Capitolo I: << Ti piacciono le riviste di meccanica? >>.
Darren Emerson (d.j.), Rick Smith (chitarra) e Karl Hyde (vocalist) sono gli storici fautori umani del concreto progetto musicale Underworld, un gruppo che dai primi anni ‘90 traccia le coordinate musicali dell’avanguardia elettronica. Esigui gruppi, nella seppur breve storia di siffatta musica, sono in grado di vantare una seminale importanza come quella degli Underworld che, spalleggiati da gruppi come Prodigy, Chemical Brothers e Orbital, hanno trovato il loro migliore mezzo di espressione artistica nel “verbo” musicale sintetico e sono riusciti a trasformare il genere elettronico in un “faro guida” sonoro. Il linguaggio elettronico utilizzato dagli Underworld è quello della techno colorata da suoni ambient, acidi, funk e house, un “concentrato” sonico a 360°, tuttavia, diversamente da altri gruppi contemporanei, il loro stile punta alla minimale semplicità, al diretto impatto del suono sulla mente e sul corpo di chi ascolta, e questa caratteristica dona ai loro brani un’immediatezza inconsueta in un settore musicale che spesso eccede per l’eccessiva stratificazione sonora. Parallelamente all’incisione di album di grande successo, seppur con qualche difficoltà di “titolo”, come Dubnobasswithmyheadman (1994), il trainante singolo della colonna sonora del film culto Trainspotting (1996), che rafforza ulteriormente la loro fama, Born Slippy – il loro brano più conosciuto e ballato – e il conseguente Second toughest in the infants (1996), gli Underworld partecipano con grande successo a diversi festival live come il Tribal Gathering ed il Fuji Rock in Giappone, dimostrando come il loro stile elettronico, fatto di lunghe “introduzioni” che convulse esplodono nella coinvolgente battuta ritmica, sappia essere estremamente trainante anche dal vivo. L’intera produzione musicale degli Underworld è sempre stata assunta come vero e proprio esempio di una techno sofisticata e di spessore, adatta alla pista come all’ascolto tra le mura domestiche. Tale disco riconferma la caratura internazionale del gruppo e, al tempo stesso, riprende i “caratteri generali” dei suoi “predecessori”, elaborando, contemporaneamente, una propria personalità, seppur sempre conforme allo straordinario stile Underworld. Così, Beaucoup Fish (1999) finisce per assumere una forte carica introspettiva, sorretta da magiche atmosfere che “pochi” sarebbero in grado di “plasmare”, realizzando un “informe” materiale elettronico e tenendo saldo un’eguale grazia e ricercatezza, trade-mark caratterizzante della sofisticata produzione degli Underworld sin dagli esordi. Cos’è allora Beaucoup Fish? Il nome richiama New Orleans e il miscuglio di suoni e culture, un intento dichiarato e rispettato. Con maggiore definizione rispetto al passato, emerge in questo disco la più grande dote degli Underworld: nell'elettronica, dove un nuovo stilema è soltanto un vetro che si spezza irrimediabilmente in mille altri frammenti, i britannici riescono ad abbracciare con lo sguardo uno stellato cielo musicale, che non sarà mai completamente visibile, ma “suona” filtrato da un’impareggiabile musica, imparagonabilmente esaustiva, ricca, superiore; dove techno e trance si intrecciano con molteplici elementi sonori in cangianti forme, verso la sublimazione. In questo disco risiede stabile il marchio ossessivo della techno, ma anche la soffice e onirica ricerca di paesaggi nuovi, con voci ed effetti che fanno pensare al nuovo che avanza, ovviamente con un irresistibile passo ritmico. Nelle sue undici tracce, gli Underworld definiscono ulteriormente il loro sound, realizzando un monolite di settantaquattro minuti di Grande Musica, dalle mille e una sfaccettature.
L'iniziale Cups apre le danze, e ci si trova quasi catapultati in un fumoso locale della Londra più underground, tra atmosfere soffuse e acidi deliri tastieristici: apnea bassa, distorta, intervallata da stacchi che sembrano i respiri di un nuotatore, muore poi trionfalmente in un assolo di tastiere acide. La successiva e famosissima Push Upstairs comincia a scaldare le casse, lo scarno loop di pianoforte e la voce lisergica e distante di Karl Hyde vanno di pari passo, fino a sfociare nell'acid – techno più ossessiva, amalgamata da tonalità morbide di accordi (la c.d. "old school"). Da applausi scroscianti.
I suoni delicati ed ambientali della splendida Jumbo, con una tempistica semplicemente perfetta, che sposa il dream-pop e il minimal drum'n bass con un semplice << click >>, fanno quasi sollevare in volo l'ascoltatore sulle mille luci notturne della robotica metropoli.
Tuttavia, il deflagrante hardcore – trance di Shudder/King Of Snake è lì dietro l'angolo, pronta a sconvolgerlo e a proiettarlo, lentamente, nel baratro.
