dariofalzone

PALERMO E BISERTA SI "STRINGONO LA MANO


Chiesto dal vicesindaco di Palermo, Dario Falzone, l’ampliamento del protocollo d’intesa tra la capitale della Sicilia e BisertaUn nuovo impulso al rapporto di amicizia e collaborazione fra le città di Palermo e Biserta. Ampliare il protocollo d’intesa già esistente tra le due municipalità per estendere ulteriormente le opportunità di tunisini e siciliani. I campi d’azione possono essere diversi: accordi in tema di tutela ambientale, in particolare lo smaltimento dei rifiutiche oggi devono diventare risorsa, nel settore turistico-alberghiero e quello agroalimentare ed edilizio. È quanto ha annunciato a nome del sindaco Diego Cammarata, il vice sindaco Dario Falzone, a Biserta, il quale ha ribadito «quanto siano importanti e possano servire da stimolo le favorevoli condizioni fiscali cheil governo ha messo a punto per gli imprenditori stranieri che intendono investire in Tunisia. Non solo, le imprese palermitane,ha aggiunto Falzone, che vogliono espandersi aprendo ai mercati esteri, o anche all’internodel territorio tunisino o negli stati vicini con i quali la Tunisia intrattiene particolari accordi sull’export hanno tutte le possibilità per farlo». L’Amministrazione comunale di Palermo, di concerto con il Coppem, ha pensato a tre ipotesi di protocollo d’intesa in questi settori che possono costituire una base da cui far partire un tavolo tecnico congiunto per definire in modo più dettagliatol’ampliamento del patto d’amicizia tra Biserta e Palermo. Nell’ambito del settore turistico-alberghiero, sarebbepossibile inserire le opere d’arte delle due città in appositi link dei siti internet dei comuni di Palermo e Biserta, collegamenti che avrebbero il vantaggio di promuovere, a livello mondiale, il patrimonio artistico agli operatori turistici interessati a quest’area del Mediterraneo.«La facilità di collegamento tra Palermo e la Tunisia, ha affermato Falzone, consente di ipotizzare dei percorsi storici e turistici tra le due sponde, ed ancora la valorizzazione delle aree archeologiche, così come fatto in Sicilia,potrebbe costituire un modello esportabile anche alla Tunisia, con il coinvolgimento della Sovrintendenza Beni archeologici di Palermo, dell’Istituto per lo studio dell’Africa romanadell’Università di Palermo e degli analoghi organismi culturali tunisini». Ma sarebbe auspicabile anche la realizzazione di spazi culturali, centri multimedialitunisino-arabi a Palermo e italiani in Tunisia per mettere in contatto i due mondi mediante la città che ha visto l’incontro di queste due civiltà. Le aziende di conservazione alimentare siciliane e tunisine, in particolare ittica, sono fra le migliori al mondo con gli standard igienico-qualitativi dei prodotti delle nostre industrie conservieresono altissimi, le regole imposte dall’UE sono tra le più severe al mondo e offrono massima tutela al consumatore. Quindi, nel settore agro-alimentare è possibile immaginare la creazione di aziende conserviere miste siciliano-tunisine di grande livello qualitativo capaci di sfruttare la materia ittica tunisina e agricola siciliana.Fra gli obiettivi, c’è l’ipotesi di favorire la costituzione di società miste italo-tunisineper favorire il miglioramento delle tecniche di costruzione, introducendo criteri antisismici, ma anche di migliore coibentazione degli edifici. Uno dei campi potrebbe essereil settore degli infissi, sia di metallo che di legno, che utilizzano vetri isolanti.«Le imprese siciliane in quest’ambito sono davvero all’avanguardia – ha sotto-lineatoFalzone – e una loro espansione nel mercato tunisino comporterebbe, di conseguenza, l’utilizzo di maestranze locali che verrebbero appositamente formate».Non solo infissi, ma le aziende siciliane sono rinomate per la piastrellistica, la ceramica, la produzione di idrosanitari, l’export del marmo.«Con l’arrivo dell’area di libero scambio nel Mediterraneo – ha detto Falzone – si assisterà ad un notevole incremento del transito delle merci traEuropa e Africa e noi che siamo al centro di questo grande comprensorio economiconon possiamo perdere questa grande occasione».