DarkSoul

"Papà e la partita"


 Nel titolo ho scritto "papà" e non "padre" perchè era così che chiamavo mio padre all'epoca di questo aneddoto che porto sempre con me e che mi viene spesso in mente, soprattutto ora che sono più di 15 anni che non ho relazione con lui e dopo aver visto qualche settimana fa come sta invecchiando.Non erano molte le occasioni in cui mio padre si mostrava confidenziale e amichevole con me perchè, a differenza delle mie sorelle con cui era un amico, in me vedeva "colui in cui avrebbe dovuto rispecchiarsi, il suo alter ego, l'ambito figlio che doveva diventare una sua 'estensione" ma ricordo che andare allo stadio a seguire le partite della squadra della nostra città era un momento "solo io e lui".Mio padre era ed è un grande tifoso e questa passione me l'ha trasmessa molto bene. Da bambino aspettavo sempre con adrenalina di andare allo stadio con "mio papà", lì era disteso, amico, giocava ai pronostici con me, ci divertivamo ed era una cosa che condividevamo soltanto io e lui.E mi ricordo una volta in cui prima di entrare allo stadio mi regalò la sciarpa della nostra squadra, uguale alla sua e io ne fui davvero felice ed elettrizzato. Un'altra cosa da condividere con "mio papà". Ho il ricordo della squadra che vince e di "mio papà" che mi prende in braccio e mi dice "Questa è la sciarpa della vittoria, non dimenticartela mai". E poi mi porta a mangiare qualcosa in uno dei bar più belli della città.Non avrebbe mai immaginato che poi quel bambino avrebbe rischiato la sua vita per un'overdose dopo anni di sostanze... Ho sbagliato tutto con mio padre, è vero, lo ammetto. Non avrei dovuto diventare schiavo di quella roba ma tanto indietro non si torna.Sono più di 15 anni che vorrei tornare a chiedergli un parere, a parlare con lui, a fare due passi, a seguire insieme la squadra, a ricucire e, anzi, migliorare il rapporto padre-figlio che c'era.Ovviamente se io non avessi preferito per anni le sostanze a tutto il resto ora avrei un padre. Nel tempo ho recuperato studio, lavoro, madre e sorelle, matrimonio ma non mio "papà".Andandosene dopo avermi accompagnato in comunità, mi disse: "Oggi è finita per sempre. Io non ho più un figlio e tu non hai più un padre. Hai tradito la mia fiducia. Mi hai colpito al cuore ed è una delle ferite più grandi. Finisce qui, addio". La sciarpa l'ho sempre conservata gelosamente. Uno dei pochi oggetti che posso ancora prendere in mano e, chiudendo gli occhi, immaginare "mio papà" accanto a me.