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Lettera ad un amico...


Caro Stani,AMICO MIO abbiamo condiviso buona partedella nostra giovane vita, ci siamo alternati infinite voltenelle vesti di “chi da” e “di chi riceve”, senza mai chiederci il conto,il nostro bagaglio sono i  momenti ditante giornate piene di goliardia,riflessioni,serietà,nostalgia,ironia,ci sono stati momenti difficili, di totaledisaccordo, momenti in cui sembrava aver messo la parola “fine” alla nostra lunga amicizia,ma anche lì entrambinon abbiamo chiesto “il conto",non abbiamo messo l’accentosulle nostre ragioni e non perché abbiamo affrontato le causecon superficialità,ma semplicemente non ne avevamobisogno,ho forse siamo diventati così bravi che riusciamoad affrontare qualsiasi cosa nascondendo i “grandi” argomentidella vita dietro le nostre gag,i nostri duetti improvvisati, forse inconsapevolmente la nostra sintonia  ci ha portati adusare un linguaggio diverso,un modo insolito di divulgarei nostri pensieri,fuori dagli schemi, o forse perché i momentiausteri, seriosi,difficili  si sono già notevolmente sviluppati nellenostre vite personali.I nostri percorsi sono apparentemente diversi ma portano nella stessa dimensione, o come dici tu nella stessa essenza.Gli ultimi anni li abbiamo trascorsi in postitotalmente diversi ma entrambi lontano dalle nostre radici, lontanidalla vita che ci ha costruiti, cresciuti , lontani “dall’ impostazione”(.. come citava qualche sera fa un nostro comune amico della vecchia guardia...)  particolare che i figli della nostra Napoli non hanno in comunecon nessun’altro cittadino di qualsiasi altra parte del mondo.La “nostra Napoli”,una Napoli che oggi è motivo per le svariatevicende legate alle cronache cittadine di mortificazioni “incazzature”, umiliazioni..figli di una Napoli che forse non esiste piùma che pure ci rende fieri e ci ostentiamo a cercare nelle nostre “apparizioni turistiche” in città. La Napoli che ci fa rimanere sveglidalla rabbia dopo aver visto,ascoltato e sciorinato tutti i problemi che attanagliano la città in tv.La Napoli che ci fa sentire: liberi che ci trasmette l’amore per la vita, dove un babbà e una sfogliatellasotto la galleria sembrano per un attimo ripulire le strade dalla “monnezza” ,dove una passeggiata “ a toledo” ti da l’ottimismo e la forza di credere che le cose possano cambiare,dove  la gente “è viva”.. parla..chiacchiera..cammina..urla..con l’improvvisato sottofondo di musica napoletana made in Senegal.. dove la musica ci fa dimenticare di dove siamo..da dove veniamo..dove un senegalese con il tamburo.. un napoletano con la voce..ed un nigeriano con il sax diventano semplicemente ”gente”..tutto si amalgama in un allegro e felice sottofondo degno del miglior “sua maestà”…   Pino Daniele.. Tante volte ultimamenteabbiamo discusso sul fatto che nelle nostre vite abbiamo forsetrascurato qualche fermata … ma non con rimorso come ha potuto da un’ analisi veloce e superficiale intendere l’utenteche ha lasciato un commento al tuo “commento-post”.. ma con la consapevolezza di aver riesaminato delle eventualitàtrascorse con una visione attuale.. e questo perché la vita stessa in momenti drammatici ci ha lasciato conseguentementein dono.. i valori reali della vita stessa …  So che stai attraversandoun periodo travagliato .. dove stai rimettendo in gioco anche lepoche ma importanti certezze che hai costruito.. perché nonostantela lontananza dalla nostra città ci allontana dalla nostra stessa essenza e pur vero che in altre realtà per svariati motivi abbiamocreato con tanti sacrifici la “nostra realtà”.. le nostra dimensione..diventa difficile tornare indietro.. difficile che tutte le difficoltà superate in questi anni possano alla fine rivelarsi inutili al cospettodella decisione  “e turnà a’ casa”.. ma una cosa devo dirtela… “nuje simme gent”… e non possiamo che trovare soddisfazione nel vivere tra “a’gent”..so che prenderai la decisione giusta per te..mi auguro che tu lo possa fare presto... a proposito a via dei mille..p.zza del plebiscito..toledo.. via partenope…la galleria  aspettanodue “turisti” particolari …  “nun è facimme aspettà assaje”… un amico… Dario Tudisco