PLANET FUNK: THE ILLOGICAL CONSEQUENCE (2005)Ipse dixerunt. « I Planet Funk hanno fatto un cammino diverso da molti altri musicisti che partono dal rock e lo contaminano con la house e con la club culture in genere. Per noi è stato il contrario, abbiamo portato il rock dentro la musica da ballo, nel dancefloor. E' un esperimento coraggioso, frutto del nostro DNA musicale a testimonianza della nostra crescita. Siamo veramente soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto per questo disco. Ci siamo accorti di essere cresciuti, perché tutto è avvenuto in maniera spontanea. Siamo sicuramente più soddisfatti del lavoro precedente, non solo perché quello che finisci ti sembra sempre il lavoro migliore, ma anche perché è veramente il prodotto della band. C'è compattezza, non è solo una raccolta di canzoni come era successo per l'esordio ». The Illogical Consequence (2005) è un omaggio all’uomo, nonché un singolare groviglio di tecnologica umanità e compenetrante espressività. Non più un insieme di brani intesi come potenziali singoli, bensì un sentiero nelle anse della musica strumentale, spesso associata a dense linee vocali, che contraddistingue il giorno dalla notte. Luce e buio. Perché The Illogical Consequence? « Il titolo esprime un concetto molto ampio che non si limita al solo disco. Le cose più significative sono quelle che non vengono progettate a tavolino, bensì frutto di illogiche e impensabili conseguenze. Le illogiche conseguenze sono effetto di istanti, di momenti colti e sviluppati. Questa è un po’ la storia del disco, ma anche di quanto è successo all'uomo. Qui si parla di ecologia e di tecnologia, due elementi che possono coesistere. Anche il video di Stop Me è basato su questi elementi, lo abbiamo girato in Cina, nella più grande discarica di computer al mondo. È un posto incredibile, altamente inquinato, intorno al quale si è creata una comunità che vive su questa discarica. Il disco vive sulle paure, gli errori e le ossessioni del genere umano che nonostante tutto resta arbitro del proprio destino ». La nuova musica globale nasce a Napoli, in via Posillipo, nello studio panoramico che affaccia sul golfo. Il breve, ma intenso, percorso musicale dei Planet Funk li ha visti imbattersi in una moltitudine di generi, perennemente in bilico, fra dance, trip-hop e pop elettronico. Un progetto ambizioso? Marco Baroni, Domenico GG Canu, Sergio Della Monica ed Alex Neri sono riusciti nel loro intento: a seguito del fortunato esordio di Non Zero Sumness (2002), The Illogical Consequence (2005) finisce per essere un vero prodotto d’esportazione. Di musica internazionale. « Non ci interessano i confini. La nostra musica trova i suoi riferimenti più immediati fuori dell'Italia. All'estero però abbiamo una caratteristica "nazionale" che ci fa riconoscere immediatamente come band italiana. Ci fa piacere, non lo consideriamo certo un limite, d'altronde succede lo stesso con tutti gli altri artisti, pensi immediatamente a quella che è la cultura di provenienza, anzi ne vai a cercare le peculiarità ». I Planet Funk, a tal riguardo, continuano a beneficare delle altrui voci, scegliendo, di volta in volta, quelle più appropriate ai loro intenti creativi. « Rispetto al disco precedente Dan Black canta solo in tre brani. I rapporti con lui sono ottimi, ma noi siamo un collettivo aperto e, tra tutto il materiale che avevamo con la sua voce, queste tre canzoni sono quelle che meglio si adattano al concetto e allo spirito del disco. La voce di Dan è "importante" e può penalizzare le partiture musicali, non volevamo che questo succedesse. Per il resto abbiamo lavorato con John Graham, un DJ cantante inglese al quale è piaciuto il nostro progetto, e Sally Doherty, che già appariva nel primo disco. In due album abbiamo allineato sette cantanti a dimostrazione del fatto che non esiste una voce unica per il gruppo ». Solida dichiarazione d’intenti.Giungla Sud. Ipnotica ed oscura, Movement Is Noted è la naturale introduzione ad Everyday, ovvero la sintesi della semplice magnificenza sonora e lirica: chorus irresistibile e preziosa tastiera a scandirne l’incedere. Improvvisa esplosione?