Winjer, piuttosto, altro non è che quattro – minuti – quattro di techno tribale. Precisa. Gli Underworld esprimono tutta la loro maestria sonica, da un lato nel “trattare” i suoni elettronici e dall’altro nel creare corpose sequenze musicali coinvolgenti e mozzafiato. Si potrebbe menzionare ogni minimo sussulto del disco, ogni fruscio impercettibile, dal funk sghembo che accarezza il break – beat di Bruce Lee alla ricercata e sperimentale, nonché malinconica ballata digitale Skym (click), passando per il frenetico battito tribal – ambient di un’estatica Kittens, la disarmante calma di Push Downstairs – lo specchio nero del ritmo galvanizzato della gemella Push upstairs, il suo negativo, il "down" che accompagna l'aria fredda dell'alba – con le casse che ancora ronzano nelle orecchie e la pura bellezza di una seducente Something Like A Mama, con i suoi battiti sincopati, fino alla conclusiva e strepitosa Moaner, vero manifesto di una tribù che balla e per nulla intenzionata a smettere.
Gli Underworld, in definitiva, colpiscono a segno, e danno l'addio al ventesimo secolo con un album incredibile e dall'intensità unica, un'intensità che il successivo A Hunderd Days Off (2002) riuscirà a ripetere a metà, sancendo, invece, l'inizio del declino del gruppo inglese, ridotto a duo dopo l'addio di Darren Emerson, che ha finito per dedicarsi interamente alla carriera solista e alla sua etichetta Underwater. Una tegola che, anni fa, lasciò numerose domande irrisolte sul futuro degli Underworld. Tuttavia, Beaucoup Fish (1999) resta lì, intoccabile, un album affascinante che non finisce di sorprendere ad ogni ascolto e superbo manifesto di una generazione che, forse, già non c'è più, nonché sintesi perfetta di una decade di elettronica che molti faticheranno a dimenticare. Eclettico.
Altro "progettino" vedo...in attesa di leggerlo mi gusterò il tuo post n° 37 e scriverò la mia su Rosenrot...peccato che purtroppo non possa farlo prima di stasera, dopo il lavoro! :/ Buon lunedi Nekro! J.D.
A volte, riesco a stupirmi di me stesso. Nella mia povera mente "galleggiano" numerose idee. Senza fretta, attendo tuoi corposi commenti a entrambe le recensioni... e comunque, sempre meglio lavorare al coperto, che "docciarsi" per strada... sono tornato a casa che, ombrello permettendo, a dir poco, "grondavo" acqua...
Mi sono appena "docciato" tornando a casa dal lavoro...quando si dice di "sfruttare le occasioni" dovrei essere piu concreto! La prossima volta mi porto anche docciaschiuma e shampoo piu l'accappatoio nello zaino cosi almeno la sfrutto tutta quet'acqua!! ;) ...sai che appena sarò pronoto scriverò tutto ciò che ho da dire! ;D
Personalmente, la prossima volta, non posso più dimenticarmi le "paperelle"... così tanta acqua non me la devo lasciare scappare! Dopo che hai asciugato le tue "membra" (tutte tranne uno, singolare maschile), passa pure tra gli Oscuri Reami e "vuota" il sacco...
eheheheheh...anche perchè per riuscire a bagnare anche "quello" con la pioggia sarei dovuto uscire nudo o con un perizoma come i barbari della storia! ;) Le paperelle non sono male come idea sai? ;)))
argh... rosenrot ancora mi manca... personalmente il mio preferito rimane herzeleid, che come direbbero i colleghi arezzini, SPACCA IL CULO AI PASSERI... Reise Reise mi è piaciuto, sì (solo i rammstein possono riuscire a fare una canzone bella suonando con le TATU), ma preferisco le sonorità alla Weisses Fleisch o alla maniera della suprema Asche Zu Asche (che dal vivo perde un po', ma la versione studio è spettacolare... poi i rammstein varrebbe la pena di vederli live anche solo per lo spettacolo che fanno, il live aus berlin è stupendo... lorenz è diventato il mio idolo da quando l' ho visto farsi trasportare dal pubblico sopra ad un canotto). Bene, vedrò di ascoltarlo e poi ripasso per dirti come mi sembra :) (e comunque continuo a chiedermi come mai faccio i tuoi test senza sapere niente e finisco sempre tra i primi... :D)
Herzeleid è maestoso e non sarà dimenticato negli Oscuri Reami. In ogni caso, vorrei "aggiornarti" riguardo una questione... i Rammstein non hanno registrato Moskau con le T.A.T.U., perché non era stato raggiunto l'accordo "discografico". La cantante è comunque russa e, ciò nonostante, Reise, Reise è sull'ideale podio dei dischi del 2004. Weisses Fleisch e Asche zu Asche sono spettacolari... già in versione studio hanno una carica eccezionale... ma dal vivo, Live aus Berlin compreso, si trasformano in puro spettacolo. Ciò che sorprende è che nel mezzo di cotanta abbondanza, i Rammstein siano pure un gruppo di autentici matti. Fuochi d'artificio e lancia-fiamme, peni di plastica, idranti sulla folla, strani macchinari semoventi... perciò, credo di essere arrivato a una drastica convinzione: i Rammstein, almeno una volta nella vita, devono essere visti dal vivo. Sono come La Mecca, la città santa dei musulmani, il cui pellegrinaggio è vivamente consigliato, anche se solo in un'unica occasione. Non appena avrai ascoltato attentamente Rosenrot, lascia pure un commento alla recensione stessa... così ne riparliamo meglio... (non ho idea di come fai, ma i tuoi punteggi sono sempre alti e se da un lato, le conoscenze "metalliche" sono tue proprie", dall'altro, il test sul "contenuto" degli Oscuri Reami, l'hai portato a termine sorprendentemente)
Sono anni che mi chiedo se le T.A.T.U. siano "scoiattoli" rincarnati in due prospere ragazze... che sicuramente hanno una figura niente male... ma cantano da schifo...
