Scienza dell'anima

2. Chi è mio padre? La doppia natura del padre. (parte seconda)


         Ma qual'è la funzione specifica ed essenziale del padre? C'è ancora o si è definitivamente dissolta all'interno di una funzione genitoriale indistinta? Da un punto di vista giuridico, educativo, materiale, sociale non mi pare sia reperibile alcuna funzione specifica del padre. Agli occhi della legge esiste ormai solo il genitore.Diversa è invece la posizione della psicoanalisi dove il principio paterno interviene a limitare e ad elevare la dimensione sensibile e biologica del principio materno, dove il patriarcato interviene nel porre un limite evolutivo al matriarcato consentendo una elevazione spirituale e sociale dell'uomo. Questo volgersi dalla madre al padre segna oltracciò una vittoria della spiritualità sulla sensibilità, cioè un progresso di civiltà, giacché la maternità è provata dall'attestazione dei sensi, mentre la paternità è ipotetica, costruita su una deduzione e una premessa. Schierarsi dalla parte del processo di pensiero piuttosto che della percezione sensoriale, si dimostra gravido di conseguenze. La funzione peculiare del padre è quella di rappresentare e consentire al figlio l'accesso al Mondo umano, al Mondo della cultura e della civiltà.  La castrazione è, infatti, quella Legge simbolica che situa il divieto dell'incesto come fondamento della Civiltà. Non puoi godere di tutto, non puoi sapere tutto, non puoi avere tutto, non puoi essere tutto. Solo questo impossibile - l'impossibilità di sapere tutto, di avere tutto e di essere tutto - rende possibile la libertà. Come questa Legge viene trasmessa nelle generazioni? Perché questa Legge sia credibile ed efficace un padre è tenuto ad applicarla innanzitutto su di sé. La Legge della castrazione non è un castigo, non è un'espiazione, non è una punizione. Il padre è il simbolo della Legge; è ciò che sostiene la Legge dell'interdizione dell'incesto come Legge basale di ogni Civiltà, è il simbolo di una Legge che umanizza la vita separandola da quella animale. Il padre agisce come portatore della Legge che proibisce il godimento incestuoso... Il padre è colui che de-limita il luogo dell'Altro materno, che interdice il godimento pulsionale, che istituisce il tabù dell'incesto avviando la dialettica dello scambio sociale e del Mondo della Civiltà, che rende possibile il cominciamento di un desiderio come luogo di ricerca di un oggetto irrimediabilmente perduto, che genera il Mondo della cultura dal buco sovrasostanziale che produce nel Mondo biologico. Il padre, quando funziona, è colui che è in grado di farsi porta e passaggio verso un ordine che eleva il figlio dal piano del bisogno, del biologico, del creaturale al piano del desiderio, del simbolico, dello spirito. E nel compiere questa operazione si rende consapevole del fatto di essere un mero strumento di accesso, porta appunto, verso un altrove di cui non sa niente se non che lo condivide in modo ineffabile. E si rende anche conto che suo figlio, se sarà fortunato, incontrerà altri padri capaci di fare altrettanto, è cioè consapevole che il suo amato figlio non gli appartiene benché cuore della propria vita, Dono unico e irripetibile di cui ha potuto prendersi cura. La funzione paterna ha un doppia natura: umana e divina. Ineffabilmente legata all'incontro, al passaggio, al superamento che apre alla dimensione simbolica, che anima l'uomo, che lo umanizza, che lo abita nella dimensione spirituale vivificante. Ineffabile anche perché soggetta ad incontri più o meno casuali, che possono anche non dipendere dall'assunzione responsabile di qualcuno in funzione di padre. Come se la funzione paterna scaturisse non solo dalla volontà di un padre ma anche dal Mondo, casualmente e senza intenzione. Del resto cos'è il transfert se non quell'incontro più o meno casuale che apre l'aspettativa, solo in parte anche illusoria, d'aver trovato un padre, di aver trovato un luogo di accesso alla propria verità? Come spiegare questa "paternità diffusa", se così la si può chiamare, spontaneamente zampillante dal Mondo? Vengono in mente le parole di Gesù-Cristo, che ascoltate in modo "impuro", cioè ancora legati, almeno in parte, ad un pregiudizio naturalistico della paternità, possono essere avvertite come provocatorie, irriverenti e addirittura dissacratorie della sacra famiglia: chi è mio padre? Mio padre è Dio che sta nei cieli! Infatti il non-luogo che rende possibile a qualsiasi padre di essere padre e a qualsiasi soggetto di assumere una posizione singolare, è necessariamente allo stesso tempo al di là e al di qua di ogni padre reale. Non-luogo che è contemporaneamente al al di là e al di qua di ogni ente e di ogni atto e che alcuni uomini hanno deciso di indicare con la parola Dio. Insomma la paternità è totalmente immersa in una dimensione spirituale. E' intimamente radicata nell'atto del cominciamento del Mondo dello spirito. Il nato di carne, carne è; il nato di Spirito, spirito èGiuseppe, padre di Gesù, quelle parole può capirle; lui non è padre biologico, ha scelto di accompagnare Maria che aspetta un figlio non suo, che arriva da un altrove a lui non preannunciato. La sua è una paternità che si esaurisce interamente nello spirito, che viene iscritta dall'inizio esclusivamente nello spirito, come per ogni genitore adottivo. In fondo ogni genitorialità è sempre e solo "adottiva" perché essendo determinata da una scelta, espropria il piano biologico da ogni aspirazione di definire la paternità. L'inseminazione di una donna non produce alcun padre. La scelta e il desiderio di filiazione ne sono la causa. Ecco l'insegnamento di Giuseppe. Ogni padre reale è Giuseppe, ama nello spirito, non nella carne. Come spiegare questa ossessione religiosa del pericolo della carne se non in questa chiave. La carne distrae pericolosamente dall'essenza dell'amore paterno. Padre è colui che si assume la responsabilità di amare quella creatura che ha ricevuto in dono, che si è assunto il compito di spiritualizzarla, poiché la dimensione simbolico-spirituale non è che l'effetto dell'elevazione del naturale, del biologico, del bisogno a livello della domanda d'amore come Lacan ha mostrato chiaramente. Per questo la psicoanalisi, e per lo psicoanalista francese questa dimensione è estremamente chiara, ha trattato il Padre come un rappresentante privilegiato della Cultura sulla Natura, del Simbolico sul Biologico, del Legale sul Naturale.Gesù-Cristo, contemporaneamente umano e divino, figlio dell'uomo e figlio di Dio, in quanto Gesù-uomo ha Giuseppe in posizione paterna, ma in quanto Cristo-ipostasi omosostanziale del Dio uno e trino ha Dio-Padre in posizione paterna, unito con lui nello Spirito Santo, Amore, terza ipostasi omoessenziale del Dio uno e trino. Ma ogni uomo e ogni padre ha una duplice natura, umana e divina. L'amore paterno del padre reale che si assume tale impegno verso il figlio è sempre anche l'Amore paterno che vincola il Padre al Figlio e viceversa. Il primo è reso possibile dal secondo. Ogni uomo, figlio dell'uomo, da sempre è anche Figlio del Padre.