Secret Life

remore


E l’ho fatto, è una sera di gennaio. C’era quella voce dentro me, mi parlava di te. Oggi si è fatta forte: cammina in quegli angoli, quelle strade, quei luoghi; goditeli, calati in quelle emozioni. Quanti mesi. Ora osservo. Ho il magone, vorrei sedermi a guardare, pensare a tutto quello che oggi non c’è più. Mi faccio strada e cammino, è un camminare senza meta, guidato dall’istinto; ed è quello stesso istinto che mi spinge ad andare ancora una volta lì, da te: a guardarti, a provare ancora una volta la delicatezza del tuo saluto, a sentirti ancora vicino in questa vastità, sentire, solo sentire. I nostri sguardi si rincorrono, ci cerchiamo in lontananza, è buio. Sono dinanzi a te: tento disperatamente di evitare; forse tento di evitare me stessa. Fallisco. Sono tradita dall’emozione, mossa da quel bisogno che mi parla spesso di te. Ho freddo. Ti saluto con la mano, tu anche. In lontananza ti fermi, indugi, indugiamo. Sono dall’altra parte della strada. Siamo inerti come due idioti. Due idioti diretti verso strade opposte. D’improvviso si rompe il silenzio. Vuoi sapere se vada tutto bene. Urli, vuoi farti sentire. Aspetti un secondo. Poi il silenzio. Silenzio parlante. Guardarci in silenzio. Faccio per andarmene. Ero lì per te. Avrei voluto. Desideravo. Se solo avessi. Ero lì per te. So che lo sai. Lo sa tutto il tuo essere. Lo sapevi profondamente in quell’attimo, lo sapevi in quell’indugio. Remore.