ONDA

LONDRA. 23/05/2008


Un velista britannico ha realizzato un'impresa mai riuscita in precedenza a nessuno: ha fatto in solitario il giro del mondo navigando per le gelate acque dell'Oceano Artico e rischiando a piu' riprese la pelle. Quarantasei anni, ex-osteopata, Adrian Flanagan e' arrivato ieri al punto di partenza (Hamble, sulla Manica, vicino a Southampton) dopo una complicata odissea incominciata il 28 ottobre del 2005 quando era salpato a bordo di 'Barabbas' una speciale imbarcazione lunga undici metri.Per realizzare questo ''sogno'', che coltivava dall'eta' di quindici anni, ha venduto tutto quanto possedeva e adesso ha annunciato l'intenzione di rifarsi almeno in parte delle spese cedendo al miglior offerente l'imbarcazione gli ha permesso di realizzare l'exploit. L'avventura non e' stata facile: per due volte il navigatore solitario ha fatto naufragio al largo di Cape Horn (il punto piu' meridionale del Sudamerica). Quando veleggiava non lontano dalle coste del Brasile e' stato inseguito da una nave di pirati e per 48 ore di fila non ha dormito nemmeno un minuto tenendo a portata di mano una pistola 'scacciacani'. E' poi sopravvissuto a stento a dirompenti tempeste nella zona dei Tropici e se l'e' vista brutta anche in Cornovaglia, dove e' stato sbattuto in mare da un'onda gigantesca e soltanto l'intervento di una nave vicina lo ha salvato dall'annegamento. A differenza di Francis Chichester, il suo eroe, che tra il 1966 e il 1967 fece a vela il primo giro del mondo in solitario con un unico stop (Sydney), Flanagan ha optato per una rotta ''verticale'' molto piu' impegnativa e insidiosa: una volta attraversato il Pacifico e' salito a nord fino allo stretto di Bering e ha poi navigato a ridosso delle inospitali coste settentrionali della Russia fino alla NorvegiaIn tutto il navigatore solitario ha viaggiato per 30.000 miglie nautiche rimanendo complessivamente in mare 403 giorni e puo' adesso vantare altre prodezze: e' stato ad esempio il primo a veleggiare non-stop dalla Gran Bretagna alle Hawaii e prima di lui soltanto altri tredici avventurosi erano riusciti a doppiare il Capo Horn da est a ovest malgrado le forti correnti contrarie. ''Il sentimento prevalente che adesso provo - ha dichiarato all'arrivo - e' di sollievo. Ci sono stati alcuni momenti di grosso pericolo in cui mi sono chiesto che cosa mai stessi facendo. Ma anche bei momenti come oggi, quando ho rivisto i miei due bambini di nove e sei anni''. Con l'ex-moglie Louise che da casa seguiva e coordinava l'impresa, il velista e' stato ad un passo dal fallimento quando si e' trovato nello stretto di Bering e i russi gli hanno rifiutato il visto d'ingresso necessario per proseguire il viaggio. Il visto e' arrivato qualche settimana piu' tardi, dopo che Louise e' riuscita a 'sensibilizzare' l'oligarca russo residente a Londra Roman Abramovich. Non e' chiaro pero' se l'epica impresa potra' essere ufficialmente ratificata come un record mondiale perche' il navigatore non l'ha compiuta tutta d'un fiato ma si e' fermato a piu' riprese.