The Sinner Room

CORDONI


Siamo arrivati a vivere tutti nello stesso modo, nati all’esistenza come sbarcati da un viaggio più lungo, sedotti da una sosta quanto pellegrini nel deserto che avvistano un’oasi e, assetati, si soffermano a espiare la sete prima e la pace dell’ombra poi. Arriviamo legati ad un’altra persona da un cordone, legame che ci nutre e ci dà aria. Quel cordone che ci resta marcato sulla pancia per sempre, più profondo di un tatuaggio, rescisso all’alba della vita ma valido come contratto di tenero attaccamento con chi ci ha portati a scoprire questo mondo. L’ingenuità della nostra infanzia, il bisogno di percepire il creato ci insegnano i primi palpiti di incondizionato amore per i nostri genitori. Col passare del tempo assorbiamo anche i loro legami, i loro “cordoni”, e ci scopriamo tentati di affetto per altre persone, che non abbiamo potuto scegliere e valutare, che non possiamo a prescindere escludere. Congiunti spesso non affini. Ma per noi l’universo.Mi sono spesso domandata cosa tiene unite le persone, qual è il vero cordone che, chi adulto, sente condizione per stabilire un legame speciale, libero da convenzioni e l’unica risposta che trovo non è “amore” ma piuttosto “fiducia”.Raggiunto il giusto grado di individualità e maturità decidiamo, arbitri e giudici della nostre essenza, di donare un’estremità di questo cordone ad altri, senza che questi altri ci abbiano nutriti, puliti, consolati nei tempi della nostra fragilità biologica. Diamo, certo, anche amore ma assoggettato a virtù, debolezze e compromessi peculiari in ogni individuo, che non sempre comprendono la fiducia. Stabilendo invece questa fratellanza nutriamo la nostra essenza di impegno e lealtà e dovremmo sempre stare attenti al nostro agire perchè questo cordone è delicato e vulnerabile: lacerarlo significa non poterlo più rinsaldare se non a costo di innumerevoli sacrifici e...tempo, risorsa terribilmente esauribile nel nostro effimero soggiorno nel mondo. Il dolore per una ferita alla fiducia non è certo causa di morte immediata ma condanna a una lenta e dolorosa agonia di consapevolezza, rivalutazione degli intenti, riprogrammazione del viaggio. La ferita della nostra nascita è visibile ed evidente ma è parte del nostro corpo, fa parte del pacchetto, ce l’hanno tutti e nessuno ci fa caso. Le ferite dei cordoni tagliati, della fiducia condivisa e delusa, non si possono vedere allo specchio, albergano sotto la pelle, restano tatuate sul cuore lontano dallo sguardo. E ci fanno sentire fragili.