Bea, finalmente, esci allo scoperto. Sono contento che apprezzi il mio stile... effettivamente sì, sono un gran rompiballe, ma cerco di "affrescare" una parete, non lasciando "bianchi" vuoti... bacini...
ciao amico mio...è un secolo che non scrivo qualcosa qui, eh!
senti...ho fatto il test...ma tieni conto che l'ho fatto in onore dell'amicizia, perchè, come sai...mi dovrei leggere prima tutto il tuo blog per permettermi di rispondere a quelle domande e, visto quanto scrivi, credo di non poter pagare bollette così salate!
cmq ti saluto amicò...a presto!
Caro thegreat18... è trascorso parecchio tempo, le foglie si sono ingiallite e poi cadute, ma noi restiamo sempre qua. Ad inquinare il cervello con un po' di sana elettronica, made in Underworld. Ho notato un risultato un po' bassino al test... ciò nonostante, non gli attribuisco minimamente peso, perché sono a conoscenza del tuo "bisogno" di tempo al fine di leggere TUTTO il blog... e, quindi, ti invito a riprovare... magari in un futuro non troppo distante. Sempre in nome dell'amicizia, giusto?
promesso amico mio...
mi metto un giorno e comincio dall'inizio...
mi farò gli occhi tanti, ma mi devo leggere tutto!
credo però che le foglie, per quando avrò finito, saranno cresciute e ingiallite di nuovo, insieme al calendario dei miei esami!!
ah, sei più andato a vedere gli stamina? se si, che te ne è sembrato?
ciao nekro..a presto!
Devi, devi, devi leggere tutto... ma senza perdere la vista! Purtroppo, non sono più andato a sentire gli Stamina, mi dispiace... suonavano qui, se non ricordo male, per Halloween... ed ero sicuramente altrove...
Premetto che non sono un patito di questo genere...sarò stantio forse (anzi, senza forse) e rimango attaccato alla mia fede Metal che mi da molte soddisfazoni! Ma ti confesso che quest'album l'ho ascoltato, senza pregiudizi e senza neanche preopinioni e non mi è dispiaciuto affatto! GLi Underworld...quando li ascoltava mia sorella (per la precisione "Change The Weather"...o almeno credo si chiami cosi il loro primo album, adesso non ho tempo per vedere meglio) uscivo dalla stanza (quando vivevo con i miei) senza neanche sapere com'erano! Ero meno "flessibile" di adesso e andavo fiero dei miei sbagli! Ma adesso mi ci voglio avvicinare...capire meglio...sono sempre stato un "po" contro la musica campionata ma alla fine, come potrei esserlo realmente? Già gli stessi Rammstein, che adoro, ne fanno uso (anche se minimo)...perciò la ascolterò meglio, prmesso!! A cominciare da quest'album! Buona giornata nekro! J.D. ps(ma quale test? .....aaaah! Aspetta che mo lo faccio pur'io! ;) )
Mi considero "spurio"... la mia origine musicale ha solide radici nella cultura elettronica, che percepisco come una forte parte di me. Naturalmente, amo il metallo alla follia, ma non disdegno qualche "passaggio", qui negli Oscuri Reami, di sana musica. La "flessibilità" ha un peso mostruoso. Troppo spesso i nostri "para-occhi" ci impediscono di giudicare arbitrarimente questo o quello. Sono dell'idea che, prima di "defenestrare" un disco, devo riuscire a compenetrarlo. Campionamenti, inclusi. Non che sia una mirabile arte... tuttavia, l'elettronica è la nuova frontiera da ormai più di un decennio... e buona giornata anche a te...
Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma Mp3 degli Underworld, riferiti a questo stupendo disco, non ne ho trovati. Te lo ripeto per l'ennesima volta... con SoulSeek ti passo tutto io. Quanto alla Rosa Rossa... è contenuta nel post precedente... Rosen = Rosa, Rot = Rossa... chiaro, no?
dalla wind infostrada..cm promesso ho visitato il tuo blog..sguardo fugace..ma promette bene.appena completo il mio t farò sapere. m trovi su luana.baffy@libero.it