RACCONTO

Solitudine


Guardo il cielo azzurro terso e penso; penso a tante cose e mi accorgo che sono solo. Solo con me stesso. l'11 settembre nelle mie due ore di libera uscita quattordicinale ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, ma la nostalgia era tanta. Solo soletto mi sono seduto su un muretto, sotto un albero. Il cielo era stellato, non l'ho vista quella stella poiche non era limpidissimo, ma all'incirca l'ho individuata. Ho acceso una sigaretta e me ne sono stato lì a ricordare. Dei passi e all'improvviso si accende una luce che mi riporta alla realtà. Un profondo sospiro e mi alzo e mi incammino di nuovo verso casa. Chissa' che stara' facendo, penso. Lentamente vado verso casa, la voglia di non rientrare...faccio il giro piu' lungo, passo dal fondo della mia via, mi soffermo all'incirca a metà davanti a un muro con una siepe; un'auto parcheggiata mi ricorda un'altra meravigliosa cosa. tentenno, non voglio tornare a casa ma lo devo fare per forza: mi attendono altri 14 giorni di servizio continuo. Non è bello essere soli, non è bello avere amici ma non posso averne. Un aereo solca ora il cielo...chissa' dove va; vorrei essere lì sopra per sfuggire a tutto questo, ma non posso. Mi estraneo...e mi accorgo che una goccia compare nell'angolo dell'occhio.La voce dei colleghi mi riportano alla dura realta'. Beh, vado avanti.