dialetto, musica e quotidianità e Gianni mi ha suonato un sottofondo sul quale ho recitato Pitzinnos in Sa Gherra, canzone che Parodi scrisse con De André. Non avevo mai recitato in tutta la mia vita, ma in questa occasione ho tirato fuori l'anima e ce l'ho fatta. Forse perché Parodi mi ha affascinato fin da quando, due anni fa, ho iniziato a sentire le sue canzoni, quando quella storia di bambini in guerra mi ha stregato al punto in cui io, di madre lingua limitese, mi sono imparato il sardo, peraltro grandissima lingua, di questa meravigliosa canzone. Con Parodi, detto l'indiano di Sardegna, che vi trovate nella fotina.Stasera, anzi tra poco, io e Maximine andiamo a Certaldo a una cena. Il Cecca va via un anno a Siviglia, si va a salutare. Hasta pronto e ancora grazie per la serata magica. Se andrò a lavorare in ditta dopo la mia parentesi giornalistica per lo meno posso pensare di aver vissuto il mio momento di celebrità intellettuale. Non a tutti capita e io ho avuto molta fortuna.