Post N° 96
PLANET FUNK: THE ILLOGICAL CONSEQUENCE (2005)Ipse dixerunt. « I Planet Funk hanno fatto un cammino diverso da molti altri musicisti che partono dal rock e lo contaminano con la house e con la club culture in genere. Per noi è stato il contrario, abbiamo portato il rock dentro la musica da ballo, nel dancefloor. E' un esperimento coraggioso, frutto del nostro DNA musicale a testimonianza della nostra crescita. Siamo veramente soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto per questo disco. Ci siamo accorti di essere cresciuti, perché tutto è avvenuto in maniera spontanea. Siamo sicuramente più soddisfatti del lavoro precedente, non solo perché quello che finisci ti sembra sempre il lavoro migliore, ma anche perché è veramente il prodotto della band. C'è compattezza, non è solo una raccolta di canzoni come era successo per l'esordio ». The Illogical Consequence (2005) è un omaggio all’uomo, nonché un singolare groviglio di tecnologica umanità e compenetrante espressività. Non più un insieme di brani intesi come potenziali singoli, bensì un sentiero nelle anse della musica strumentale, spesso associata a dense linee vocali, che contraddistingue il giorno dalla notte. Luce e buio. Perché The Illogical Consequence? « Il titolo esprime un concetto molto ampio che non si limita al solo disco. Le cose più significative sono quelle che non vengono progettate a tavolino, bensì frutto di illogiche e impensabili conseguenze. Le illogiche conseguenze sono effetto di istanti, di momenti colti e sviluppati. Questa è un po’ la storia del disco, ma anche di quanto è successo all'uomo. Qui si parla di ecologia e di tecnologia, due elementi che possono coesistere. Anche il video di Stop Me è basato su questi elementi, lo abbiamo girato in Cina, nella più grande discarica di computer al mondo. È un posto incredibile, altamente inquinato, intorno al quale si è creata una comunità che vive su questa discarica. Il disco vive sulle paure, gli errori e le ossessioni del genere umano che nonostante tutto resta arbitro del proprio destino ». La nuova musica globale nasce a Napoli, in via Posillipo, nello studio panoramico che affaccia sul golfo. Il breve, ma intenso, percorso musicale dei Planet Funk li ha visti imbattersi in una moltitudine di generi, perennemente in bilico, fra dance, trip-hop e pop elettronico. Un progetto ambizioso? Marco Baroni, Domenico GG Canu, Sergio Della Monica ed Alex Neri sono riusciti nel loro intento: a seguito del fortunato esordio di Non Zero Sumness (2002), The Illogical Consequence (2005) finisce per essere un vero prodotto d’esportazione. Di musica internazionale. « Non ci interessano i confini. La nostra musica trova i suoi riferimenti più immediati fuori dell'Italia. All'estero però abbiamo una caratteristica "nazionale" che ci fa riconoscere immediatamente come band italiana. Ci fa piacere, non lo consideriamo certo un limite, d'altronde succede lo stesso con tutti gli altri artisti, pensi immediatamente a quella che è la cultura di provenienza, anzi ne vai a cercare le peculiarità ». I Planet Funk, a tal riguardo, continuano a beneficare delle altrui voci, scegliendo, di volta in volta, quelle più appropriate ai loro intenti creativi. « Rispetto al disco precedente Dan Black canta solo in tre brani. I rapporti con lui sono ottimi, ma noi siamo un collettivo aperto e, tra tutto il materiale che avevamo con la sua voce, queste tre canzoni sono quelle che meglio si adattano al concetto e allo spirito del disco. La voce di Dan è "importante" e può penalizzare le partiture musicali, non volevamo che questo succedesse. Per il resto abbiamo lavorato con John Graham, un DJ cantante inglese al quale è piaciuto il nostro progetto, e Sally Doherty, che già appariva nel primo disco. In due album abbiamo allineato sette cantanti a dimostrazione del fatto che non esiste una voce unica per il gruppo ». Solida dichiarazione d’intenti.Giungla Sud. Ipnotica ed oscura, Movement Is Noted è la naturale introduzione ad Everyday, ovvero la sintesi della semplice magnificenza sonora e lirica: chorus irresistibile e preziosa tastiera a scandirne l’incedere. Improvvisa esplosione?